ASSESTAMENTO. DISCUSSIONE/2: RUSSO, MARTINES, CELOTTI E BULLIAN
(ACON) Trieste, 23 lug - "Se il provvedimento resta così com'è,
per noi sarà facile votare contro": parola di Francesco Russo
(Pd) nel commentare in Aula il disegno di legge 23
sull'Assestamento di bilancio 2024-26. Russo ha quindi parlato di
mole di risorse enorme, già vista nel 2023 e che parimenti non ha
portato i risultati e "lo scatto in avanti che ci si aspettava".
L'esponente dem ha citato tre settori a suo dire particolarmente
in sofferenza: quello sanitario, quello degli enti locali ("Le
Province elettive sono solo un paravento per non affrontare la
carenza di personale e fondi che restano inutilizzati dai
Comuni", ha detto) e quello della demografia, che associa
all'attrazione di impresa: "Il Nord-Est avrà bisogno di 2 milioni
di migranti per tenere in piedi il suo sistema imprenditoriale;
le Regioni più competitive sono quelle che si stanno attrezzando
per accoglierli e renderli lavoratori qualificati".
Altro dem a prendere la parola, Francesco Martines, il cui
ragionamento è stato simile quanto a sanità ed enti locali, con
l'aggiunta di una considerazione sull'aumento delle imposte, "che
vedremo anche nei prossimi due anni quando, invece, si dovrebbe
immaginare una riduzione di quelle manovrabili e i nostri
emendamenti vanno in questa direzione". Così come, per Martines,
si deve cercare di recuperare i centri urbani storici che si
stanno spopolando, le zone industriali dismesse per le quali
servono una mappatura e una modalità di riutilizzo, garantire più
attenzione alla città di Udine e non dare per scontato di avere
tanto tempo a disposizione per poter spendere i fondi del Pnrr.
La collega di partito Manuela Celotti si è concentrata sulla
questione della denatalità, dove non bastano i "450mila euro per
prolungare l'orario scolastico nelle aree interne, mentre si
dovrebbe intervenire per tutti i Comuni. Si deve passare dalla
politica dei bonus a quella dei servizi garantiti". Parole
assenti nel Documento di economia e finanza (Defr), per la
Celotti, sono povertà ("Almeno 34mila nuclei familiari, per
76mila cittadini del Fvg, hanno un Isse sotto i 6mila euro, di
cui 5mila circa con Isee pari a zero", ha riportato) e
immigrazione, dove "si è rinunciato ad avere un ruolo di
coordinamento rispetto ai Comuni". Poco, poi, c'è per disagio
giovanile e consultori, che andrebbero rafforzati garantendo
servizi accessibili e gratuiti, e permane la sperequazione tra
gli stipendi dei dipendenti comunali rispetto ai regionali, su
cui il Pd ha presentato degli emendamenti. Manca lo sviluppo dei
centri turistici interni; la transizione ecologica è troppo poco
collegata alle comunità energetiche; non si prevede
un'anticipazione alle famiglie che il fotovoltaico non se lo
possono permettere.
Anche Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) si è
soffermato sul come poter verificare l'efficacia degli interventi
e sulla necessità di una riduzione dell'imposizione fiscale: "lo
accennate nel Defr anche lo scorso anno - ha fatto notare - ma in
realtà ancora non avete fatto nulla". Quanto alle autonomie
locali, Bullian vorrebbe che in Assestamento fossero incentivate
"le aggregazioni, ovvero la creazione di comunità piuttosto che
le fusioni dei Comuni". Ha poi detto di due emendamenti a firma
del suo Gruppo: uno inerente la creazione di un fondo di
rotazione finalizzato alla diminuzione della dispersione
dell'acqua e della presenza di materiali pericolosi nella rete
idrica, l'altro a dare maggiore attenzione ai lavoratori
domestici, ovvero alle cosiddette badanti, al pari di quanto
fatto con la legge regionale 9/2023 sui caregiver.
(2 - segue)
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