SALUTE. III COMM, COOPERAZIONE SOCIALE IN AUDIZIONE: MANCA PERSONALE
(ACON) Trieste, 18 gen - Più di duecento imprese e quasi 15mila
addetti. Tra i quali anche 814 persone svantaggiate, passate
dalla condizione di assistiti a quella di lavoratori a pieno
titolo. Sono i numeri-chiave con i quali il mondo della
cooperazione sociale si è presentato oggi in audizione alla III
Commissione consiliare, convocata in aula dal presidente Carlo
Bolzonello (Fp), che a causa di un impegno personale legato a un
lutto ha poi lasciato la conduzione dei lavori al suo vice
Michele Lobianco (FI).
I presidenti di Legacoopsociali, Paolo Felice, e di
Confcooperative Federsolidarietà Fvg, Luca Fontana - alla
presenza anche del rappresentante di Agci Solidarietà Fvg, Andrea
Carlini - hanno messo sul piatto una serie di temi e di auspici:
dalla valorizzazione del sistema del welfare in favore di
anziani, minori, persone fragili e svantaggiate, alla
"centralità" del concetto di budget di salute, dalla
"preoccupazione per il nuovo modello di gestione delle società in
house" all'esigenza di rafforzare i criteri che negli appalti con
la pubblica amministrazione vedono premiare la qualità rispetto
al prezzo. E ancora: la necessità di inserire come vincolo la
clausola dell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate
"perché quei numeri sono in calo" e il forte auspicio che il
rinnovo contrattuale nazionale, che prevede un aumento del 10 per
cento in 2 o 3 annualità, possa essere recepito dalla Regione
adeguando il valore degli appalti. Il tema del personale è
infatti centrale, in particolare a causa di "due gravissime
carenze: mancano soprattutto educatori e operatori socio-sanitari
(Oss)".
Numerosi consiglieri hanno risposto a queste sollecitazioni,
sviluppando riflessioni e chiedendo chiarimenti. Nicola Conficoni
(Pd) ha posto l'accento sulla carenza di personale, chiedendo al
mondo della cooperazione se ritenga azzeccata l'idea di proporre
incentivi per partecipare ai corsi di formazione. "Gli incentivi
ci sono già, per 3,50 euro all'ora - gli ha risposto Felice - ma
siamo nella situazione in cui si fa fatica anche solo a
completare le classi". "Al mondo della cooperazione viene chiesto
molto, forse anche troppo - ha osservato Serena Pellegrino (Avs)
- perché si tratta di sopperire alle mancanze del pubblico. Non
vorrei che tra 10 anni qualcuno dicesse loro: non siete stati in
grado di coprire tutte le esigenze della generazione più
popolosa, quella che oggi ha tra i 55 e i 62-63 anni, e dunque il
fallimento è vostro".
Francesco Martines (Pd), immaginando un ruolo fondamentale per la
cooperazione sociale nel ridisegno del sistema socio-sanitario,
si è chiesto quanto pesi concretamente la formula della
co-progettazione: "Se ne parla da anni, ma non riesco ancora a
vedere i grandi progetti". Massimo Moretuzzo, capogruppo del
Patto-Civica, ha auspicato "un cambio di paradigma sul tema della
residenzialità diffusa, che possa far leva sulle piccole
comunità. Un indirizzo che richiederebbe un cambio di passo
importante nella destinazione delle risorse, immaginando un
modello di partenariato pubblico-privato".
La dem Manuela Celotti ha insistito invece sul tema della
co-programmazione, "perché mi sembra che non si stia percorrendo
quella strada" e degli stipendi "decisamente troppo bassi per
persone che con il loro lavoro incidono sulla qualità di vita di
tanti. E ci ricordiamo ancora poco - ha concluso Celotti - di
quanto il terzo settore possa essere innovatore". Parole
"condivise pienamente" dagli auditi, che hanno ricordato un
primato storico del Fvg, ovvero "la cooperativa Basaglia che fu
la prima cooperativa sociale italiana e addirittura anticipò la
norma giuridica". "Qui si evidenziano due fragilità - ha
commentato dal canto suo Carlo Grilli (Fp) -: quella delle
persone alle quali sono rivolti i servizi e quella degli
operatori, che vedono diminuire il loro potere d'acquisto. A
queste due problematiche complesse bisogna dare risposte
complesse, tutti insieme e senza distinzioni di parte. Ricordando
che la nostra regione è stata spesso apripista in questo campo".
Enrico Bullian (Patto-Civica) ha invece messo in rilievo come
"gli enti locali abbiano a disposizione strumenti che troppo
spesso non sfruttano", citando l'esempio concreto di un progetto
complesso portato a termine da persone con disabilità utilizzando
la formula dei lavoratori di pubblica utilità. La pentastellata
Rosaria Capozzi ha chiesto e ottenuto, infine, i numeri delle
società in house attualmente all'opera in Fvg nel campo della
cooperazione sociale (2 aziende attive e una in fase di
costituzione, le è stato risposto).
È toccato poi all'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi,
tirare le somme del dibattito. Rassicurando innanzitutto gli
auditi sul tema degli aumenti contrattuali: "In Finanziaria
abbiamo incrementato le risorse per consentire alle stazioni
appaltanti di venire incontro alle esigenze poste dagli auspicati
rinnovi contrattuali". Rispondendo in particolare all'intervento
di Pellegrino, l'assessore ha espresso il suo auspicio "di
trovare una terza via tra la risposta istituzionale diretta e
l'economia pura di mercato, nel campo delle strutture
residenziali per non autosufficienti. Il meccanismo del
pubblico-privato - ha detto Riccardi - significa
corresponsabilizzazione: il pubblico definisce e fa rispettare
gli standard, il privato partecipa. E credo che la cooperazione
sociale possa avere un grande ruolo in questo contesto".
ACON/FA