IDROELETTRICO. IN IV COMM LE PREOCCUPAZIONI DI COMUNI E COMITATI - 1
(ACON) Trieste, 28 mag - Nuovi bandi di gara per
l'idroelettrico, concessioni scadute, piani di sicurezza delle
dighe, dividendi degli utili, situazione occupazionale,
applicazione delle leggi e dei regolamenti. Sono questi i temi
delle audizioni di oggi in IV Commissione consiliare, proposte da
esponenti di opposizione - che si sono fatti portavoce, hanno
spiegato, di richieste giunte dal territorio - appunto sui
rinnovi delle concessioni idroelettriche alle grandi e alle
piccole società, con l'obiettivo di valutare possibili soluzioni
normative.
Un'ottantina i soggetti chiamati a esprimersi, a cominciare dai
Comuni, dalle Comunità di montagna, dalle Camere di commercio,
dai comitati di tutela e dalle associazioni ambientaliste,
ascoltate anche dalla Giunta, alla quale è stato chiesto come
intenda intervenire nei prossimi tre anni e che ha da subito
smentito di essere accondiscendente con le multinazionali
ricordando, di contrappunto, i contenuti della legge regionale
21/2020 sulla disciplina dell'assegnazione delle concessioni di
grandi derivazioni d'acqua a uso idroelettrico, voluta per
esprimere esclusivamente l'interesse del territorio e delle sue
genti.
Prima a prendere la parola, l'Amministrazione di Ampezzo si è
detta orgogliosa di aver potuto partecipare alla costituzione
della Lr 21/2020, ma questa prevedeva che entro 180 giorni
fossero emanati i regolamenti attuativi, invece per il primo -
monetizzazione dell'energia delle acque - si è atteso un anno e
mezzo e oggi la Regione è bloccata dai ricorsi dei concessionari,
da A2A impianti Friuli a Edison gestione idroelettrica e Cellina
Energy (sempre gruppo Edison), avanzati anche sui canoni da
pagare ai Comuni tramite la Regione.
E proprio in merito a questi, Ampezzo ha fatto presente che nel
2023 è arrivata solo una parte degli importi stabiliti (14,3 euro
a Kw, contro i 90 che, ad esempio, i concessionari pagano alla
Lombardia, è stato spiegato) pagati per il 2022, ma per gli anni
successivi non si è saputo più nulla. Altra richiesta alla
Regione, quella di iniziare finalmente a ragionare sul progetto
della messa in sicurezza delle dighe. Con Montereale Valcellina è
stato infine chiesto che si arrivi a quel federalismo fiscale
promesso ma mai attuato per la montagna, che invece le
garantirebbe una certa indipendenza.
Per Cavazzo Carnico la Lr 21/2020 è un'opportunità di riscatto di
territori massacrati, ma ora va segnato il passo, perciò va
preteso che le società concessionarie versino i tributi dovuti,
anche perché le municipalità vogliono avere la possibilità di
fare degli investimenti, ma la Regione non le tutela, al punto
che ci si chiede se sia veramente una loro alleata.
E se Verzegnis ha parlato di come sia andato perduto l'aspetto
turistico del suo lago, con una gestione delle acque che oggi ne
esclude la balneabilità, Meduno ha fatto presente di non avere
notizie dell'energia gratuita di cui dovevano disporre i Comuni
lacustri. Inoltre, quanto alla creazione di una società pubblica
a prevalente partecipazione regionale avente come oggetto sociale
l'acquisizione degli impianti energetici, si chiede che i Comuni
coinvolti ne facciano parte in maniera permanente.
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ACON/RCM-fa