SALUTE. PELLEGRINO (AVS): NO A CHIUSURA PUNTO NASCITA A SAN VITO AL T.
(ACON) Trieste, 6 gen - "È pratica ormai consolidata dalla
Giunta Fedriga strozzare il servizio sociosanitario pubblico per
potenziare quello privato e permettere a quest'ultimo, di
raggiungere il 40 per cento dell'intero comparto".
Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, di
Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a margine della conferenza
stampa promossa da Sinistra Italiana a cui hanno partecipato
esponenti di tutte le forze di Opposizione in Consiglio
regionale, contro la chiusura del punto nascita di San Vito al
Tagliamento.
Pellegrino, che dall'inizio della legislatura denuncia le scelte
politiche sulla sanità volute dall'attuale Giunta regionale,
afferma: "Questo è quanto la Destra ha come programma, che sta
attuando ormai da sei anni, per sanare il deficit sanitario.
Quello che stupisce è che hanno vinto le elezioni non una ma due
volte dichiarando che non avrebbero smantellato la sanità
pubblica, che non avrebbero chiuso ospedali e che avrebbero
tutelato la rete capillare del servizio socio sanitario,
illudendo migliaia di cittadini".
"Le dichiarazioni dell'assessore regionale alla Salute, Riccardi,
quando sostiene di aver cambiato idea in merito alla riforma
Serracchiani, fa comprendere che la sua era un'opposizione di
mero opportunismo elettorale. Va invece detto, con
determinazione, che quella riforma ha purtroppo aperto la strada
agli affari privati. E questo vale anche per il sociale. In un
momento storico come questo, dove il bilancio delle casse
regionali è favorevole, invece di potenziare con un progetto
organico e strutturale il servizio pubblico, si mira a
smantellare lo stato sociale a scapito delle persone fragili e in
difficoltà".
Sulle affermazioni del presidente Fedriga in merito ai doppioni
del servizio sanitario pubblico, la consigliera Pellegrino
replica: "Per il presidente della Giunta regionale i doppioni nel
pubblico generano inefficienza, ma se invece ci sono uno pubblico
e uno privato, o peggio uno pubblico e dieci privati accreditati
e convenzionati pagati con i denari del pubblico, allora va bene?
Ricordo che per accedere a un lavoro nelle strutture pubbliche è
necessario superare un concorso e attendere che si scorrano le
liste d'attesa, mentre per ottenere un posto di lavoro in una
struttura privata è sufficiente un curriculum e un colloquio con
il proprietario della struttura che, per inciso, può non essere
un professionista del settore e soprattutto deve pensare anche
agli utili per la sua azienda".
"La nostra visione di società - conclude la consigliera di Avs -
è diametralmente opposta a quella di chi in questo momento sta
smantellando un comparto nascondendosi dietro alla carenza del
personale. Si promuova l'eliminazione del numero chiuso nelle
università e si ridia dignità ai lavoratori: metà strada sarebbe
già fatta".
ACON/COM/rcm