PIANO MONFALCONE. PELLEGRINO (AVS): È SOLO SLOGAN PROPAGANDISTICO
(ACON) Trieste, 20 dic - "Monfalcone da anni è osservata
speciale a causa della presenza di moltissimi immigrati attratti
dalla grande industria produttrice di navi da crociera.
Fincantieri rientra come stakeholder principale nella dinamica
sociale della città e, come azienda di Stato controllata dal
ministero dell'Economia e delle Finanze per l'82,77% del suo
capitale, non può dimenticare che ogni sua scelta ha delle
ricadute anche sociali".
La consigliera Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra)
commenta in questi termini l'audizione, che si è tenuta nel corso
della II Commissione lunedì, di rappresentanti tecnici e politici
per presentare il cosiddetto Piano Monfalcone.
"È emersa principalmente la condizione critica dei lavoratori,
anche rispetto al tema salariale - spiega in una nota Pellegrino
- . Si sa che gli oneri dovuti dal costo del lavoro sono alti, ma
non è più pensabile che un'azienda di Stato risolva questo
problema generando una rete di appalti e subappalti che innescano
un meccanismo di riduzione dei salari fino a raggiungere
situazioni da caporalato ed effettivo sfruttamento a basso costo".
La consigliera prosegue: "Sebbene Fincantieri abbia dichiarato
che le sanzioni amministrative fioccano e che ci sono delle
espulsioni dalla lista dei fornitori in mancanza delle carte
necessarie, i lavoratori a una manciata di euro all'ora
evidentemente aiutano ad accumulare utili. Ma lo Stato non può
ammettere una cosa del genere. L'abbiamo denunciato da anni e in
ogni sede".
"Si continua ad accettare queste prassi ormai da decenni -
rimarca Pellegrino -. Sono stati rilevati problemi di
sfruttamento, di salario al di sotto della sopravvivenza.
Monfalcone è la città dove gli stipendi sono tra i più bassi
della nostra regione. I lavoratori sono facilmente ricattabili e,
essendo in gran parte di nazionalità straniera, hanno difficoltà
a denunciare qualsivoglia reato".
Un tempo la forza lavoro "proveniva dal meridione d'Italia, oggi
da oltre 67 altri Paesi, soprattutto bengalesi, che sono poco
formati e non conoscono la lingua".
"La qualità della vita non può essere secondaria rispetto alla
quantità del lavoro. C'è bisogno di più trasparenza e legalità
per contrastare l'evasione fiscale e quella contributiva, ma è
evidente che non c'è la volontà politica di far integrare i
lavoratori stranieri che sono assolutamente necessari" aggiunge.
La consigliera prosegue ancora: "Solo al termine dell'audizione
si è compreso che il Piano Monfalcone nei fatti non esiste,
nemmeno in formato slide, è uno slogan propagandistico della
sindaca di Monfalcone che si riduce a meno subappalti, una
richiesta plausibile che anche noi chiediamo da anni, ma la
finalità, per chi governa oggi la città, è solo quella di avere
meno stranieri per le strade una volta chiusi i portoni del
cantiere navale".
Pellegrino inverte la prospettiva ("Auspico un piano economico,
ecologico, sociale e soprattutto reale") e lancia un'accusa: "Il
fatto che la Regione, assieme ai sindacati, sia stata
completamente bypassata dal Comune, che ha preferito interagire
direttamente con il ministero, è una cosa grave".
"Dobbiamo aprire un dialogo allargato anche perché - conclude -
le ricadute lavorative, sanitarie, relazionali, infrastrutturali,
abitative, scolastiche assieme a tutte quelle sociali, non sono
prerogative della sola Monfalcone. Dobbiamo tutelare oltre ai
lavoratori diretti e indiretti anche tutta la popolazione. Se
l'obiettivo del Piano Monfalcone è solamente quello di ridurre i
subappalti, la considero una boutade buona sola per fini
elettorali".
ACON/COM/mt