FOTOVOLTAICO. PELLEGRINO (AVS): PANNELLI AL SUOLO, DOMINA L'IPOCRISIA
(ACON) Trieste, 6 mar - "Tra le buone intenzioni per invertire
l'autodistruzione del pianeta e la realizzazione di uno sviluppo
eco-sostenibile per tutti ci sono sempre di mezzo il profitto, la
speculazione sull'ambiente e sulle comunità, l'approfittare
delle debolezze normative e strutturali nel sistema di governo
dei territori: questo spiega le contraddizioni della politica, e
quindi le manchevolezze della legislazione, che sull'agrivoltaico
si incastra tra le necessità di garantire i consumi alle
industrie e attività energivore, gli obblighi di sviluppo delle
energie rinnovabili, il bisogno di terreni per far fronte alle
esigenze alimentari della popolazione e l'imperativo di fermare
il consumo e l'abuso dei suoli".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino
di Alleanza Verdi e Sinistra, dopo l'audizione tenutasi ieri in
IV Commissione, con enti, amministratori pubblici, associazioni,
società private sul fotovoltaico e in particolare
sull'agrivoltaico, cioè il metodo di installazione di pannelli
fotovoltaici che dovrebbe permettere di preservare la
coltivazione sul terreno sottostante e mantenergli il suo scopo
di risorsa fondamentale per la produzione alimentare.
"Se ne esce con una forte pressione politica - prosegue
Pellegrino - da parte della nostra Regione in sede di Conferenza
unificata per chiarire e correggere la normativa nazionale in
materia, sia impostando una pianificazione territoriale e
urbanistica adeguata sia infine producendo norme regionali a
prova di Corte Costituzionale. Se questa Amministrazione non
voglia o non sappia farlo, questa è una questione di enorme
gravità".
Secondo l'esponente delle Opposizioni "c'è un'ipocrisia di fondo
sull'installazione al suolo di enormi estensioni di pannelli,
quella di chiamarle parchi fotovoltaici, usando un concetto che
richiama aree ricche di vegetazione ornamentale create dall'uomo
per enfatizzare la bellezza naturale o aree protette per la
conservazione della biodiversità e delle risorse naturali: sono
invece installazioni industriali, che evidentemente sono
economicamente di grande interesse per le società, spesso
straniere, che fanno offerte allettanti agli agricoltori per
ottenere l'affitto o le concessioni dei terreni".
"Personalmente, come vicepresidente della IV Commissione -
precisa la consigliera - mi sono messa completamente a
disposizione per affrontare i giustificati timori della
devastazione ambientale e paesaggistica, per lavorare al
contenimento dell'invasione di fotovoltaico nei terreni agricoli,
con riferimento alle installazioni di grandi dimensioni ma con
molta attenzione anche per il piccolo fotovoltaico, quello che
spesso si replica agevolmente in molti siti, sfuggendo alle
valutazioni e al controllo delle Amministrazioni locali e
raggiungendo complessivamente nei territori comunali estensioni
rilevantissime".
"Quanto all'agrivoltaico - evidenzia Pellegrino - durante
l'audizione sono state espresse perplessità e criticità
ampiamente condivise. La questione è poliedrica: è richiesta
un'azione regionale che coinvolga gli assessorati
all'Agricoltura, all'Ambiente, alle Infrastrutture e Territorio,
alle Attività produttive, unico modo per agire a 360 gradi".
"Ci sono stati ben illustrati gli innumerevoli aspetti che la
compongono: a cominciare dalla mancanza di standard comuni di
riferimento fin dalla progettazione, dal sistema di compensazioni
ai Comuni, dai controlli sulla gestione, in particolare quella
agronomica, delle aree impegnate nell'uso ibrido tra coltivazione
e produzione di energia rinnovabile (inclusa la manutenzione
delle necessarie aree perimetrali verdi) - conclude la
consigliera - fermo restando che la caccia a nuovi ulteriori
porzioni di campagna fertile deve essere dirottata ai terreni già
antropizzati, alle aree industriali dismesse, ai tetti e alle
pertinenze degli impianti industriali".
ACON/COM/mv