AUTONOMIA DIFFERENZIATA. CAPOZZI (M5S): COSÌ FVG DIVENTA ORDINARIO
(ACON) Trieste, 5 lug - "Non accettiamo l'autonomia
differenziata di Calderoli e Meloni perché sancirebbe la fine del
concetto di solidarietà tra regioni, non preoccupandosi della
perequazione per i territori con minore capacità fiscale per
abitante, e rischia così di acuire il divario tra Regioni
rispetto a prestazioni relative ai diritti importantissimi dal
punto di vista civile e sociale. Ne deriverebbe una
frammentazione che espone la legge e le intese che ne deriveranno
al rischio di incostituzionalità per contrasto con il principio
supremo di unità e indivisibilità della Repubblica".
È intervenuta così la consigliera regionale del Movimento 5
Stelle Rosaria Capozzi durante il convegno "Autonomie a
confronto: autonomia differenziata e autonomie ordinarie.
Confronto tra Regioni" tenutosi presso il Senato della Repubblica
nella sala caduti di Nassirya di Palazzo Madama. Lo si legge in
una nota del M5S.
"La complessità amministrativa crescerà in maniera esponenziale,
rendendo difficile la vita di cittadini e imprese che invocano
semplificazione e sburocratizzazione e saranno costrette a
misurarsi con regolamentazioni diverse, dovendo confrontarsi con
21 legislazioni differenti. Da qualunque prospettiva là si
consideri creerà disagi inevitabili", ha aggiunto la consigliera.
"Si finirà per avere la territorializzazione dei diritti,
aumentando il gap tra chi risiede in territori con capienza
fiscale diversa. Il Friuli Venezia Giulia non sarà immune dagli
effetti travolgenti che la legge 89 presuppone, ci preoccupa e
non poco immaginare un futuro in cui tutte le Regioni a statuto
ordinario si trasformeranno in Regioni a statuto speciale, con
funzioni e risorse differenziate. Tutto questo solo per giochi di
equilibrio nel governo Meloni. La nostra autonomia è radicata
prima ancora che nella Carta Costituzionale della Repubblica
italiana, nella sua storia, nelle sue diversità linguistiche e
culturali, nella sua collocazione geografica che la pone al
centro dell'Europa", ha spiegato ancora Capozzi.
"Oggi in questo confronto in Senato tra esponenti politici e
civici provenienti da diverse Regioni italiane, anche a statuto
speciale, vedo che le preoccupazioni sono le stesse che
denunciamo da un anno a questa parte". Lo ha sostenuto la
vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, organizzatrice
del convegno. "Del resto sono le stesse perplessità emerse dalle
oltre 60 audizioni tenute in Senato sulla legge Calderoli. Una
legge costruita in questo modo e senza investire un euro non può
fare altro che dividere il Paese e cristallizzare i divari che
già sono i più grandi di sempre se pensiamo che abbiamo oltre 4
milioni di lavoratori poveri, 5,7 milioni di poveri assoluti,
spendiamo ogni anno oltre 4 miliardi di euro in migrazione
sanitaria con oltre 4 milioni di italiani che hanno rinunciato
alle cure".
"La legge Calderoli è antistorica e non è vero che non verrà
attuata perché il Veneto ha già chiesto 9 materie e vuole
trattenere oltre il 90% della propria fiscalità. Si andrà a
creare una concorrenza di beni e servizi senza precedenti tra le
regioni. Questo non possiamo permettercelo e dobbiamo usare tutti
gli strumenti che abbiamo a disposizione: dal referendum al
ricorso alla consulta, continuando - conclude la senatrice - ad
unire le forze per contrastare questo progetto scellerato che sta
già dividendo il nostro Paese", conclude il comunicato.
ACON/COM/fa