PASSO MONTE CROCE. AUDIZIONI IV COMM: MESSA IN SICUREZZA ENTRO 2024
(ACON) Trieste, 4 apr - Mettere in sicurezza il passo di Monte
Croce Carnico entro la fine del 2024, con il ripristino delle
pareti strutturali e, al contempo, avviare un monitoraggio del
costone roccioso con un sistema di intelligenza artificiale in
grado di verificare in tempo reale i movimenti della montagna,
garantendo così una gestione della viabilità in modo più sicuro.
È stata questa la soluzione illustrata oggi, in sede di audizione
di IV Commissione, presieduta da Alberto Budai, dai tecnici
dell'Anas per la riapertura del passo Monte Croce Carnico, chiuso
al transito dal 3 dicembre scorso a seguito di una frana che ha
causato il distacco di una imponente massa rocciosa di circa
25mila metri cubi. Un'audizione richiesta da Massimo Moretuzzo
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) e da Massimo Mentil (Pd) e il
cui focus era quello di fare il punto della situazione per la
riapertura della strada. Obiettivo, però, anche quello di
discutere di eventuali prospettive future per l'adozione di una
soluzione definitiva.
"Perché, il ripristino della tratto viario già esistente - come
spiegato dall'ingegnere Mario Liberatore, responsabile Anas di
Veneto e Fvg - sarebbe comunque una soluzione temporanea, di
medio periodo" e non sarebbe in grado di rispondere alle
criticità di una strada, come quella del passo Monte Croce, già
messa a dura prova negli anni passati da eventi franosi e
chiusure temporanee. Diverse sarebbero quindi - come emerso
durante i lavori di Commissione - le ipotesi al vaglio del tavolo
tecnico: quella più accreditata riguarderebbe la realizzazione di
una variante esterna completamente in territorio italiano, con
tempistiche che si aggirano intorno ai 3 anni e mezzo e una stima
di costi di circa 100 milioni di euro.
"Questa alternativa - ha spiegato Liberatore - ha due vantaggi.
Il primo è che la variante sarebbe in territorio italiano. Il
secondo è che sarebbe edificata in una zona considerata dai
geologi come sicura".
Le altre due ipotesi prevederebbero una parte di strada in
territorio italiano e un'altra parte in Carinzia, con tempi di
realizzazione molto più lunghi e costi più elevati.
Riguardo il ripristino della variante già estistente, Liberatore
ha assicurato che "il 29 marzo scorso sono stati presentati alla
Regione gli elaborati progettuali con la richiesta di
autorizzazione paesaggistica e idraulica e che, una volta
ottenute le autorizzazioni necessarie, si potrà avviare i lavori,
saltando tutta le fase di procedura di gara, grazie ad accordi
quadro".
Sul sistema di monitoraggio l'ingegnere ha poi tenuto a ribadire
che "ciò permetterà di avere informazioni in tempo reali sullo
stato della montagna e, quindi, di intervenire prontamente in
caso di necessità, garantendo così una maggiore sicurezza e il
ripristino della viabilità h24".
A portare il suo contributo con un ipotesi di progetto, il
geologo Roberto Simonetti che ha proposto la realizzazione di una
"viabilità provvisoria che inizi dalla località Laghetti e
utilizzi parte della viabilità forestale, raccordandola con
tratti di nuova costruzione". Una proposta, questa, che
"permetterebbe alla stessa Anas di intervenire in tempi e modi
meno urgenti e più ponderati sulle scelte finali, risultanto al
tempo stesso soluzione più veloce rispetto al ripristino del
tratto viario già esistente".
L'ingegnere Diego Carpenedo, esperto della situazione del passo
di Monte Croce Carnico, ha ricordato ai presenti in aula
dell'esistenza di un progetto, a opera dell'ingegnere Giovanni
Puntel, presentato in Regione già ben 4 anni fa e di cui però poi
non si è fatto nulla. Tale progetto è stato poi ripreso anche in
parte recentemente dall'Anas e, secondo Carpenedo, "sarebbe
l'unica soluzione preferibile da mettere in campo".
Tra gli auditi anche Luca Scrignaro, sindaco reggente di Paluzza,
Comune al confine con il passo di Monte Croce, che ha ribadito
che la vicenda ha anche un lato "fortemente emotivo per gli
abitanti del luogo" e che "non c'è più tempo da perdere per una
vallata che sta pagando enormemente lo scotto della chiusura,
anche in termini economici".
L'ingegnere Francesco Alessandrini, firmatario di una proposta di
variante sul versante ovest, ha auspicato che "non si ripetano
situazioni come quelle già occorse in passato dove si era fatto
un gran parlare del passo senza poi mai arrivare ad una soluzione
efficace e durevole nel tempo".
Da tutti gli auditi è stata quindi avanzata la necessità di agire
prontamente sia per il ripristino della strada sia per la scelta
di una soluzione definitiva perché la "priorità - come
sottolineato dal presidente della comunità montana della Carnia,
Ermes Antonio De Crignis, "resta quella di iniziare a lavorare
fin da subito al progetto definitivo".
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ACON/SM-fc