ELEZIONI. GRUPPO PD: DISTORSIONE NUOCE A PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
(ACON) Trieste, 7 mar - 'Il tentativo del Centrodestra di
mettere mano alla legge elettorale per cambiare le regole a
proprio favore è un colpo di mano che introduce vergognose e
sconcertanti previsioni, a partire dalla riduzione di spesa per
la democrazia, passando per l'abbassamento al 40 per cento del
quorum, fino al terzo mandato per i sindaci. Siamo contrari a
ogni distorsione dei principi democratici che non farà che
allontanare ulteriormente i cittadini dalla politica'.
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Partito
democratico, Francesco Russo (relatore di minoranza del ddl 15),
Roberto Cosolini, Nicola Conficoni, Andrea Carli, Massimiliano
Pozzo, Francesco Martines, Laura Fasiolo, Manuela Celotti e Diego
Moretti, intervenuti durante la seduta della V commissione
riunita per l'l'esame del disegno di legge 15 'Disposizioni
urgenti per lo svolgimento nell'anno 2024 delle consultazioni
elettorali e disposizioni in materia di elezioni comunali e
regionali'.
Secondo Russo, 'incredibilmente l'unica risposta data dalla
Giunta sul perché si stia proponendo questa norma è il risparmio
di spesa. Comprendiamo e condividiamo il contrasto agli sprechi,
ma i costi della democrazia non vanno mai messi in discussione e
ciò che propone questo ddl è inaccettabile. E il fatto che sia la
Giunta a presentare una norma, che invece dovrebbe nascere
nell'alveo del Consiglio regionale proprio per garantire la
logica della più ampia discussione della condivisione, dà la
misura di quanto il dibattito si sia imbarbarito e quanto la
prospettiva della partecipazione sia assente nel Centrodestra. Le
regole che governano la democrazia si scrivono insieme e la legge
elettorale sui Comuni non si tocca con tutta questa leggerezza
solo perché il Centrodestra ha perso la ragione dopo il risultato
elettorale di Udine. Questa norma - conclude Russo - va contro la
logica del pluralismo, favorisce un'ulteriore polarizzazione, in
un contesto dove gli avversari diventano nemici. Crediamo invece
che la biodiversità, anche in politica, sia un valore che non
deve avere nulla a che fare con l'idea distorta di democrazia del
Centrodestra, dove chi vince pensa non di governare ma di
comandare, possibilmente senza disturbi da parte
dell'Opposizione'.
Anche per Cosolini, 'sono irricevibili proposte che introducono
il concetto che la democrazia sia un costo. È vergognoso che in
una norma compaia un testo che parla di riduzione delle spese per
la democrazia e speriamo che questo riferimento sparisca. Anche
perché se si deve parlare di costi, allora bisognerebbe parlare
della campagna promozionale del marchio Io sono Fvg, oppure della
miriade di interventi puntuali che il Centrodestra fa nelle leggi
economiche, oppure dei 140mila euro costati per il rapporto
Agenas. Altra questione - continua - riguarda la partecipazione:
se il Centrodestra pensa di recuperare la disaffezione con
scorciatoie come la riduzione del quorum per il ballottaggio o
allungando il numero dei mandati, sta sbagliando in maniera
clamorosa'.
'Le novità introdotte - sostiene Conficoni - hanno un rilievo
politico non indifferente: il Centrodestra vacilla, un assaggio è
quanto accaduto in Sardegna, e quindi ora vuole cambiare le
regole democratiche per limitare il rischio di altre sconfitte.
Il paventato accorpamento delle elezioni regionali e comunali
rappresenterebbe un colpo di mano che sospende il diritto dei
cittadini a scegliere chi guida il loro Comune. Questo potrebbe
avvenire anche a Pordenone, dove l'attuale mandato durerebbe
sette anni, prolungando la reggenza del vicesindaco nel caso
Ciriani approdasse in Europa'.
Secondo Carli, 'non si capisce dove sia l'urgenza con la quale
viene posta questa norma, visto che i pochi Comuni interessati al
ballottaggio non andranno al voto prima del 2027. Una questione
del genere merita sicuramente maggiore impegno, più tempo e più
attenzione, proprio perché in ballo c'è il bene dei nostri
Comuni. Inoltre, c'è il tema della partecipazione democratica: la
distanza di una parte sempre maggiore di cittadini dipende anche
dalla mancanza di risposte che i Comuni ormai non riescono a
dare. Aumentare il numero di mandati non può essere la risposta a
questi problemi e da parte del Consiglio regionale è d'obbligo un
ragionamento sul funzionamento dei Comuni'.
Secondo Pozzo 'è sconcertante leggere il disegno di legge
presentato dalla Giunta che introduce in particolare il
ballottaggio al 40 per cento giustificandolo con un risparmio di
spesa. La motivazione va ricercata in quanto dichiarato
dall'assessore regionale alle Autonomie locali il giorno dopo la
sconfitta del Centrodestra a Udine, quando subito preannunciava
modifiche alla legge elettorale in conseguenza del voto udinese.
