FOTOVOLTAICO. GRUPPO PD: FVG IN RITARDO, FEDRIGA BATTA UN COLPO A ROMA
(ACON) Trieste, 5 mar - "In maniera decisamente tardiva e
quando i buoi sono ormai scappati, la Regione si interessa degli
impianti fotovoltaici su terreni agricoli, ora che i Comuni sono
ormai travolti e invasi in maniera del tutto incontrollata. Visto
che l'intenzione comune è di dare una regolamentazione, allora
Fedriga batta un colpo a Roma affinché si trovi una soluzione".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Francesco
Martines, Massimiliano Pozzo e Andrea Carli (Pd) a margine della
seduta della IV Commissione riunita per l'audizione in merito
all'installazione di impianti fotovoltaici sul suolo agricolo con
gli assessori regionale alla Difesa dell'ambiente, Fabio
Scoccimarro, e alla Risorse agroalimentari, Stefano Zannier,
aoltre ai rappresentanti di associazioni, categorie economiche e
sindaci.
"La situazione che si è venuta a creare - afferma Martines - è
paradossale. Tutti gli auditi si sono detti contrari a questi
parchi fotovoltaici, al consumo di suolo irragionevole, alla
valorizzazione di un'agricoltura innovativa e quindi alla
necessità invece di utilizzare caserme dismesse, tetti dei
capannoni industriali e agricoli, cave e discariche dismesse,
terreni degradati. La realtà attuale è che ci sono 1.300 ettari
di terreni coperti o in fase di copertura da pannelli
fotovoltaici, sindaci impotenti e una Regione che da anni non è
in grado di dare risposte perché, dice, bloccata da norme
nazionali che non possono essere cambiate o che non si vogliono
modificare. È evidente che tutte queste voci non sono state
ascoltate prima e che ora si sta cercando in qualche modo di
correre ai ripari con mozioni e audizioni, a questo punto
evidentemente tardive, buone solo a scusarsi con i cittadini che
ora si trovano difronte a questa sciagura ambientale".
"Eppure è necessario agire - rimarca Martines -, si approfitti
della posizione privilegiata di Fedriga quale presidente della
Conferenza delle Regioni e della perfetta intesa fra Maggioranza
governativa in regione e anche a Roma, per far valere le ragioni
che abbiamo sentito oggi in IV Commissione, definendo regole
precise e indicando dove si possono posizionare questi parchi
fotovoltaici e magari definendo degli 'indici di saturazione' per
calibrare gli insediamenti in rapporto al territorio di ogni
Comune".
Secondo Pozzo, "va fatta innanzitutto la considerazione che la
Regione è fuori tempo massimo rispetto agli impianti che essa
stessa ha già autorizzato: oggi lo scopo dell'intervento può
essere di limitare sviluppi futuri e gestire una situazione
locale, in più Comuni, ormai esplosiva, tra le molteplici
preoccupazioni di cittadini e comitati ai quali non possiamo
certo raccontare che la risposta della Regione è una mozione. Su
questo tema c'è fin troppa timidezza, è impensabile che il Friuli
Venezia Giulia, che ha competenza primaria sull'agricoltura e con
grandi capacità di pianificazione, non possa fare o dire nulla, o
non possa cercare in qualche modo di guidare dei processi che
sicuramente hanno obiettivi comuni che riguardano la
sostenibilità tutelando al contempo il territorio".
"Ma la frontiera green - così ancora Pozzo - deve essere
affrontabile anche da parte dei Comuni che non sono nemmeno messi
nelle condizioni di sapere come rapportarsi e approcciarsi a
questi tipi di impianti sui loro territori, anche relativamente
alle compensazioni dovute. Serve un minimo di chiarezza da dare
agli amministratori locali e spetta alla Regione dare questo
supporto".
Anche Carli ha sottolineato le difficoltà legate alle
tempistiche: "Se si può fare qualcosa, lo si deve fare molto
velocemente perché il prolificare di mega impianti fotovoltaici
sta assumendo una sproporzione rispetto alla superficie di
terreni coltivabili. In attesa di una normativa adeguata, è
necessario agire su deterrenti per disincentivare l'eccessivo uso
dei terreni agricoli: a livello locale, su questo tipo di
operazioni le aliquote non possono essere le stesse applicate
agli opifici. Quindi si potrebbero apportare delle modifiche per
far sì che perlomeno sia più oneroso posare pannelli fotovoltaici
nei terreni agricoli, anche attraverso maggiori compensazioni
agli enti locali".
"Semplicemente osservando quello che sta accadendo in diversi
Comuni - conclude Carli -, molti progetti sono e restano delle
mere speculazioni finanziarie fatte da soggetti che con la nostra
regione non hanno assolutamente nulla a che fare".
ACON/COM/rcm