COMUNI. AUDIZIONE IN V COMM: CARENZA PERSONALE, VERSO CONCORSO UNICO
(ACON) Trieste, 25 gen - I numeri sono impietosi. Dal Duemila a
oggi il Fvg ha perso 2000 dipendenti a livello di comparto unico,
come ha riferito Manuela Celotti (Pd) illustrando la sua
richiesta di audizione sulla carenza di personale negli enti
pubblici. E se allarghiamo lo sguardo all'intero Paese, come ha
fatto l'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, un
terzo dei Comuni italiani, ben 2437 municipi, viaggia - si fa per
dire - con meno di cinque dipendenti.
Ma nel corso di una lunga seduta della V Commissione, iniziata al
mattino e ripresa nel primo pomeriggio sotto la presidenza di
Diego Bernardis (Fp), sono state messe a fuoco molte altre
criticità del sistema, con un'analisi per la maggior parte
condivisa tra consiglieri di Maggioranza e di Opposizione.
Si è partiti dalle relazioni degli auditi, ovvero i vertici
dell'Anci Fvg. Con il coordinatore regionale della Consulta per i
piccoli Comuni, Franco Lenarduzzi, che ha introdotto uno dei temi
più citati nel corso del successivo dibattito, l'idea di una
scuola di formazione per la pubblica amministrazione, con
l'attivazione di corsi-concorso per ridurre i tempi delle
assunzioni. Il segretario generale dell'associazione dei Comuni,
Alessandro Fabbro, ha invece messo il dito nella piaga degli
attuali concorsi, scelti quasi sempre da chi ha già un lavoro nel
comparto unico. Come dire che il pubblico impiego non attrae più
i laureati in cerca di occupazione. E il presidente di Anci,
Dorino Favot, ha auspicato la possibilità di utilizzare concorsi
regionali anche per la copertura di posti nei Comuni, specie i
più piccoli, in difficoltà nell'organizzazione dei bandi.
Tutti temi ripresi da Roberti nel suo primo intervento. In cui ha
voluto innanzitutto ricordare "le risposte già date dalla Giunta,
in particolare con il sistema delle soglie che ha rimosso il
problema dei vincoli sul turnover del personale, e con il braccio
operativo dell'Anci, la Conpa, in grado di fornire supporto ai
Comuni in difficoltà". Poi l'assessore è passato alle risposte da
dare al nuovo, grande problema, maturato negli ultimi 5 anni, e
cioè che "ora, pur potendo assumere, non si trova più il
personale". Bisogna allora, ha suggerito, "raccontarsi in modo
diverso, cambiare linguaggio, con una campagna comunicativa
simile a quella adottata da altri soggetti pubblici come
l'Esercito", andando incontro ai futuri dipendenti già nelle
scuole. L'altra strada maestra secondo Roberti è l'approdo al
"concorsone", ovvero a "graduatorie uniche tra Regione e Comuni,
con un unico concorso per tutte le figure professionali
richieste. Ma può funzionare solo se la gran parte dei municipi
aderiscono".
Ampia la platea dei consiglieri, in gran parte ex sindaci, che
hanno scelto di intervenire. Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga
presidente, è convinto che oggi "la Regione abbia pochi margini
di manovra perché il comparto è complesso e si è costretti ad
operare dentro una stratificazione normativa incredibile.
L'alternativa è scardinare completamente il sistema e
ridisegnarlo da capo". Di Bert auspica comunque "indennità per
chi opera nei piccoli Comuni, legate alle maggiori assunzioni di
responsabilità. Anche la scuola di formazione è un'ottima idea. E
bisogna rendere fascinosa l'attività del dipendente pubblico, un
po' come hanno fatto i cuochi tramite trasmissioni tv e fiction".
Favorevole al corso-concorso "che aumenterebbe l'attrattività e
il buon nome dei dipendenti pubblici" anche Marco Putto
(Patto-Civica), che pensa pure "all'opportunità che potrebbe
fornire la reintroduzione delle Province in termini di risposte
agli enti locali". Quanto ai modelli organizzativi, il
consigliere reputa "impensabile un futuro senza fusioni tra
piccoli Comuni". Del possibile ruolo dei nuovi enti intermedi ha
parlato anche il collega di gruppo Enrico Bullian, immaginando
"una stazione appaltante che faccia riferimento alla Provincia".
