SALUTE. PELLEGRINO (AVS): DISPOSITIVI MEDICI, RIPIANARE SPESE REGIONE
(ACON) Trieste, 11 gen - "Prosegue la tragica e iniqua vicenda
del payback sui dispositivi medici, meccanismo nazionale che già
ha costretto le aziende fornitrici della Regione a partecipare
con 128 milioni di euro complessivi al ripianamento del
superamento del tetto di spesa registrato tra il 2015 e il 2018,
devastando i bilanci aziendali e determinando una crisi
gravissima del settore, non tanto per le multinazionali ma in
massima parte per le piccole e medie imprese biomedicali
fornitrici degli ospedali e delle altre strutture del Ssr,
schiacciate dalla prospettiva di chiusura dell'attività".
Così, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino
(Avs) che ha proseguito: "A fine dicembre, infatti la Direzione
centrale Salute ha trasmesso al Ministero della Salute la
quantificazione del fatturato totale del 2019, al lordo dell'Iva,
come risultante dai dati forniti dalle Aziende sanitarie, dal
Burlo Garofolo e dal Cro di Aviano: 186.276.161,93 euro. Sulla
parte di questa cifra che rappresenta lo sforamento del tetto di
spesa i contabili ministeriali calcoleranno l'importo del payback
a carico delle singole aziende, nella misura del 50 % delle spese
in eccesso effettuate dalla Regione e per quote rapportate alle
fatture emesse".
Pellegrino ha continuato ricordando anche che, salvo proroghe,
entro gennaio la Direzione Salute dovrà fornire i dati delle
annualità 2020 e 2021.
"La messa in moto del meccanismo per ulteriori annualità di
ripianamento certamente non lascia sereni gli imprenditori -
spiega l'esponente di Opposizione - che tuttavia sono
incoraggiati a ben sperare dal fatto che la Magistratura ha
aperto un varco là dove invece il Governo resta incapace di
azioni efficaci, tanto sul piano dell'equità e della tutela delle
imprese quanto su quello di una nuova e sana programmazione e
gestione della spesa sanitaria".
"Infatti - conclude la consigliera di Avs - il Tar Lazio, dopo
numerosi provvedimenti cautelari a fronte di una poderosa ondata
di ricorsi da parte delle imprese "vittime" del payback
2015-2018, a fine novembre scorso ha riconosciuto che il
famigerato istituto manifesta i sintomi di alcune letali
patologie e ha rimesso la questione della legittimità delle norme
che l'hanno istituito alla Corte Costituzionale affinché ne
valuti la coerenza con gli articoli 3, 23, 41 e 117 della nostra
Carta".
ACON/COM/li