ELEZIONI. CALLIGARIS (LEGA): DDL 15 NESSUN GOLPE, TOGLIE DISTORSIONI
(ACON) Trieste, 20 mar - Il disegno di legge 15 contenente
disposizioni urgenti per lo svolgimento nel 2024 delle
consultazioni elettorali, comunali e regionali, con modifiche
alle leggi regionali 19/2013 e 28/2007, è arrivato in Aula.
Il primo dei quattro relatori per la maggioranza, il capogruppo
della Lega Antonio Calligaris, ha aperto il suo discorso con una
premessa "sul modo con cui la discussione pubblica e la polemica
politica sono troppo di frequente dominati da toni esasperati, di
cui oggi in quest'Aula mi lamento", riportando alcuni commenti
registrati sul ddl da esponenti di Opposizione, per i quali
sarebbe "un colpo di mano che introduce vergognose e sconcertanti
previsioni".
Calligaris è quindi entrato nel merito del provvedimento e le
modifiche che apporta. "La prima - ha evidenziato - riguarda il
numero dei mandati consecutivi consentiti ai sindaci dei Comuni
con una popolazione compresa tra 1.001 e 15.000 abitanti, portato
a tre (nei Comuni fino a 1.000 abitanti, i mandati rimangono
illimitati). Inoltre, il numero dei mandati consentiti sarà
calcolato dal 2013, anno in cui è entrata in vigore la legge
regionale 19/2013, in quanto si mira a uniformare la normativa
regionale a quella statale".
Passando alla seconda modifica importante, il consigliere ha
spiegato che "riguarda il sistema elettorale per i Comuni con più
di 15.000 abitanti. Attualmente, se nessun candidato raggiunge il
50% dei voti al primo turno, si procede al ballottaggio. Il ddl
15 intende ridurre la frequenza dei casi di secondo turno di
votazione per risparmiare spese". L'obiettivo, a detta di
Calligaris, è fare in modo che le elezioni si concludano al primo
turno con l'elezione del candidato sindaco che ha ottenuto il
maggior numero di consensi raggiungendo almeno il 40% dei voti.
"In caso di parità di voti tra i candidati, sono previste
disposizioni specifiche per determinare il vincitore, come il
candidato collegato alla lista con la maggiore cifra elettorale o
il candidato più giovane di età".
"La previsione proposta dal ddl 15 - ha sottolineato il relatore
- è già in vigore per le elezioni dei Comuni con più di 15.000
abitanti in Sicilia e per l'elezione del presidente della
Toscana". Inoltre "l'obiettivo è apportare correttivi alla
disciplina elettorale per garantire sia una migliore
rappresentanza dei cittadini e un'interpretazione più accurata
della loro volontà espressa attraverso il voto, sia
l'allineamento temporale e l'abbassamento della soglia per essere
eletti".
L'esponente della Lega ha quindi ribadito che "non c'è alcun
golpe in atto, né alcuna soppressione della democrazia quando la
norma risponde ad una richiesta di buon senso e cerca di
risolvere una distorsione evidente, ossia quella dei candidati
che vincono al ballottaggio con meno voti di quelli presi
dall'avversario al primo turno".
"L'introduzione del terzo mandato per i sindaci di Comuni fino a
15.000 abitanti è solo uniformarsi a un provvedimento nazionale",
ha quindi aggiunto, ricordando che il Friuli Venezia Giulia fu
pioniere prevedendo "il terzo mandato per i primi cittadini di
Comuni fino a 5.000 abitanti; oggi adeguiamo la norma regionale a
quella nazionale. Se un sindaco lavora bene, decidono gli
elettori con il voto e non la legge imponendo i limiti al numero
di mandati".
ACON/RCM-fc