ENTI LOCALI. PATTO-CIVICA FVG: RIFORMA ROBERTI CLAMOROSAMENTE FALLITA
(ACON) Trieste, 16 lug - "La riforma Roberti, approvata dalla
maggioranza nel 2019, dopo 5 anni non ha portato a nessun
miglioramento nel funzionamento delle amministrazioni locali, che
anzi in moltissimi casi fanno sempre più fatica a garantire anche
l'erogazione dei servizi di base. I numeri ne certificano il
fallimento: sono solo 4 le Comunità volontarie che si sono
costituite finora, nella maggior parte dei casi hanno condiviso
pochissimi servizi e, dunque, non hanno raggiunto l'obiettivo di
facilitare le attività dei Comuni aderenti che la riforma si era
proposta".
Lo evidenzia in una nota il presidente del Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo,
che oggi a Udine ha preso parte alla conferenza stampa convocata
dal suo Gruppo per analizzare la situazione del sistema delle
autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, con particolare
riguardo agli effetti sulle stesse della riforma Roberti (legge
regionale 21/2019 sull'esercizio coordinato di funzioni e servizi
tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli
Enti di decentramento regionale).
"Di fronte a questa situazione - fa spere Moretuzzo -,
depositeremo a breve un'interrogazione per sapere quante risorse
sono ferme nei cassetti dei Comuni e se l'amministrazione
regionale intende avviare un'attività di monitoraggio complessivo
delle risorse erogate e del loro effettivo utilizzo, per
individuare i Comuni con maggiori difficoltà a spendere i fondi a
disposizione e di sanare le problematicità alla base del loro uso
ritardato".
Enrico Bullian, Simona Liguori, Giulia Massolino, Marco Putto e
Moretuzzo etrano nel dettaglio e denunciano "la disparità di
trattamento riservata dall'Esecutivo regionale ai Comuni non
'allineati' politicamente, che si è tradotta nell'esclusione dai
finanziamenti della concertazione pur nella condizione di una
inedita disponibilità di risorse finanziarie pubbliche.
Basiliano, Chions, Fiumicello-Villa Vicentina, Romans d'Isonzo,
Zoppola, Sesto al Reghena, Mereto di Tomba sono solo alcuni dei
Comuni 'puniti' per la loro appartenenza politica; altri (da
Palmanova a Turriaco) devono accontentarsi di briciole. Al
contrario, c'è chi fa festa: il Comune di Trieste è il primo a
brindare con la copertura del 118% rispetto a quanto richiesto".
"Una discriminazione inaccettabile - proseguono i 5 consiglieri -
alla luce della quale abbiamo presentato, con spirito
collaborativo, il disegno di legge che integra la legge regionale
21/2019, introducendo la clausola valutativa per poter procedere
periodicamente con una verifica sul funzionamento delle Comunità
volontarie. Poiché qualsiasi provvedimento preso per i singoli
Comuni è insufficiente, l'unica strada percorribile è quella dei
processi aggregativi, prevista dalla Lr 21/2019, rispetto alla
quale dopo 5 anni è necessario capire cosa funziona e cosa invece
va modificato. Per questo auspichiamo un'ampia condivisione di
questo progetto di legge che consta di un unico articolo volto
proprio a prevedere una valutazione periodica dei risultati
raggiunti (dapprima dopo 4 anni dall'entrata in vigore della
legge regionale e, successivamente, con cadenza annuale) in
particolare riguardo allo stato di realizzazione degli interventi
previsti dalla norma stessa, con attenzione ad una serie di
aspetti puntuali elencati in norma".
"Nei mesi scorsi, a seguito di una interrogazione del Gruppo alla
Giunta, è emerso che i fondi a disposizione dei Comuni per la
realizzazione di opere pubbliche non ancora utilizzati - fanno
sapere ancora gli autonomisti e i civici - sono in crescita
costante: l'ultimo dato fornito a gennaio 2024 vede l'avanzo
vincolato relativo al 2022 pari a oltre 354 milioni di euro, 62
milioni in più del 2021, con un aumento di circa il 18%, a cui si
sommano i dati sul Fondo pluriennale vincolato, per un totale
superiore ai 760 milioni di euro. Inoltre, tali risorse a
disposizione dei Comuni sono in gran parte ferme da anni perché
gli stessi non sono in grado di spenderli, soprattutto a causa
della situazione disastrosa in cui si trovano molte delle
strutture tecnico-amministrative degli enti locali. Questi numeri
evidenziano in modo oggettivo le tante criticità
nell'implementazione della riforma degli enti locali approvata
nel 2019".
"In sede di Assestamento di bilancio - conclude la nota -
proporremo di incentivare in modo serio i processi di
aggregazione degli enti locali, dentro o fuori dalle Comunità.
Questa è l'unica strada per risolvere le criticità esistenti. Ci
auguriamo che la Giunta Fedriga riconosca quanto prima il
fallimento delle politiche finora messe in atto e cambi rotta,
prendendo atto delle richieste che arrivano dai Comuni e delle
proposte che da tempo portiamo dentro l'Aula consiliare".
ACON/COM/rcm