CARNIA LIBERA. MATTARELLA RENDE OMAGGIO A REPUBBLICA FRIULANA / 2
(ACON) Ampezzo (Ud), 14 set - Tutto il buio del mondo non può
spegnere la fiamma di una singola candela. È una frase di San
Francesco d'Assisi, citata dal sindaco di Ampezzo Michele
Benedetti, quella che meglio racchiude il significato della Zona
libera della Carnia e dell'Alto Friuli, la "piccola repubblica"
di ottant'anni fa celebrata oggi alla presenza del Capo dello
Stato, Sergio Mattarella, e delle massime autorità regionali, dal
governatore Massimiliano Fedriga al presidente del Consiglio
regionale, Mauro Bordin.
Dal palco allestito nella piazza principale, il primo cittadino
di Ampezzo, il paese che fu capitale della zona libera, ha
trasmesso agli illustri ospiti l'emozione e l'orgoglio di tutta
la comunità, al pari di Ermes De Crignis, presidente della
Comunità di montagna della Carnia in rappresentanza di 28 Comuni.
Mentre Antonella Lestani, presidente regionale dell'Anpi
organizzatrice della cerimonia, nel corso di un appassionato
intervento ha approfondito le caratteristiche di quell'esperienza
che prevedeva una separazione netta tra poteri civili e militari
e per la prima volta valorizzava il ruolo delle donne, attraverso
la partecipazione al voto dei capifamiglia.
Spontaneo e ricco di spunti anche il breve intervento di Paola
Del Din. L'ex partigiana di 101 anni ha chiesto di parlare dal
palco e non seduta "per guardare in faccia il presidente
Mattarella", riportando i suoi ricordi personali, lei che quella
repubblica autonoma della Carnia la vide nascere.
Parole particolarmente apprezzate dal governatore Massimiliano
Fedriga: "La storia raccontata in diretta - ha osservato il
presidente della Giunta regionale - è importante per far capire
ai giovani quanto la gente di queste terre abbia costruito e
tramandato alle nuove generazioni". Quella della Zona libera fu
un'esperienza unica, ha aggiunto Fedriga, una parentesi di
libertà in mezzo alla ferocia dell'occupazione nazifascista. Non
solo un tributo al passato ma un richiamo per il presente, che
vede sanguinosi conflitti alle porte dell'Europa.
In un lungo intervento spesso interrotto dagli applausi, il Capo
dello Stato - per nulla turbato dalle dispettose folate di vento
che a tratti scuotevano la struttura coperta - ha voluto
inquadrare storicamente l'esperienza della Zona libera
nell'ambito di un anno, il 1944, che "fu carico di orrore in
Italia e in Europa". Dopo essersi alzato dal suo posto in prima
fila per andare a stringere le mani di Paola Del Din, Mattarella
ha spiegato il significato della sua visita: "Oggi la Repubblica
rende onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà
animando l'esperienza delle zone libere: genti che non si
accontentavano di attendere l'arrivo delle truppe alleate ma
sfidarono a viso aperto il nazifascismo, mettendo a nudo che si
trattava di truppe di occupazione".
Un omaggio dunque "ai friulani che con la Zona libera della
Carnia si batterono per la loro terra, la loro dignità e le loro
radici, per passare dalla posizione di sudditi a quella di
cittadini". La massima carica dello Stato ha sottolineato, di
quell'esperienza, la volontà di stimolare "la partecipazione dal
basso, contro il motto fascista del credere obbedire e
combattere" e ha ricordato l'impegno delle donne, come portatrici
ma anche come elettrici.
Mattarella ha infine voluto mettere in luce la figura di Michele
Gortani, "che nell'Assemblea costituente fu il padre del secondo
emendamento all'articolo 44, quello che prevede la tutela della
montagna". "La vocazione di pace del nostro Paese - ha concluso
il Presidente - è il segno che quei fatti non sono successi
invano. Grazie alla repubblica della Carnia per quanto è stato
fatto allora e per quanto è stato conservato nel tempo".
2 - segue
ACON/FA