PIANO MONFALCONE. CAPOZZI (M5S): SERVONO PREVENZIONE E SALARI EQUI
(ACON) Trieste, 18 dic - "Quando parliamo di Fincantieri, ci
riferiamo ad un insediamento industriale importantissimo per i
risvolti economici e occupazionali, ma riteniamo che questo fine
non possa collidere con la sostenibilità ambientale e la dignità
lavorativa".
A dirlo in II Commissione e a riportarlo in una nota è la
consigliera regionale Rosaria Capozzi (M5S), intervenuta questa
mattina sul Piano Monfalcone.
"Come confermato dal comandante Traversa - afferma la Capozzi -,
i fenomeni di caporalato e sfruttamento di manodopera sono un
dato, i lavoratori sono in una soggezione economica, la maggior
parte di essi vengono da lontano, per cui sono ricattabili e
subiscono ricatti, per via della loro posizione vulnerabile. Per
questo, come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre chiesto di
rafforzare i controlli contro i casi di caporalato, ma anche
contro le infiltrazioni mafiose, in Fincantieri ma non solo".
"L'intervento del direttore di Asugi riprende le nostre
preoccupazioni più volte portate in Aula - così ancora la nota
della pentastellata - per quanto riguarda le attività di
controllo e ispezione. Se il 20% degli infortuni in cantiere è
dovuto alla scarsa formazione, soprattutto per le condizioni in
cui lavorano operai stranieri con una scarsa scolarizzazione e
con problemi linguistici".
"Ritengo che il problema del Piano Monfalcone, esplicitato per
sommi capi dalla sindaca della cittadina, Anna Maria Cisint, vada
inquadrato sicuramente a monte, negli appalti e subappalti, ma
collide con un tema che ci è particolarmente a cuore e che è
stato disdegnato dal Governo Meloni - conclude la Capozzi -,
ovvero il salario minimo, perché se si continuano a corrispondere
paghe insufficienti è abbastanza improbabile che si renda
attrattivo un settore che al momento lo è per lo più per gli
stranieri".
ACON/COM/rcm