AMIANTO. PELLEGRINO (AVS): CORRETTIVI ALLA NORMATIVA DEL FONDO VITTIME
(ACON) Trieste, 24 gen - "L'interrogazione che ho sollecitato
al senatore Tino Magni, Alleanza Verdi e Sinistra, presidente
della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di
lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute
e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati,
coinvolge il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali per
chiedere dei correttivi alla normativa del nuovo Fondo per le
vittime dell'amianto. Inoltre focalizza nuovamente il fatto che,
per le società partecipate pubbliche, gli oneri finiscono sempre
a carico della collettività mentre i profitti vengono distribuiti
ai soci compresi quelli privati".
Lo dichiara in una nota la consigliera regionale Serena
Pellegrino (Avs) commentando "l'atto di sindacato ispettivo di
Magni, in cui si mettono in evidenza intenti non condivisibili
del nuovo Fondo vittime amianto, la cui gestione è in capo
all'Inail che per il 2023 ha già chiuso al 15 gennaio scorso i
termini per la presentazione delle domande di accesso alle
prestazioni".
"Gli interventi del Fondo - prosegue Pellegrino - riguardano i
lavoratori, e i loro eredi, dipendenti di società partecipate
pubbliche che hanno contratto patologie asbesto-correlate durante
l'attività lavorativa prestata presso i cantieri navali, ai quali
non sia stato pagato quanto stabilito a carico della società
datrice di lavoro a titolo di risarcimento del danno,
patrimoniale e non patrimoniale. Ma sono estesi anche alle
società partecipate pubbliche (ad esempio Fincantieri) che nel
2023 abbiano adempiuto, e lo dimostrino con apposita quietanza,
all'obbligo di pagare il risarcimento di danni patrimoniali e non
patrimoniali, riconosciuti in favore dei lavoratori".
"Il senatore Magni evidenzia inoltre - così ancora la consigliera
regionale - che il rifinanziamento del Fondo con la legge di
bilancio dello Stato per il 2024 di 20 milioni di euro per
ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 è stato disposto sottraendo
risorse economiche al Fondo sociale per occupazione e formazione,
stranamente per l'importo di quasi 29 milioni di euro per ogni
annualità".
"Resto interdetta - conclude Pellegrino - visto che del Fsof
abbiamo bisogno come il pane, considerato che finanzia interventi
relativi tra l'altro agli ammortizzatori sociali in deroga, i
contratti di solidarietà, gli interventi per i lavoratori di
imprese in aree di crisi industriale complessa, le misure
ampliative a favore della Cassa integrazione guadagni ordinaria e
la Cassa integrazione salariale operai agricoli, svariate
politiche attive del lavoro per il mantenimento dei redditi e per
incentivare l'occupazione".
ACON/COM/rcm