OVOVIA. MASSOLINO (PAT-CIV): ADESSO BASTA, PRETENDIAMO TRASPARENZA
(ACON) Trieste, 25 gen - "C'è ben poco da essere positivi:
Dipiazza è sempre più solo a difendere quello che agli occhi di
tutti, anche del Governo, è indifendibile. Il sindaco di Trieste
dovrebbe finalmente ammetterlo e dirottare tutti gli sforzi su un
nuovo progetto, che sia davvero utile alla cittadinanza e
compatibile con l'ambiente, come il tram, per evitare di perdere
i finanziamenti. Incredibile che l'Amministrazione comunale non
abbia mai reso noti questi problemi nell'iter del progetto:
Dipiazza deve, per una volta, essere trasparente e raccontare
perché ha sempre negato che ci fossero problemi con i diversi
ministeri".
Così in una nota Giulia Massolino, consigliera regionale del
Gruppo Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, commenta le nuove
rivelazioni circa l'iter autorizzativo del progetto di ovovia del
Comune di Trieste.
"Grazie agli accessi agli atti fatti dal consigliere del Pd
Francesco Russo - evidenzia la Massolino - non soltanto veniamo a
scoprire che il ministero dell'Ambiente non è affatto d'accordo
col progetto rilevando le problematiche che già aveva rilevato il
ministero della Cultura, ma scopriamo anche che il sindaco ha
sistematicamente omesso particolari non secondari nell'iter del
progetto, che pure erano stati richiesti nelle diverse
interrogazioni di Adesso Trieste in questi anni. Questo significa
mentire ai cittadini, ai consiglieri di Minoranza e forse anche
agli stessi consiglieri di Maggioranza, che magari qualche
malumore nel legare strettamente la loro azione amministrativa e
politica a un'opera del genere cominciamo ad averlo".
La consigliera ricorda che "oltre alla petizione al Parlamento
europeo portata avanti dal comitato No Ovovia, è in attesa di
risposta un'interrogazione al Parlamento europeo depositata a
dicembre dal partito European Free Alliance, di cui il Patto per
l'Autonomia fa parte, a seguito della Valutazione di incidenza
ambientale (Vinca) negativa".
"Se anche il ministero dell'Ambiente ha dubbi seri sul progetto -
fa presente l'autonomista -, rischiamo che in sede di valutazione
la Commissione europea ritenga non rispettato il criterio di non
impatto ambientale, il che significa semplicemente che il
finanziamento non sarebbe più erogato: oltre al danno, anche la
beffa. Le triestine e i triestini si troverebbero sulle spalle
non solo gli ingenti costi di manutenzione ordinaria e
straordinaria di oltre 5 milioni all'anno, ma anche l'intero
importo dei costi di costruzione: 62 milioni di euro, che questa
volta non credo che sarà la Regione, con il suo Bilancio, a
togliere le castagne dal fuoco a un sindaco pericolosamente solo
e accanito".
ACON/COM/rcm