Sì convinto anche "alle graduatorie uniche regionali, progetto da
perseguire con decisione". Meno entusiasta della proposta di
centralizzare i concorsi invece Andrea Carli (Pd), che ha
invitato a tener presenti i problemi logistici di spostamento dei
lavoratori, invitando ad adottare "almeno una dimensione
provinciale". Invoca "una riorganizzazione burocratica e
amministrativa" Rosaria Capozzi (M5S), favorevole dal canto suo
"alla graduatoria unica regionale, per evitare la cosiddetta
migrazione concorsuale".
Francesco Martines (Pd) ha spostato invece il focus
sull'organizzazione, convinto che "anche per risolvere il
problema della carenza di personale servano le aggregazioni degli
enti, attorno a Comuni che siano già strutturati: su questo i
cittadini, a cui interessano i servizi, sono già più avanti di
noi. Bisogna incentivare economicamente l'aggregazione di
funzioni e dare, da parte della Regione, indicazioni sulle
possibili unioni territoriali". Igor Treleani (FdI) ha condiviso
l'analisi di Martines sulle caratteristiche di precarietà e
fluidità del lavoro a cui oggi molti giovani sono abituati, e si
è chiesto provocatoriamente "se sia davvero indispensabile che i
dipendenti che vanno a lavorare nei Comuni debbano far parte del
comparto unico", immaginando "altre forme di reclutamento del
lavoro". Ha insistito sulle aggregazioni anche Furio Honsell
(Open): "Oggi se non hai giuristi e urbanisti non vai da nessuna
parte, non c'è altra via di uscita se non quella scelta già
trent'anni fa dalla Francia, con la comunità di Comuni, pur
mantenendo i sindaci. E bisogna adeguare gli stipendi, oggi
troppo bassi".
Un'aggregazione di Comuni che "va rafforzata" anche secondo
Massimiliano Pozzo (Pd), che è favorevole alla proposta del
concorso unico "per evitare la presenza delle stesse persone in
molte e diverse graduatorie". Il consigliere dem chiede inoltre
"una ricognizione puntuale dei procedimenti amministrativi nei
Comuni", spesso troppo complessi e onerosi. "Ok alla scuola di
formazione", ha detto infine la collega del Pd Laura Fasiolo, "ma
che sia snella ed efficace come un open day. Nei Comuni servono
persone competenti, utilizzando anche l'esperienza di chi è già
in pensione per affiancare i giovani nel processo formativo".
La parte finale del dibattito ha visto un vivace botta e risposta
tra Roberti e la consigliera Celotti, che ha chiesto "di uscire
da qui con un mandato chiaro alla Giunta, se non altro per
bloccare l'esodo dei dipendenti: introdurre le premialità che i
sindaci chiedono e che devono essere sostanziali. Se non ci
muoviamo in questo senso, abbiamo perso la sfida in partenza".
L'assessore le ha replicato ricordando "che i nostri contratti
devono essere certificati dalla Corte dei Conti, e questo vale
anche per le indennità. Se triplicassi le indennità per i piccoli
Comuni, da un'altra parte dovrei andare a tagliare, anche perché
la Corte dei Conti fa il confronto tra noi e il Veneto, Regione
ordinaria, dove le paghe dei comunali sono più basse".
ACON/FA
L'assessore Pierpaolo Roberti e, a destra, Diego Bernardis (Fp), presidente della V Commissione
Manuela Celotti (Pd), che ha richiesto l'audizione sul tema del personale nei Comuni
Dorino Favot, presidente dell'Anci Fvg
Francesco Martines (Pd)
Mauro Di Bert, capogruppo di Fp
Rosaria Capozzi (M5S) e Furio Honsell (Open)
Igor Treleani (FdI)
Marco Putto (Patto-Civica)