AUTONOMIA DIFFERENZIATA. MORETUZZO (PAT-CIV): LEGGE SBAGLIATA
(ACON) Trieste, 14 set - "La legge Calderoli non è l'annuncio di
una nuova stagione regionalista. E, per il Friuli Venezia Giulia,
i termini in cui si sta sviluppando il dibattito, rappresentano
il rischio concreto di indebolire e compromettere la nostra
specialità. Per questo, esprimiamo il nostro giudizio negativo su
una norma che è più un 'oggetto di scambio' all'interno della
Maggioranza di Centrodestra, una marchetta fatta da Fratelli
d'Italia alla Lega per sdoganare la riforma in senso
presidenzialista dello Stato, vero obiettivo del Governo Meloni".
Lo afferma in una nota, il capogruppo del Patto per l'Autonomia-
Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, a margine dell'incontro,
organizzato dal Gruppo consiliare in questione ieri a Udine e che
ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e di diversi
rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali.
"La legge Calderoli - ribadisce Moretuzzo - è la principale
garanzia che una vera riforma in senso federale dello Stato non
sarà mai portata a termine da chi sta al Governo. La prova sta
nel fatto che per il raggiungimento dei Lep (livelli essenziali
delle prestazioni), posto che vi si arrivi, non sono state
previste risorse aggiuntive a quelle che oggi vengono utilizzate
dallo Stato".
"La norma è inapplicabile - evidenzia ancora il capogruppo del
Patto - e il dibattito che si sta sviluppando in seguito
all'approvazione della legge Calderoli, che vorrebbe avviare a
realizzare la previsione costituzionale delle Autonomie regionali
differenziate, e alla successiva richiesta del referendum
abrogativo, sta andando in una direzione preoccupante".
"C'è da chiedersi - aggiunge Moretuzzo - se alla nostra
specialità crea più danno la confusione della legge Calderoli o
le sollecitazioni centraliste che si leggono in alcuni degli
slogan referendari e che inevitabilmente spingono l'opinione
pubblica a diventare nemica delle specialità regionali, già oggi
vissute come situazioni di ingiustificato privilegio in larga
parte dell'Italia".
Riflessioni condivise anche da Lorenzo Dellai, già presidente
della Provincia autonoma di Trento, intervenuto all'incontro,
insieme a Riccardo Laterza, capogruppo in Consiglio Comunale di
Adesso Trieste.
"Meno ci facciamo coinvolgere in questa contesa tutta
politicistica e romana che rischia di travolgere l'ordinamento
regionalista e autonomista, uno dei principi fondamentali della
nostra Costituzione, meglio è. La disfida - dicono - in atto crea
ostilità verso le Regioni speciali, ma mortifica anche quelle
forze positive e sane del sud che vorrebbero applicare un
principio di autogoverno responsabile. Male fanno quelle Regioni
speciali a volersi agganciare al carro dell'Autonomia
differenziata per potenziare le loro competenze. E' un errore
micidiale: non possono rinunciare al rapporto bilaterale e
pattizio con lo Stato. Dovrebbero piuttosto ripensarsi,
rilanciare il loro ruolo, sperimentare".
"Le Regioni speciali del nord - chiariscono i relatori
dell'evento - possono affrontare la grande partita dei rapporti
transfrontalieri per la costruzione di Regioni davvero europee.
Sarebbe un contributo importante non solo ai nostri territori, ma
anche alla crescita di una idea più solidale e condivisa di
Europa. In questa fase storica lo Stato si è dimostrato
insufficiente per garantire l'uguaglianza sostanziale e la
riduzione dei divari territoriali".
"Serve più autonomia - evidenziano ancora - intesa come
autogoverno democratico delle comunità locali, che si saldi con
meccanismi di solidarietà e partecipazione, creando spazi di
autogoverno a livello locale e di vera sovranità popolare a
livello europeo. Di fronte a un processo di ripiegamento sul
centralismo, di accentramento del potere, che si osserva a
livello statale e regionale, è necessario rimettere al centro
della discussione il tema dell'Autonomia intesa sia come
strumento politico e istituzionale per fare le cose, sia come
fine e valore ultimo.
"Le nuove forme di Autonomia - proseguono - non possono che
andare di pari passo con una integrazione solidale a livello
continentale sul piano delle politiche redistributive, della
normativa sul lavoro, delle politiche industriali sui settori
strategici, e di altre policies oggi delegate ai singoli Stati.
Solo così si può conciliare un governo della prossimità attento
alle proprie necessità e rispettoso delle proprie peculiarità
storiche, culturali ed economiche, con l'abbattimento delle tante
disuguaglianze che si osservano anche in Europa".
"Per la nostra comunità regionale - conclude Moretuzzo
raccogliendo l'invito di Dellai a fare rete tra Regioni speciali
alpine e transfrontaliere - è tempo di abbandonare le
sirene'foreste' e di concentrarci su come possiamo, di nuovo,
essere protagonisti del nostro futuro, rivendicando le competenze
e le responsabilità che ci competono".
ACON/COM/sm