SALUTE. CELOTTI (PD): SU RSA TARCENTO MANCA ANCORA CHIAREZZA
(ACON) Trieste, 19 ago - "Salvo generiche indicazioni, il
futuro dell'Rsa opera Pia Coianiz di Tarcento resta ancora poco
chiaro, così come il progetto complessivo che dovrebbe dare gambe
ai molti annunci dell'assessore sulla necessità di una
riorganizzazione".
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd) riaprendo il dibattito riguardante l'Rsa opera Pia Coianiz -
Asp di Tarcento, sulla quale aveva coinvolto tutti i sindaci
dell'ambito del tarcentino, inviando loro l'interrogazione
rivolta alla Giunta regionale perché chiarisse le proprie
intenzioni sulle residenze sanitarie assistenziali e ai posti di
cure intermedie e in particolare su quella di Tarcento.
"Tenuto conto delle dichiarazioni del direttore dell'Asufc,
Caporale - prosegue Celotti -, ci chiediamo allora se esiste un
programma definito di tagli e redistribuzioni che riguarda i
Distretti di Tarcento e Cividale e se l'Azienda sanitaria ha già
deciso quanti posti letto di Rsa e di ospedale di comunità
saranno presenti al 2026 su questi territori. Perché se questo
taglio si inserisce in un piano di riordino, allora vorremmo
sapere quale è e sulla base di quali dati è stato elaborato e se
alla fine, fra Rsa e ospedali di comunità, il territorio vedrà un
calo dei posti totali di cure intermedie".
Inoltre, la dem, pone la questione se la chiusura dei posti di
Rsa a Tarcento sia legata alla futura apertura di un ospedale di
comunità, "allora forse si sarebbe dovuto attivare questa
struttura, prima di procedere a una riduzione dei servizi, tenuto
conto, tra l'altro, che l'Rsa e l'ospedale di comunità ricoprono
ruoli diversi nell'assetto dei servizi territoriali e delle cure
intermedie, e che non possono essere semplicisticamente
interscambiabili".
"Siamo davanti all'ennesima volta in cui, mentre l'assessore
regionale anticipa la necessità di una riorganizzazione, i
direttori generali procedono a colpi di decisioni aziendali a
tagliare i servizi, senza però spiegare quale è il progetto
complessivo, né che ruolo giocherà il privato sanitario in queste
partite. A distanza di anni - sottolinea l'esponente delle
Opposizioni -, a parte l'avvio di alcuni cantieri, nulla ci
risulta essere stato fatto per definire e organizzare i servizi
che dentro quei muri dovranno trovare collocazione, e questo è
molto preoccupante".
"L'investimento di 11 milioni di euro sul tarcentino - conclude
Celotti - non è garanzia di nulla se non si parte con la
definizione condivisa del progetto operativo della casa della
comunità e dell'ospedale di comunità, che per essere compiuto
richiede la partecipazione e il contributo di pensiero degli
amministratori locali, del servizio sociale, dei medici di base,
degli infermieri territoriali e degli enti del terzo settore, che
soli possono garantire di contestualizzare questi servizi in uno
specifico contesto territoriale e sociale".
ACON/COM/mv