VIOLENZA DONNE. CAPOZZI (M5S): CULTURA E PREVENZIONE UNICHE SOLUZIONI
(ACON) Trieste, 6 dic - "I femminicidi non diminuiscono,
nonostante i numerosi interventi negli ultimi anni. Così come i
maltrattamenti e molti dei reati spia, senza contare tutto il
sommerso che non sfocia in una denuncia. Restiamo pertanto
convinti che i programmi di prevenzione ricevano ancora pochi
fondi per un loro efficace contrasto alla piaga sociale. Tant'è
che anche il servizio previsto dai centri antiviolenza, nella
nostra regione, non copre le 24 ore proprio per una carenza di
risorse. Per questa ragione e per le perplessità espresse
rispetto ai requisiti troppo stringenti che rischiano di
escludere possibili beneficiari, ci siamo astenuti nella
votazione del regolamento".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Movimento 5
Stelle, Rosaria Capozzi, dopo aver invitato assessori e
consiglieri a mantenere alta l'attenzione sulla violenza contro
le donne durante i lavori della III Commissione permanente.
"È positivo il fatto che si agisca sull'aumento delle sanzioni;
tuttavia, restiamo convinti - aggiunge l'intervento - che bisogna
insistere sulla prevenzione, cruciale per scardinare la cultura
di una società intrisa di stereotipi e pregiudizi. Servono sì
misure cautelari, ma servono soprattutto politiche sociali e
programmi per l'empowerment delle donne, aiutandole ad avere
un'indipendenza economica".
"I numeri delle donne uccise sono drammatici, spesso preceduti da
lunghi calvari di soprusi e maltrattamenti. Inoltre, non tendono
a diminuire, nonostante la tardiva attenzione mediatica di questi
anni sul tema che non ha impedito anche i recenti tragici eventi
che hanno coinvolto, di nuovo, la nostra regione. In questo
contesto - continua Capozzi - importantissimi sono i Centri
antiviolenza e le Case rifugio, in aumento rispetto agli anni
precedenti, così come i consultori, dei quali ribadisco
l'importanza fondamentale anche nel contrasto alla violenza
contro le donne".
"Tuttavia, l'approccio avuto in questi anni punta poco sulla
prevenzione. Lo confermano - dettaglia l'esponente pentastellata
- anche i numeri del dossier di ActionAid, secondo il quale
l'incremento maggiore dei fondi dedicati al contrasto della
violenza di genere (67%) si è avuto tra il 2020 e il 2023,
impegnando circa 248,8 milioni di euro. Un investimento che,
però, non si è tradotto in una riduzione drastica del fenomeno,
perché l'81% delle risorse, ovvero circa 201 milioni di euro, è
stato utilizzato per finanziare interventi di protezione delle
donne, e solo il 12% per azioni di prevenzione".
"In questa manovra abbiamo presentato all'assessore Riccardi un
importante emendamento, perché le ostetriche prestino servizio
domiciliare, al fine di offrire un supporto importante alle donne
nei primi 40 giorni di vita del proprio bimbo, rilevando
eventuali situazioni di disagio legati a violenza domestica.
Parte dei casi di violenza emersi - conclude Capozzi - riguardano
infatti donne in gravidanza o nel periodo successivo al parto,
problema ancora troppo sottovalutato e occultato.
L'Organizzazione mondiale della Sanità stima che nel mondo una
donna su quattro sia stata vittima di una forma di violenza in
gravidanza. Per quanto riguarda l'Italia, l'Istat evidenzia che
circa il 10% delle donne ha subito violenze dal partner anche
durante la gravidanza e, per il 70% di queste, l'intensità della
violenza è persino aumentata".
ACON/COM/db