MIGRANTI. HONSELL (OPEN): NO PERMESSO SOGGIORNO PER DARE ATTO NASCITA
(ACON) Trieste, 10 gen - "Ogni nata, ogni nato, ha diritto ad
un nome. Lo vuole la Convenzione sui diritti del fanciullo (20
novembre 1989) che l'Italia ha ratificato con la legge 176/1991,
nel rispetto dell'articolo 10 della Costituzione. Perciò il
diritto di ogni nato e nata deve essere sancito senza ostacoli. E
nel momento in cui un genitore si presenta allo sportello del
proprio Comune per registrare l'atto di nascita della sua
creatura, deve essere certo che non gli saranno richiesti
documenti inerenti il soggiorno: il diritto assoluto della nuova
persona che viene al mondo non può trovare ostacoli nella
condizione di chi lo ha generato. Ma questo non è assicurato in
Italia".
Lo afferma in una nota Furio Honsell, consigliere regionale di
Open Sinistra Fvg.
"Vige ancora la modifica della cosiddetta legge Turco-Napolitano
operata dall'allora ministro Maroni nel 2009 - fa presente
Honsell -, che richiede ai genitori di presentare il permesso di
soggiorno per poter ottenere il certificato di nascita del figlio
o della figlia".
"Alcune settimane fa - aggiunge l'esponente di Open Fvg - ho
depositato anche in questa legislatura regionale una proposta di
legge nazionale a cui hanno apposto la firma tutti i consiglieri
regionali di Opposizione per poter eliminare tale prescrizione
aggiuntiva. Senza questa modifica di legge, il nostro Paese non
raggiunge l'obiettivo 16.9 degli Obiettivi dello sviluppo
sostenibile (SDG) dell'Onu e quindi si sottrarrebbe alla
possibilità di dare il proprio contributo al 'Programma d'azione
per le persone, il pianeta e la prosperità' rappresentato
nell'Agenda 2030".
"È pur vero che la circolare n. 19/2009 (emanata dalla Direzione
centrale per i Servizi demografici del ministero dell'interno)
autorizza il rilascio del certificato di nascita anche in assenza
del permesso di soggiorno, ma è evidente - commenta Honsell - che
ciò non è sufficiente a rendere civile il nostro Paese: sappiamo
inoltre che questa circolare non è sempre nota e il mantenere una
norma di legge che impone esattamente l'opposto non può che
impaurire chi già si trovi in difficoltà".
Il suo auspicio è che "la norma possa essere fatta propria dal
Consiglio regionale e quindi dal Parlamento. È giunta l'ora per
tutti di mettersi dalla parte dei bambini 'invisibili' sia in
Italia che nel mondo".
ACON/COM/rcm