FINE VITA. OK A PREGIUDIZIALE, CR NON DISCUTE PDL SUICIDIO ASSISTITO
(ACON) Trieste, 19 giu - Nessuna discussione in Aula sulla
proposta di legge che intendeva dettare procedure e tempi per
l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente
assistito, sulla base della sentenza della Corte Costituzionale
del 2019 e sulla scia della petizione, supportata da più di 8mila
firme, presentata nell'agosto dell'anno scorso al Consiglio
regionale.
A interrompere sul nascere l'iter previsto per ogni norma -
relazioni, discussione generale, esame dell'articolato - è stata
una Questione pregiudiziale proposta da Carlo Bolzonello,
consigliere di Fp che è anche presidente della III Commissione
consiliare, approvata dall'Aula con i voti favorevoli della
maggioranza di Centrodestra.
Dopo aver ricordato che la pdl era stata bocciata dalla III
Commissione lo scorso 9 aprile, Bolzonello ha elencato una serie
di ragioni che portano a ritenere la questione del fine vita al
di fuori della competenza regionale, invitando dunque il
Consiglio regionale a non esaminare neppure la proposta. Il testo
di Bolzonello ricorda che "le disposizioni di volontà necessitano
di uniformità di trattamento sul territorio nazionale, per
ragioni imperative di uguaglianza", ricordando come l'Avvocatura
generale abbia espresso nel novembre scorso un parere che indica
esplicitamente possibili "rilievi di non conformità al quadro
costituzionale di riparto delle competenze legislative tra Stato
e Regioni".
"Penso - ha aggiunto in aula il consigliere di Fp, che era tra i
relatori della pdl - che il Cr abbia fatto tutto quanto era
necessario per approfondire il tema, invitando portatori di
interesse ed esperti e discutendo in aula la mozione del
consigliere Bullian. Non siamo insomma rimasti fermi, abbiamo
anche approvato la mozione 38 che promuove le cure palliative.
Rilevo inoltre - ha concluso Bolzonello - che i due casi recenti
in Fvg hanno trovato risposta, segno che la Regione quel che deve
fare lo fa".
Di tutt'altro avviso i relatori di minoranza. Roberto Cosolini
(Pd), dopo aver osservato che "la questione pregiudiziale
probabilmente risolve un disagio all'interno dei partiti della
Maggioranza", ha ricordato come "la competenza delle Regioni
fosse stata difesa da alcuni auditi". L'esponente dem è convinto
che la Regione in questo modo abbia "perso un'occasione
importante". "E non mi si venga a dire che le cure palliative,
per quanto tema importante, possano essere la soluzione alle
problematiche di persone che si trovano nella fattispecie
descritta dalla Corte Costituzionale, tenute in vita da
apparecchiature e senza speranze di guarigione".
Di "forzatura insensata" ha parlato Enrico Bullian (Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg), relatore di minoranza della pdl:
"L'esito del voto era scontato, dopo che avete bocciato la mia
mozione e questa proposta di legge in III Commissione, ma almeno
ci sarebbe stato un dibattito nell'assise più importante di
questa regione. Quest'esito ci sembra invece una mancanza di
rispetto per gli 8mila firmatari della pdl". "L'oggetto del
dibattito - ha aggiunto Bullian - non è essere contro o a favore
del suicidio medicalmente assistito, ma come rendere esigibile e
attuabile una pratica ammessa. E in altre occasioni il
Centrodestra ha votato leggi che poi si sono rivelate
incostituzionali, come quella sull'accesso al welfare. Ma
evidentemente c'è ancora molta ideologia in questo consesso".
Serena Pellegrino (Avs), in qualità di relatrice di minoranza, si
è rivolta direttamente al governatore Massimiliano Fedriga per
invitarlo "ad andare a legiferare, senza nascondersi dietro la
pregiudiziale di costituzionalità. Il legislatore - ha aggiunto
la consigliera di Opposizione - deve fare il legislatore e non il
giurista. Se anche altri organi dello Stato respingessero la
nostra norma, non ci sarebbe problema. Anche la Corte europea
chiede che gli Stati si occupino di questo tema".
Affermazione, quest'ultima, ripresa proprio dal presidente
Fedriga nel suo intervento in aula per conto della Giunta: "Sono
appunto gli Stati, e non le Regioni, a dover legiferare su questo
tema, con livelli di assistenza e procedure univoche a livello
nazionale. Credo dunque che sia un'operazione di grande serietà
non utilizzare come scalpo di propaganda una materia così
delicata e sensibile, quando l'Avvocatura dello Stato ci dice che
non rientra nelle nostre competenze".
ACON/FA-fc