BILANCIO. CELOTTI (PD): CONTRASTO A DENATALITÀ COMPRENDA NIDI GRATIS
(ACON) Trieste, 13 dic - "Siamo soddisfatti per aver
contribuito a porre un tema, quello della denatalità, che
evidentemente ha smosso la Giunta. Per il suo contrasto riteniamo
tuttavia che, accanto ai bonus, vadano rafforzati in modo
coraggioso i servizi per la prima infanzia, a partire
dall'aumento dei posti negli asili nido, che vanno resi servizio
gratuito e universalistico, anche attraverso collaborazioni con
il mondo delle imprese e con il Terzo settore. A partire dal
prolungamento degli orari scolastici, attraverso servizi quali la
pre-accoglienza e il doposcuola, che aiutano la conciliazione".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd), intervenendo nel dibattito in aula sulla legge di Stabilità
2024 e aggiungendo che "laddove si è riusciti a invertire il
trend, e penso in particolare a Bolzano, dove si arriva a 1.8
figli per donna, questo è stato possibile a fronte di politiche
coraggiose e strutturali, iniziate una decina di anni fa. Ma si
parla di un rinnovamento strutturale del sistema di welfare, che
garantisca servizi sui quali le giovani coppie devono pensare di
poter contare, e non soltanto di bonus, di importo più o meno
importante".
"Quello sulla denatalità - continua l'esponente dem - è uno dei
primi problemi da affrontare con politiche coraggiose e
strutturali di supporto alla famiglia che puntino, nel contempo,
ad abbattere le differenze di genere, a sostenere il lavoro
femminile, a dare risposte al tessuto economico e a riequilibrare
le differenze sociali, riprendendo ad attivare e garantire
servizi, quanto più possibile universalistici e gratuiti. Questo
si fa attraverso aiuti economici, certo, ma soprattutto
attraverso un potenziamento dei servizi. Pensiamo a come sarebbe
la vita delle famiglie se la scuola dell'infanzia, cioè l'asilo,
non fosse un servizio universalistico, ma uno da acquistare con
un bonus regionale".
"Tra le proposte del Pd - aggiunge Celotti - la necessità di
agire per un riequilibrio sociale, affrontando le situazioni di
povertà. Le famiglie non sono tutte uguali e crediamo che sia
necessario potenziare le misure come la dote famiglia o la dote
scuola a favore dei nuclei con redditi bassi. Il Friuli Venezia
Giulia dovrebbe usare la sua specialità cercando di garantire dei
leps regionali a tutela delle famiglie più fragili, ad esempio
esentando o riducendo il costo dei servizi scolastici a gestione
comunale".
"Fa inoltre pensare - conclude Celotti - che la misura annunciata
da Fedriga preveda, a una prima lettura, una residenza di almeno
due anni in regione, proprio mentre dal Governo arriva la notizia
che i requisiti di residenza di due anni per l'assegno unico per
i figli, a seguito di una segnalazione arrivata in febbraio da
Bruxelles, verranno eliminati. Evidentemente in Fvg, dove per
l'accesso alla maggior parte delle misure sociali sono previsti
ben cinque anni di residenza, non capiamo che i servizi che
istituiamo possono diventare uno strumento di attrattività per
nuove famiglie".
ACON/COM/db