STRADA SAPPADA-PRATO CARNICO. PELLEGRINO (AVS): ALTO RISCHIO GEOLOGICO
(ACON) Trieste, 3 apr - "Gli eventi franosi che continuano a
seppellire sotto masse di detriti la strada camionabile in
costruzione tra Cima Sappada e Prato Carnico, nel tratto tra
malga Tuglia e rifugio Chiampizzulon, in area geologicamente
molto a rischio, sono la dimostrazione di quello che non si deve
fare: invece si fa. Si fa con i soldi delle tasse dei cittadini,
generando un moto perpetuo che permette di continuare ad avere
finanziamenti. Un ciclo nel quale l'uomo distrugge la natura per
costruire una strada, la natura distrugge la strada, l'uomo
ricostruisce la strada, la natura distrugge nuovamente la strada.
Ma di chi sarà la responsabilità il giorno in cui escursionisti o
cicloturisti in transito saranno danneggiati (o forse anche
peggio, se non riuscissero a mettersi in salvo) a causa del
ripetersi del distacco di enormi massi dalle creste traballanti
del monte Pleros e delle frane che dai canaloni invadono la
strada? Domanda a cui si evita accuratamente di dare risposta,
come se il permettere alle persone di affrontare un percorso in
condizioni conclamate di pericolosità e di rischio non fosse una
decisione gravida di conseguenze".
Lo dichiara, in una nota, la consigliera regionale Serena
Pellegrino di Alleanza Verdi e Sinistra, che è anche
vicepresidente della IV Commissione dove oggi si è svolta
un'audizione sulla discussa camionabile, quasi ultimata in base
al progetto presentato dalla Comunità di montagna della Carnia e
finanziato dalla Regione attraverso il Piano sviluppo rurale.
"È di tutta evidenza che la Regione Fvg - prosegue Pellegrino -
non ha fatto altro che adempiere, in ossequio alle norme vigenti,
alle procedure con cui è stato finanziato il progetto della
Comunità di montagna attraverso i fondi stanziati con un bando
del Psr. È altrettanto evidente che sia stato ignorato, da parte
dei proponenti, il fatto che il Servizio geologico regionale
abbia classificato l'area di progetto al grado massimo di
pericolosità, indicando la necessità che i tratti del tracciato
esposti a frane e valanghe dovessero essere destinati solo ed
esclusivamente ad attività a gestione e manutenzione patrimonio
forestale, boschivo e agrario".
"Perché i comitati dei cittadini - sottolinea l'esponente di
sinistra -, Legambiente, Cai sono stati relegati nell'ambito
della protesta per la cancellazione del sentiero Cai 227 e non
sono stati coinvolti nell'interlocuzione sull'instabilità
geologica dell'ambiente, sullo sfregio al paesaggio, sull'impatto
in un territorio incontaminato? Senza sospettare la malafede di
alcuno è tuttavia inevitabile riconoscere anche in questa
situazione quel delirio di onnipotenza dell'uomo nei confronti
dell'ambiente che, stravolgendo contesti naturali tanto belli
quanto fragili, vuole portare comodamente motori e biciclette in
alta quota, mentre la popolazione dei borghi montani manca dei
servizi essenziali e di sicurezza del sistema viario, quello
delle vallate, non già quello a 1600 metri di altitudine".
"Quanto emerso durante questa audizione - incalza la consigliera
- evidenzia ancora una volta che le popolazioni di montagna sono
in affanno e i loro amministratori cercano soluzioni imprudenti,
sfidando le leggi della natura, che non perdonano. I fondi del
Piano di sviluppo rurale devono essere destinati per la ruralità
e non certo per attivare impervie piste ciclabili. Avere una
buona idea non equivale a elaborare un buon progetto e nemmeno un
cantiere sicuro per un'opera di qualità. Lo sviluppo della
montagna si persegue rispettandola e non trasformandola in
pianura".
"Approfondiremo - conclude Pellegrino - a livello parlamentare,
se necessario, l'azione già intrapresa dal Cai, che a giugno
scorso ha rivolto una richiesta di intervento statale al
ministero dell'Ambiente per segnalare un danno o minaccia
ambientale, sostenendo tra l'altro la violazione delle finalità
del Psr attraverso il quale è stato finanziato il progetto e
della normativa in materia di Valutazione di impatto ambientale".
ACON/COM/mv