COMUNI. AUDIZIONE IN V COMM: COMUNITÀ VOLONTARIE OK, IMPEGNO PROSEGUE
(ACON) Trieste, 25 gen - Comunità volontarie: un'esperienza
finora positiva, suppur ancora incompleta, foriera di preziose
indicazioni ed efficaci risultati, sulla quale tuttavia pare
necessario soffermarsi con estrema attenzione per valutare le
criticità emerse, potenziando in maniera adeguata i passaggi che
possono portare a un ulteriore salto di qualità.
Questo quanto emerso nell'aula di piazza Oberdan a Trieste nel
corso dei lavori della V Commissione consiliare, presieduta da
Diego Bernardis (Fp), incentrati su un'audizione dedicata allo
stato di attuazione delle comunità volontarie, alle prospettive
di sviluppo di tali forme associative e alle necessità derivanti
dal processo di conferimento delle funzioni comunali.
L'appuntamento, richiesto dalla dem Manuela Celotti, è stato
introdotto dalla stessa consigliera che ha esplicitamente
auspicato "di lavorare sempre più per trovare un indirizzo
organizzativo chiaro che consenta di migliorare ulteriormente.
Una volta chiuse le Uti, alcuni territori avevano espresso la
volontà di creare le comunità volontarie: era quindi doveroso
sentire dalla viva voce dei protagonisti le difficoltà, i punti
di forza e le prospettive di sviluppo. La comunità - ha aggiunto
- può garantire una qualità di servizi superiore, ma la Regione
deve sostenere i percorsi che stanno dando risposte ai problemi
dei Comuni".
L'assessore regionale ad Autonomie locali e Funzione pubblica,
Pierpaolo Roberti, è quindi partito da una serie di
considerazioni sul tema dei finanziamenti, ribadendo la sua
disponibilità "a lavorare ancora con impegno per verificare
l'esistenza di ulteriori strumenti e soluzioni alternative, ove
consentito dalle norme. L'obiettivo è quello di aiutare ancora di
più le comunità a lavorare meglio, dopo gli ottimi risultati
conseguiti e i numeri significativi evidenziati".
Di seguito, sono state presentate le approfondite relazioni dei
presidenti delle Comunità stesse. Partendo da quella di Andrea De
Nicolò (vertice della Comunità della Riviera Friulana e sindaco
di Precenicco) in rappresentanza di 12 Comuni e circa 56mila
abitanti. Dopo aver descritto con soddisfazione le attività
svolte in aree territoriali diversificate, ha anche ammesso che
"non è tutto oro quello che luccica. È infatti necessario
lavorare sui fondi e affrontare il tema delle dotazioni
organiche".
Il primo cittadino di Cividale del Friuli, Daniela Bernardi
(presidente della Comunità del Friuli Orientale) si è invece
espressa insieme al presidente uscente e oggi vicepresidente
Enrico Basaldella (a sua volta sindaco di Moimacco). Ne è uscita,
grazie anche alla diffusione di alcune slide, la necessità di
"far prevalere un grande senso di responsabilità, mantenendo
l'identità dei Comuni coinvolti". Spaziando tra vantaggi e
svantaggi di convenzioni e unioni, sono state anche segnalate le
operatività svolte per un bacino di 36mila abitanti di 8 Comuni.
La richiesta, invece, è stata quella di adeguare alle necessità
il fondo di regia.
Roberto Felcaro (Comunità del Collio e sindaco di Cormons) ha
evidenziato il titolo "di comunità volontaria più giovane, dopo
aver seguito un percorso burocratico e di condivisione delle
volontà che ha unito 10 Comuni per circa 20mila abitanti. Io e
gli altri sindaci ci crediamo! È però necessario migliorare sui
temi del personale e del digitale con maggiori quote per
l'operatività di base".
Intervenuto in modalità telematica, Massimo Piccini (presidente
della Comunità Sile Meduna e sindaco di Azzano Decimo) ha
ricordato che, proprio come Cormons, anche la sua città "offre
personale e sopperisce alle eventuali mancanze che possono
colpire Chions e Pravisdomini per un totale di 22-23mila
abitanti. Il passaggio Uti-Comunità è stato penalizzante per le
spese prima coperte interamente dalla Regione e i problemi
attuali riguardano soprattutto le risorse umane".
Il segretario generale di Anci Fvg, Alessandro Fabbro, ha
ripercorso la storia delle sperimentazioni aggregative,
esprimendo il favore del sodalizio da lui rappresentato "verso
quelle che si formano dal basso, tenendo conto della complessità
del territorio. La realtà può essere modificata, ma va
accompagnata senza cercare scorciatoie. L'aggregazione è quindi
la risposta più intelligente ai problemi dei Comuni e, davanti ai
risultati, nessuno torna mai indietro".
La discussione generale è stata aperta da Massimo Moretuzzo
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) che, pur non componente della
Commissione, ha invitato "a ragionare tutti insieme per
affrontare le criticità, espresse in modo trasversale. Qualsiasi
provvedimento preso per i singoli Comuni è infatti insufficiente:
la strada giusta è quella dei processi aggregativi. Poi, però, va
definito come, quando e chi ossa stimolare questi percorsi. La
bontà dei risultati è evidente, ma siamo ancora lontani da un
punto ottimale. Oggi la cautela deve fare i conti con l'urgenza".
Andrea Carli (Pd), oltre ad aver introdotto il tema delle
comunità di montagna, ha premesso di aver "percepito l'entusiasmo
degli ospiti, tornando indietro di qualche anno, quando le unioni
erano obbligatore ma molti sindaci le avevano accolte comunque
con apprezzamento. Mi fa piacere che stiano procedendo con il
piede giusto per condividere le risorse in modo volontario".
Markus Maurmair (FdI) ha infine auspicato "un atteggiamento di
maturità da parte di tutta classe politica per evitare
fallimenti. Il percorso avviato richiede anche la maturità degli
amministratori, cercando di evitare condizionamenti dovuti alle
periodiche tornate elettorali".
Al termine della seduta, ancora Celotti ha tirato le somme
evidenziando "la percezione di un lavoro importante che ha dato
risultati concreti. A 4 anni dalla norma del riassetto degli enti
locali, però, ora è normale fermarsi un attimo, valutando
cos'abbia funzionato e cosa no. Urge anche un cambio di paradigma
sui finanziamenti. Lo strumento gestito con libertà organizzativa
dai sindaci nel rispetto dei territori - ha concluso - ha
funzionato anche in modo trasversale. La sfida è quella di
riuscire a capire come sostenere e incentivare le comunità per
garantire servizi di qualità".
ACON/DB