LAGO CAVAZZO. PELLEGRINO (AVS): MOZIONE BY PASS CENTRALE SOMPLAGO
(ACON) Trieste, 9 apr - "Il lago di Cavazzo e l'abuso che ne
vien fatto, impattando su ambiente e persone con il cumulo degli
effetti causati da centrale, autostrada, viadotto, oleodotto e la
stazione di pompaggio a metano, devono tornare al centro
dell'attenzione del Consiglio regionale. Per questo, depositerò
una mozione per riaprire la discussione sul progetto del by pass
delle acque di scarico dalla centrale di Somplago".
Lo dichiara in una nota la consigliera regionale e vicepresidente
della IV Commissione Serena Pellegrino, esponente di Alleanza
Verdi e Sinistra, a margine della conferenza stampa svoltasi oggi
nella sede della Regione, a Udine, intitolata "Il Lago di Cavazzo
si rinaturalizza solo con il by pass".
Prosegue Pellegrino: "La mozione che ho già descritto ai sindaci
della Ricostruzione nei tre Comuni della valle del lago, Enore
Picco, Franceschino Barazzutti e Ivo Del Negro, intende reagire
all'accantonamento delle tre proposte di fattibilità di bypass
elaborate dal Laboratorio del Lago, a favore della proposta,
commissionata ad uno studio piemontese, che si è sforzata di
dimostrare quanto un bypass sarebbe negativo, e ha proposto
paradossali mitigazioni degli scarichi della centrale,
snaturando ulteriormente il bacino lacustre".
"Il Laboratorio del Lago - ricorda la consigliera - ha elaborato
ben tre proposte di by pass, in ossequio alle prescrizioni del
Piano regionale di tutela acque, condivise dalle popolazioni e
dai tecnici dei Comuni rivieraschi: su queste prospettive, non su
altre soluzioni, va elaborato uno studio di fattibilità. La
mitigazione è sempre l'ultima opzione per affrontare un degrado
ambientale, non certo la modalità per risolvere gli impatti
ambientali negativi all'origine e in questo caso invertire la
pesantissima crisi ecologica del lago".
"Vedremo, nel confronto in Consiglio regionale, come l'Assemblea
concepisce il criterio di solidarietà con le comunità montane
nella gestione sempre più difficile delle risorse e dell'ambiente
della Carnia e delle Terre Alte in generale. Vedremo se sia o
meno solo propaganda politica il proclamato rispetto dei diritti
alla conservazione del patrimonio ambientale in capo alle fragili
aree interne, a cominciare da chi, nella pianura, certamente deve
poter beneficiare delle risorse collettive ma certo non
depredarle e sfruttarle senza remora alcuna, tra l'altro in
mancanza un Piano pluriennale - conclude l'esponente di Avs - che
tenga conto della pressione crescente che il cambiamento
climatico aggiunge alle criticità della montagna".
ACON/COM/rcm