AGRICOLTURA. PELLEGRINO (AVS): NECESSARIE POLITICHE A LARGO RAGGIO
(ACON) Trieste, 5 lug - "La Regione si occupa di transizione
ecologica in campo agro-climatico-ambientale, fornendo assistenza
tecnica affinché gli agricoltori utilizzino metodi meno
impattanti nella difesa da parassiti, patogeni e malerbe: ma
l'investimento è di molto inferiore a quanto necessario, la
formazione è limitata, la ricerca nel settore fitosanitario è
carente".
Lo dichiara in una nota la consigliera regionale Serena
Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, commentando
la risposta dell'assessore all'Agricoltura, Stefano Zannier,
all'interrogazione con cui è stata sollevata la questione se ci
sia un effettivo cambio di passo nell'abnorme e devastante
impiego di sostanze chimiche pericolose nel settore agricolo.
"Non esistono forme di promozione tecnica e culturale, -
evidenzia Pellegrino - dirette a sollecitare l'adozione di metodi
non chimici e alternativi alle tonnellate di pesticidi. Non
bastano solo bei convegni e dotti documenti, ma sono necessarie
azioni che ne dimostrino concretamente, attraverso
sperimentazioni sul campo, i vantaggiosi risultati sia per
l'impresa agricola sia per la salute degli agricoltori e delle
persone tutte, ma anche per la salvezza della biodiversità dalla
quale l'agricoltura dipende in larghissima parte".
"Ci troviamo nel mezzo di un impasse pericolosissimo - incalza la
consigliera di Opposizione -. Da una parte, la Commissione
europea ha ritirato la legge che, in attuazione degli obiettivi
del Green deal, mirava con il Sur (Regolamento sull'uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari) a dimezzare l'uso di
pesticidi chimici nell'Ue entro il 2030, nell'ambito di un
pacchetto di misure volte a ridurre l'impronta ambientale del
sistema alimentare dell'Unione e a contribuire ad attenuare le
perdite economiche causate dai cambiamenti climatici e della
perdita di biodiversità. Per contro, l'Agenzia europea per
l'Ambiente ha riscontrato la diffusa presenza, sopra soglia, di
fitofarmaci nelle acque di superficie e in quelle profonde. In
molti casi sono state rilevate sostanze già vietate, a causa
della loro pericolosità, da oltre un decennio, come ad esempio
l'atrazina; peraltro laddove si effettuano studi su ampie
porzioni di territori, si verifica la presenza di pesticidi usati
in agricoltura fin sulle vette alpine".
"L'assessore Zannier - conclude Pellegrino - non ha escluso,
però, che le risorse potrebbero essere accresciute qualora il
settore regionale del biologico, incluse le aziende convenzionali
che desiderassero optare per la conversione allo stesso,
richiedesse maggiore assistenza tecnica. Servono allora politiche
a largo raggio, che coinvolgano le associazioni di categoria e i
consumatori stessi, e considerino prioritaria la necessità di
portare sul mercato prodotti biologici a prezzi concorrenziali".
ACON/COM/sm