FOTOVOLTAICO. MARTINES E POZZO (PD): FERMARE L'AVANZATA DEI MEGAPARCHI
(ACON) Trieste, 3 set - "Gli stravolgimenti che stanno subendo
diverse fette del territorio non sono accettabili, come non è
ammissibile che tutto passi sulla testa dei sindaci e dei
territori stessi. E mentre i megaparchi agrivoltaici avanzano, la
Regione (sia Giunta che consiglieri di centrodestra) non solo
continua a restare completamente immobile e inerme, ma autorizza
tali impianti continuando a ignorare il problema, visto che non
si dota degli strumenti necessari per affrontarlo".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Francesco
Martines e Massimiliano Pozzo (Pd) in riferimento alla richiesta
di realizzare un impianto per la produzione di energia di circa
17 ettari, tra Santa Maria la Longa e Bicinicco.
"Questo non è affatto il primo episodio: l'emergenza denunciata
da anni dai sindaci sta diventando infatti strutturale, con
problematiche che si replicano da anni". Poco più di un mese fa -
ricordano i due esponenti dem - è passato in commissione il Piano
energetico regionale dove un corposo capitolo è dedicato al
fotovoltaico e alla necessità di individuare le aree idonee a
seguito del recente decreto ministeriale.
"Ci chiediamo - si legge ancora nel comunicato - quali tutele
ambientali e paesaggistiche abbiano questi territori, se si sta
tenendo conto dell'impatto sui cittadini e sulle aziende vicine
(tra cui diverse di notevole valore produttivo), che controlli ci
saranno sul valore agricolo del progetto e quali benefici
energetici si avranno per la popolazione. Quello che è chiaro,
per ora, è che si calpestano le prerogative dei territori e di
chi è stato eletto per governarli, i sindaci ai quali viene fatto
passare tutto sopra la testa".
"Lo sviluppo va sostenuto, ma allo stesso tempo vanno preservati
i territori da interessi di parte e speculazioni e per fare
questo i sindaci hanno bisogno di strumenti e sostegno che dalla
Regione continuano a non arrivare". Oltre alla necessità di
normative, concludono Martines e Pozzo, "serve un'azione politica
(vista anche l'affinità tra governo regionale e nazionale) a
difesa del territorio, per trovare rapporti ragionevoli fra la
dimensione del territorio e quella degli impianti realizzati da
questi grandi gruppi".
ACON/COM/fa