FOTOVOLTAICO. MORETUZZO-MASSOLINO (PATTO): SERVE LEGGE ORGANICA IN FVG
(ACON) Trieste, 19 set - "Oggi la nostra terra è uno dei
bersagli preferiti da parte dei fondi di investimento che si
stanno accaparrando i terreni per la realizzazione di mega
impianti fotovoltaici. Una questione che sta assumendo dimensioni
preoccupanti in Friuli Venezia Giulia. Incertezze e indugi
normativi sono ingiustificabili".
Così il segretario del Patto per l'Autonomia e capogruppo del
Patto-Civica in Consiglio regionale Massimo Moretuzzo,
nell'intervento introduttivo all'incontro "Impianti fotovoltaici
a terra a Udine e in regione, come gestire una preoccupante
invasione di campi", promosso dal Patto per l'Autonomia, che si è
tenuto - come riporta una nota - ieri a Udine davanti a un
pubblico numeroso che ha animato, al termine, un vivace
dibattito, a dimostrazione di quanto il tema sia sentito.
All'appuntamento, moderato da Lorenzo Croattini, consigliere
comunale di Udine del Patto per l'Autonomia, sono intervenuti la
consigliera regionale Giulia Massolino, Emilio Gottardo,
referente per l'energia di Legambiente Fvg e Andrea Zini,
assessore alla Pianificazione territoriale, edilizia, protezione
civile e politiche abitative del Comune di Udine.
"Serve una legge organica sul tema della produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili - prosegue Moretuzzo -, un'azione
amministrativa seria e immediata che fermi la speculazione che
sta distruggendo tanta parte della pianura friulana e mettendo in
competizione il settore primario con l'esigenza di produrre
energia pulita. La Regione avrebbe dovuto rivendicare spazi di
autonomia sul governo del territorio oggi in balia della
speculazione finanziaria, non l'ha fatto perdendo una grande
occasione", conclude così il suo intervento il segretario del
Patto che domani sera, venerdì 20 settembre, parteciperà
all'incontro organizzato dalle liste civiche di Mereto di Tomba e
Basiliano a Mereto di Tomba sull'incombente progetto di impianto
agrivoltaico di notevoli dimensioni tra Pantianicco e Villaorba.
"Abbiamo votato contro il Piano energetico regionale per le sue
tante criticità - spiega Massolino -, dalle tempistiche per le
osservazioni, inadeguate a una reale partecipazione, alla
mancanza di riflessione su temi cruciali per il nostro prossimo
futuro. Il Piano è estremamente incentrato sulle biomasse, basti
pensare che sono previsti 280 milioni per costruire strade
camionabili per disboscare la nostra terra. Anche
sull'agrivoltaico non c'è stato sforzo critico. Nel Piano si
determina il potenziale tecnico teorico di agrivoltaico per la
nostra regione (1,7 GW, 1.700 Gwh/annui), ma la preoccupazione
relativa al consumo di suolo agricolo viene definita come 'un
controverso ostacolo per il raggiungimento degli obiettivi
fissati', e non viene delineata una forte e chiara visione sulla
gestione del fenomeno, risolta con il solo elenco della normativa
vigente".
"Gli ultimi dati disponibili - evidenzia Gottardo - ci dicono che
dal 2021 ad oggi sono state presentate domande per 1160 Mw di
potenza su 1250 ettari di campagne. Impianti che non esauriscono
il totale dell'energia fotovoltaica regionale; ad essi vanno
aggiunti gli impianti residenziali (285 Mw), del terziario (125
Mw) e agricoli (76 Mw). Se si tiene conto che a fine 2023
risultavano operativi 882 Mw totali (fonte Gse Rapporto
statistico 2023), si capisce bene come, se anche diventassero
operativi solo 1000 Mw degli impianti utility scale presentati,
avremmo già raggiunto, con anni di anticipo, l'obiettivo di 1960
Mw assegnato alla Regione Friuli Venezia Giulia dal Governo per
il 2030 quale quota di competenza del burden sharing nazionale".
Per Gottardo "non c'è una contrarietà di principio
sull'agrivoltaico, ma bisogna ragionare sull'agrivoltaico vero,
mentre la maggior parte degli impianti presentati sono
agrivoltaici solo sulla carta".
L'assessore udinese Zini si è soffermato sulla situazione del
Comune di Udine ricordando la presenza di 10 impianti a terra
che, seppur non di grandi dimensioni, interessano 57 ettari per
50 Mw di potenza, incidendo per il 2,2 % della superficie
agricola comunale. Zini ha assicurato attenzione all'impatto
paesaggistico: "Il nostro comune ha pagato più di altri". Ha poi
ricordato la necessità di una logica partecipata nella
progettazione e presentazione di nuovi impianti.
"Alla Regione spetta ora l'ultimo atto - conclude la nota -, con
apposita legge, entro la fine del 2024. L'auspicio dei relatori è
che il quadro di riferimento sia finalmente chiaro e orienti gli
investitori prioritariamente sulle coperture, sulle aree
degradate, sui vari demani pubblici esistenti. E che le comunità
locali, a partire dai Comuni, siano protagoniste della
transizione energetica regionale preservandosi da megaimpianti
dall'impatto devastante sul territorio e dai potenziali rischi
ambientali".
ACON/COM/mv