LA QUIETE UD. PELLEGRINO (AVS): RICCARDI VUOL TACITARE FORZE POLITICHE
(ACON) Trieste, 4 gen - "Sono politicamente pesanti le parole
di Riccardi quando intima al sindaco di Udine, De Toni, che se
vuole davvero collaborazione deve mettere ordine nella sua
Maggioranza. Ma quello che l'assessore regionale aggiunge è
sicuramente grave e anacronistico: 'Ogni casa ha i suoi problemi.
Spetta al capofamiglia risolverli'. Dichiarazioni probabilmente
dettate dal fatto che alcuni esponenti delle forze politiche che
sono in Maggioranza a Udine, ma che in Regione siedono tra i
banchi dell'Opposizione, hanno osato avanzare delle critiche
sull'aumento delle rette alla residenza protetta La Quiete".
Lo afferma la consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra
(Avs), Serena Pellegrino, in una nota congiunta con Andrea Di
Lenardo, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Possibile Udine.
"Al di là della retorica patriarcale a cui evidentemente questa
Destra non vuole proprio rinunciare - prosegue Pellegrino -, il
fatto che Riccardi pretenda di tacitare le forze politiche di
Maggioranza a Udine e all'Opposizione in Regione in cambio di
fondi per la città, suona un po' sinistro. Sicuramente
l'assessore alla Salute, alle Politiche sociali e alla Disabilità
con delega alla Protezione Civile si riferisce ai fondi destinati
anche alle infrastrutture come il cavalcavia Simonetti, per cui
servono 25 milioni".
"Dispiace leggere le dichiarazioni dell'assessore, quando
suggerisce al sindaco di Udine di tacitare le forze della sua
Maggioranza in cambio di denaro per la città, perché tradiscono
una mentalità autoritaria di chi si sente stretto e limitato
nell'esercizio costituzionale della democrazia. Evidentemente -
così ancora la nota di Avs - la difficoltà in cui si trova, dopo
aver deciso di aumentare le rette della casa di riposo La Quiete
di Udine, lo costringe a questi scivoloni. Nonostante la voce
grossa e tutti i numeri che sciorina sul giornale resta
incomprensibile, a noi come a qualunque cittadino, perché non
abbia voluto intervenire per non far lievitare la retta, che è
già molto alta e che spesso costringe chi è ospitato a vendere il
proprio patrimonio, fino alla cifra astronomica di 2.210 euro al
mese, ovvero l'8% in più, che corrisponde ad un aumento mensile
di 165 euro. Aumento inspiegabile dal momento che le casse della
Regione non sono mai state così ricche, somme ingenti frutto del
lavoro e delle imposte dei cittadini".
"Riccardi, più che intimidire le forze di Centrosinistra, che
sostengono le politiche per una società più equa, dovrebbe
rispondere ai cittadini - conclude Pellegrino - del perché ha
deciso di aumentare la retta di quasi 2.000 euro/anno, per non
parlare degli ospedali di Palmanova e Cividale, delle liste
d'attesa infinite, della privatizzazione del pronto soccorso di
Udine, della chiusura del punto nascita di San Vito al
Tagliamento, dei medici a gettone in corsia, della chiusura dei
consultori e ultimo in ordine cronologico dello strozzamento del
centro di salute mentale di Gemona".
ACON/COM/rcm