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SALUTE. PELLEGRINO (AVS): NO A CHIUSURA PUNTO NASCITA A SAN VITO AL T.

06.01.2024
11:16
(ACON) Trieste, 6 gen - "È pratica ormai consolidata dalla Giunta Fedriga strozzare il servizio sociosanitario pubblico per potenziare quello privato e permettere a quest'ultimo, di raggiungere il 40 per cento dell'intero comparto".

Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a margine della conferenza stampa promossa da Sinistra Italiana a cui hanno partecipato esponenti di tutte le forze di Opposizione in Consiglio regionale, contro la chiusura del punto nascita di San Vito al Tagliamento.

Pellegrino, che dall'inizio della legislatura denuncia le scelte politiche sulla sanità volute dall'attuale Giunta regionale, afferma: "Questo è quanto la Destra ha come programma, che sta attuando ormai da sei anni, per sanare il deficit sanitario. Quello che stupisce è che hanno vinto le elezioni non una ma due volte dichiarando che non avrebbero smantellato la sanità pubblica, che non avrebbero chiuso ospedali e che avrebbero tutelato la rete capillare del servizio socio sanitario, illudendo migliaia di cittadini".

"Le dichiarazioni dell'assessore regionale alla Salute, Riccardi, quando sostiene di aver cambiato idea in merito alla riforma Serracchiani, fa comprendere che la sua era un'opposizione di mero opportunismo elettorale. Va invece detto, con determinazione, che quella riforma ha purtroppo aperto la strada agli affari privati. E questo vale anche per il sociale. In un momento storico come questo, dove il bilancio delle casse regionali è favorevole, invece di potenziare con un progetto organico e strutturale il servizio pubblico, si mira a smantellare lo stato sociale a scapito delle persone fragili e in difficoltà".

Sulle affermazioni del presidente Fedriga in merito ai doppioni del servizio sanitario pubblico, la consigliera Pellegrino replica: "Per il presidente della Giunta regionale i doppioni nel pubblico generano inefficienza, ma se invece ci sono uno pubblico e uno privato, o peggio uno pubblico e dieci privati accreditati e convenzionati pagati con i denari del pubblico, allora va bene? Ricordo che per accedere a un lavoro nelle strutture pubbliche è necessario superare un concorso e attendere che si scorrano le liste d'attesa, mentre per ottenere un posto di lavoro in una struttura privata è sufficiente un curriculum e un colloquio con il proprietario della struttura che, per inciso, può non essere un professionista del settore e soprattutto deve pensare anche agli utili per la sua azienda".

"La nostra visione di società - conclude la consigliera di Avs - è diametralmente opposta a quella di chi in questo momento sta smantellando un comparto nascondendosi dietro alla carenza del personale. Si promuova l'eliminazione del numero chiuso nelle università e si ridia dignità ai lavoratori: metà strada sarebbe già fatta". ACON/COM/rcm



Serena Pellegrino (avs)