ASSESTAMENTO. PELLEGRINO (AVS): RITIRARE DISPOSIZIONE OPERE SU ISONZO
(ACON) Trieste, 9 lug - "Discutendo in IV Commissione le norme
del ddl 23 per l'assestamento di bilancio, ho chiesto
all'assessore alla Difesa dell'ambiente il ritiro della
disposizioni relativa al fiume Isonzo, che prevede il
finanziamento di due milioni di euro al Consorzio di bonifica
della Venezia Giulia per progetti di fattibilità tecnico
economica di lavori di adeguamento, non meglio precisati, della
traversa di Piuma e per la realizzazione di una soglia
all'altezza di Straccis, in Comune di Gorizia, oltre che per lo
sfruttamento dell'ex cava Postir in Comune di Sagrado".
Lo dice, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino
di Alleanza Verdi Sinistra e vicepresidente della IV Commissione,
che sottolinea: "Molteplici le domande che riguardano lo scenario
aperto dall'iniziativa legislativa della Giunta, lo hanno
evidenziato anche Legambiente di Gorizia e Monfalcone, gli
ambientalisti della 'Eugenio Rosmann' e Italia Nostra, che hanno
scritto a tutti noi consiglieri della IV Commissione per lanciare
un allarme sugli impatti ambientali di iniziative ulteriori sul
fiume e per rivendicare che, visto quant'è vago il tenore della
norma, se ne discuta in un dibattito pubblico, inclusa la
progettualità sull'ex cava Postir. Fermo restando che il
territorio ha coralmente e ripetutamente escluso che si possa
utilizzare il fiume a valle del confine di stato come bacino di
rifasamento".
"Ho rimarcato che - prosegue Pellegrino - non è chiaro nemmeno
perché si affidino 2 milioni di euro al Consorzio di bonifica,
visto che l'Isonzo, fiume di classe 1, è di diretta competenza
della Regione e altrettanto non è chiaro come il Consorzio stesso
possa gestire una progettualità che fa riferimento al cambiamento
climatico e all'hidrokeaping tenendo i propri interessi
istituzionali, cioè assicurare l'acqua per l'irrigazione ai
propri soci, in perfetto equilibrio con le necessità ecologiche
del fiume e con le rivendicazioni di tutela e salvaguardia
ambientale e paesaggistica che provengono dai cittadini
proprietari del bene comune fiume. Mi si è risposto che la
Regione affida al Consorzio perché l'ente ha le competenze e le
capacità, il Comune di Gorizia no. E la Regione, con i propri
uffici, nemmeno?".
"Una disposizione opaca, quella infilata sull'Isonzo
nell'assestamento di bilancio, che suscita grande diffidenza già
nella disamina precedente alla discussione in aula, che deve
tornare in Commissione e passare attraverso i meccanismi della
pubblica partecipazione prima di diventare legge. Di chiaro c'è
solo il fatto che un piano coordinato per affrontare il
cambiamento climatico il Friuli Venezia Giulia non ce l'ha. Non
ci si venga a dire che - conclude l'esponente delle Opposizioni -
le relazioni istituzionali con la Slovenia sono servite finora
ben poco, perché è probabile che, in assenza di trasparenza sul
tema, le argomentazioni delle trattative per regolare i rilasci
dalla diga di Salcano non abbiano focalizzato con la necessaria
energia l'esistenza di una Direttiva europea che parla molto
chiaro sulla gestione transfrontaliera dei corsi d'acqua
condivisi fra Stati".
ACON/COM/mv