AMBIENTE. AUDIZIONI IN IV COMM: LAGO TRE COMUNI, CRITICITÀ E FUTURO
Chieste rassicurazioni su progetto condotta di collegamento tra
canale Sade e sistema derivatorio Ledra Tagliamento
(ACON) Trieste, 19 dic - Prima l'illustrazione dello studio
voluto per approfondire le interazioni tra la centrale
idroelettrica di Somplago e il lago dei tre Comuni, poi le
audizioni in merito alla realizzazione di una condotta di
collegamento tra il canale Sade e il sistema derivatorio Ledra
Tagliamento. È durata oltre tre ore la seduta della IV
Commissione permanente, presieduta da Alberto Budai (Lega), che
ha visto coinvolti numerosi soggetti interessati al futuro del
lago di Cavazzo.
L'assessore alla Difesa dell'ambiente, Fabio Scoccimarro, ha
esposto il quadro della situazione a partire dalla legge
regionale 13 del 2019, che prevedeva l'istituzione di un tavolo
tecnico Laboratorio lago dei tre Comuni, voluto per individuare
criticità e proporre soluzioni per recuperare le condizioni del
lago e garantirne la fruibilità.
"A maggio 2022 - ha spiegao l'esponente della Giunta Fedriga - si
è stabilito di agire su due linee di attività, con lo studio
tecnico delle interazioni tra centrale e lago, tramite
finanziamento di 50mila euro, e con la predisposizione di un
masterplan (200mila euro). Il problema del lago nasce nel 1952 e
non si risolverà in pochi mesi: servirà agire in condivisione,
con la certezza che il lago non verrà ripristinato come prima
della centrale".
Lo studio di 400 pagine - ha proseguito Scoccimarro - è stato
presentato brevemente nei suoi contenuti di carattere ambientale
(la temperatura dell'acqua si è abbassata, la comunità ittica
modificata, si registra un'elevata torbidità in alcuni periodi),
economico e turistico, in particolare con la trattazione del tema
della gestione del materiale fine, che depositandosi sul fondo
crea un problema di mancanza di ossigeno.
Il documento definisce poi alcune azioni di mitigazioni possibile
(tra queste un protocollo di gestione materiale fine proveniente
dalla centrale, un canale che ripristini la connessione tra il
torrente leale e il lago, la realizzazione di un plan d'eau, uno
specchio d'acqua situato nelle vicinanze e separato, che aumenta
la fruibilità a scopo ricreativo) e fa una verifica di
fattibilità economica del discusso canale bypass.
Su questo, un manufatto utile a trasferire l'acqua dello scarico
della centrale direttamente all'emissario artificiale posto
all'estremità meridionale del lago, lo studio ha dato una
risposta negativa: piuttosto che separare la centrale dal lago è
meglio mitigare gli effetti della loro coesistenza con interventi
citati.
Il presidente Budai, prima di passare al secondo punto all'ordine
del giorno, ha annunciato una nuova seduta di Commissione al fine
di affrontare in modo più puntuale lo studio in presenza di
esperti.
Con l'intervento del direttore generale del Consorzio di bonifica
Pianura friulana, Armando Di Nardo, sulla realizzazione di una
condotta di collegamento tra il canale Sade e il sistema
derivatorio Ledra Tagliamento si è aperta la fase delle
audizioni. "E' un'opera attesa da oltre 60 anni, che vuole essere
a servizio del territorio. Dopo il progetto preliminare nel 2015,
si è arrivati nel 2023 al progetto definitivo e alla richiesta di
provvedimento autorizzativo unico regionale" ha affermato.
Il progetto, come riportato, non prevede e non comporta alcun
aumento della derivazione concessa dalla Regione nelle prese di
Ospedaletto dal fiume Tagliamento e Andreuzza dal fiume Ledra.
"Non comporterà un consumo aggiuntivo di una goccia d'acqua per
nemmeno un giorno in più rispetto all'attuale periodo" ha
assicurato il direttore del Consorzio. Il progetto, su cui si
aprirà una fase di confronto pubblico, ha trovato l'ok di 84
Comuni su 85 interpellati, che "hanno espresso l'impegno a
collaborare".