Il metodo di discussione delle modifiche elettorali è stato fuori
luogo e scorretto dal punto di vista istituzionale. In queste
settimane i media hanno riportato presunte trattative all'interno
della maggioranza che comprendevano discussioni attorno al terzo
mandato del presidente, al voto nei Comuni nella stessa data.
Imbarazzo davanti a un modo di procedere sul piano elettorale che
sembra tutto legato a opportunità del momento e a calcoli
politici. Davanti a questo quadro, diventa difficile rafforzare
le proposte serie che stiamo portando avanti, dal potenziamento
della parità di genere, al voto degli studenti fuori sede. E poco
spazio di approfondimento viene lasciato alla situazione dei
Comuni. Le prossime elezioni comunali stanno mostrando un
aggravarsi della difficoltà a trovare nei Comuni candidati
sindaci e candidati consiglieri. Le persone sono consapevoli
delle difficoltà degli enti locali tra carenze di personale e
aumento delle responsabilità e non si candidano. Il terzo mandato
sta diventando una presa d'atto della situazione grave che c'è'.
Per Martines 'il tema che emerge e che preoccupa, è quello della
partecipazione attiva e passiva. È davanti agli occhi di tutti
noi come la gente sia distaccata dagli interessi della propria
comunità, convinta, evidentemente, che votare non conta nulla. E
in questo contesto, quello che è preoccupante è l'afflusso al
voto sempre più ridotto, sintomo che i sistemi elettorali messi
in atto nel tempo hanno portato a un progressivo allontanamento.
Le scelte avanzate oggi dalla Giunta vanno in direzione opposta a
quello che si dovrebbe fare per invertire la rotta. Una cosa è
evidente, le persone non si riavvicineranno alla politica con le
norme che il Centrodestra propone: con una soglia per il
ballottaggio ridotta al 40 per cento si rischia che un Comune sia
governato da un sindaco legittimato da appena il 20 per cento,
quindi debolissimo sulla rappresentanza e decisamente con meno
forza per fare scelte importanti per la propria comunità'.
'Perché apportare correttivi del genere - si chiede invece
Fasiolo - quando invece ci sarebbero questioni più utili su cui
intervenire come la doppia preferenza di genere. La crescita di
astensionismo soprattutto nei giovani, indebolisce la
partecipazione politica e corrode alla base i fondamenti della
partecipazione democratica. Che valenza etica ha una norma che
parla di risparmi di spesa sulla democrazia? La giunta sta
sbagliando - continua - e andrebbe messa tutta dietro alla
lavagna, le modifiche normative non possono essere modificate ad
personam, anche perché il vento gira'.
Secondo Celotti 'è inaccettabile che si ipotizzino allineamenti
delle scadenze elettorali, mentre non si pensa un tema che grida
vendetta e che riguarda la preferenza di genere. Il Fvg è una
delle tre Regioni nel Paese che per l'elezione del Consiglio
regionale non ha introdotto la doppia preferenza di genere. Un
Consiglio dove siedono solo 9 consigliere su 48, molto distante
quindi da una rappresentanza paritaria del tessuto elettorale
della nostra regione. Ma quando si affrontano le modifiche alla
legge elettorale con l'unico obiettivo dichiarato di puntare a un
risparmio e di risolvere qualche situazione potenzialmente
pericolosa per il Centrodestra, il risultato è una norma limitata
e limitante. Pare invece abbia riscontrato un certo favore anche
di parte del centrodestra la mia proposta, presentata con un
emendamento, per abbassare il quorum dei votanti dal 50 al 40 per
cento degli aventi diritto in caso di candidato o candidata unica
alla carica di sindaco. Una modifica peraltro richiesta proprio
dai sindaci, che va nella direzione di premiare i cittadini che
si recano a votare e i candidati e le candidate che si mettono in
gioco, soprattutto nei Comuni più piccoli, dove fare
l'amministratore è più difficoltoso e quindi anche meno
appetibile'.
Infine, il capogruppo Moretti evidenzia che 'la norma presentata
dal Centrodestra rappresenta un colpo di mano che modifica regole
per le convenienze del momento'. Ripercorrendo le modifiche fatte
nel tempo, Moretti ricorda 'i tentativi di mettere le mani nelle
norme elettorali a seconda delle convenienze del momento, mentre
ora arriviamo alla modifica sulla soglia per il ballottaggio solo
dopo la vittoria del centrosinistra a Udine. Quando la destra
perde le elezioni, perde anche la testa e quest'ultima vicenda è
emblematica. Anche il paventato (non ancora proposta di legge)
allineamento delle scadenze elettorali fatte stravolgendo le
regole a colpi di norme ad personam a favore di qualcuno o contro
qualcun altro, senza alcuna certezza sulla durata di un mandato
amministrativo - conclude - non è accettabile'.
ACON/COM/red