FINE VITA. CABIBBO (FI): GUARIRE QUANDO È POSSIBILE, CURARE SEMPRE
(ACON) Trieste, 18 gen - Dalla parte della vita, anche
difficile. Senza cedere alla tentazione narcotizzante e
definitiva della morte facile. Scegliendo la cura, in antitesi
all'abbandono. Con l'obiettivo di combattere la sofferenza, ma
non accelerare il processo crepuscolare del sofferente cui,
invece, la sanità pubblica ha il dovere di garantire ogni
supporto, anche psicologico.
Questo è il messaggio principale emerso questo pomeriggio - come
si legge in una nota - nel seminario "The Care Day - Libertà e
dignità nella Cura" tenutosi presso la sala Tessitori del
Consiglio regionale a Trieste.
"L'evento, organizzato in Friuli Venezia Giulia dal capogruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale, Andrea Cabibbo, è stato
promosso a livello nazionale dal network "Ditelo sui tetti" e si
è svolto in nove consigli regionali (in Friuli Venezia Giulia,
Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana,
Sicilia e Veneto) con la partecipazione di oltre centro esperti
di indiscussa autorevolezza scientifica e professionale:
palliativisti, bioeticisti, giuristi, rappresentanti di
associazioni e istituzioni, preceduti da interventi in
collegamento nazionale, come Angelo Vescovi, presidente del
Comitato nazionale di Bioetica (Cnb) e Mario Melazzini, medico
ricercatore, direzione generale Welfare Lombardia. Nella nostra
regione si è collegato anche Giuseppe Casale, responsabile
clinico hospice Campus biomedico di Roma e il prof. Gianluigi
Gigli, senior professor di Neurologia dell'Università di Udine,
il giurista avv. Domenico Menorello e i fondatori
dell'associazione "Amici di Ale", Giancarlo Pivetta e Loredana
Beltrame, che hanno portato la loro testimonianza di genitori di
un ragazzo in stato vegetativo persistente a seguito di un
incidente stradale".
Proprio Cabibbo tira le fila di un evento che "ha costituito
un'operazione trasparenza sul tema della vita e della morte.
L'idea di fondo è togliere il velo di pietismo a chi fa leva
sulla sofferenza e considera una libertà individuale assecondare
chi non ce la fa più. L'obiettivo della sanità, secondo noi, è
portare a compimento una missione irrinunciabile di tutte le
istituzioni (legislatore, giustizia, servizio sanitario) aiutando
i sofferenti secondo il principio fondamentale della medicina:
guarire quando è possibile, avere cura sempre".
Cabibbo sottolinea come "sia dirimente chiarire tre principi. Il
primo è giuridico: le sentenze, sia pure della Corte
Costituzionale, non si possono sostituire alla legge, creando
pretesi diritti e, in ogni caso, non spetta alle singole Regioni
legiferare su questo tema. Il secondo è medico, più precisamente
palliativistico: serve un potenziamento di queste cure, per
accompagnare e curare il sofferente. Il terzo è etico: un
cittadino avrà più fiducia verso un sistema sanitario che vuole
curare il malato o nei confronti di un modello che condanna alla
morte, pur con l'alibi di eliminare il dolore?".
Chiude Cabibbo: "La politica ha il compito di fare sintesi tra
questi tre principi, approfondire il tema e maneggiarlo con
competenza e grande rispetto, guidando un processo informativo
leale. Chi invoca battaglie di civiltà inizi adottando un
approccio responsabile anche nella scelta del lessico. In questi
giorni ha vinto la politica che ha saputo respingere ingerenze
esterne e non rispettose dei ruoli".
ACON/COM/fa