Infine una parola sul bypass. "Il Consorzio non è stato coinvolto
nel laboratorio - ha commentato -, che ha iniziato proseguito e
concluso il suo lavoro senza preoccuparsi della contestualità di
valutazione prevista nel piano regionale di tutela delle acque".
Aperto alla possibilità di "parlare delle due opere" Di Nardo ha
infine lanciato una proposta: "Perchè non attivarsi nella fase di
rinnovo della concessione al gestore elettrico affinché una parte
dei profitti derivanti dalla maggior produzione di energia
restino sul territorio?".
I tecnici del Consorzio hanno fornito i dettagli del progetto,
poi si è proseguito con gli altri auditi. Tra questi, il sindaco
di Trasaghis, Stefania Pisu, che ha rinnovato "l'invito a dare
riscontro alla popolazione del lavoro fatto organizzando un
incontro sul territorio", senza dimenticare "di chiarire nel
dettaglio anche l'opzione bypass". Rispetto al progetto del
Consorzio, su cui si è detta - anche a nome degli altri sindaci -
non pregiudizievolmente contraria, ha annunciato che "chiederemo
garanzie fattive e formali sull'effetto dell'acqua in entrata a
monte e quella prelevata a valle: il lago non deve diventare un
mero serbatoio vista la sua valenza sociale e turistica".
Sollecitato dalla domanda del consigliere Furio Honsell (Open)
("Il dato secondo cui il 60% dell'acqua raggiunge la presa può
essere considerato un dato inefficiente?"), è intervenuto anche
il direttore generale del Cafc, Maurizio Battiston: "Attendiamo
la chiusura dell'iter, documentazione alla mano, chiediamo al
consorzio che venga approfondito bene il tema della falda del
campo di Osoppo-Gemona".
Legambiente Fvg, con il presidente Sandro Cargnelutti, ha invece
chiesto un ragionamento sul costo dell'opera e su quali possano
essere le alternative al progetto. "A valle, una volta prelevata
l'acqua, che fare per ridurre gli sprechi e rendere il sistema
più efficiente? Bisogna capire quali interventi il Consorzio farà
con i soldi del Pnrr; si dovrebbe inoltre ridurre la pressione
sui corsi d'acqua con un progetto di ricarica delle falde e uno
di riuso dei reflui depurati".
Anche il consigliere Massimiliano Pozzo (Pd) ha sollevato alcune
preoccupazioni: l'impatto sul lago a monte ("su cui auspico
risposte chiare"), quello sulle falde e gli indennizzi e le
compensazioni.
Si sono detti non contrari a prescindere, ma bisognosi di
risposte e certezze su alcuni aspetti, anche Claudio Polano, del
Comitato per la tutela e valorizzazione del lago di Cavazzo
("serve un'indagine geologica che smentisca eventuali problemi di
rifornimento idrico per quanto riguarda i nostri acquedotti") e
Franceschino Barazzutti, del Comitato per la tutela acque del
bacino montano del Tagliamento ("Giusto insistere sulla
contestualità, dopo certe scelte prendiamo i vostri discorsi con
prudenza e vigileremo. Rispetto allo studio sul lago sono certo
che i problemi si devono risolvere definitiva, con bypass).
Via libera al progetto, invece, da parte del direttore generale
di Confindustria Udine, Michele Nencione, cui ha fatto seguito
anche l'intervento di Cristiano Melchior, presidente provinciale
di Udine di Coldiretti.
Ultima a prendere la parola Serena Pellegrino (Avs): "Quello
trattato è un tema che ambientalmente ed economicamente stimola
moltissimi interessi, ma la coperta è corta e i portatori di
interessi rischiano di esserlo solo per se stessi". Quando si
parla di compensazioni e mitigazioni, ha proseguito, "il problema
è grosso e limitarsi a tappare le falle aperte può determinare la
riproposizione del problema". La consigliera ha concluso
proponendo di portare la Commissione sul posto, calendarizzando
una visita per concluderla in un luogo istituzionale aperto ai
cittadini.
ACON/MT-fc