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SLOVENO/3. QUARTA CONFERENZA: "LEGGE DI TUTELA, ECCO COSA NON VA"

09.05.2025
19:12
(ACON) Trieste, 9 mag - Un servizio di coordinamento delle lingue minoritarie ben organizzato, un decisivo rafforzamento dell'uso dello sloveno all'interno dell'Amministrazione regionale e un quadro di tutela giuridica adeguato. Tuttavia non mancano criticità che vanno dal personale qualificato ai fondi dedicati. È quanto emerso dalla relazione di Zaira Vidau, ricercatrice dell'Istituto sloveno di ricerche (Slori), illustrata durante la Quarta conferenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica slovena, tenutasi oggi nell'aula consiliare del palazzo della Regione a Trieste.

La relazione della Vidau si è focalizzata sulla valutazione dell'applicazione della legge regionale 26/2007 che disciplina la tutela della minoranza linguistica slovena, ed è il frutto di sette interviste realizzate a diversi soggetti coinvolti nell'attuazione della norma in questione.

Tra le criticità emerse quelle relative al personale di lingua slovena che - è stato spiegato - "è assunto spesso con contratti di somministrazione, non consentendo così una certa continuità nei servizi linguistici; un ricorso allo sloveno carente in alcune amministrazioni locali e da parte dei concessionari di servizi di pubblico interesse, un mancato uso dei segni diacritici all'interno dei documenti e la scarsa standardizzazione dei toponimi sloveni".

Dalle interviste è, inoltre, emersa "la mancanza di strumenti adeguati, a livello regionale, che consentano di verificare se i finanziamenti destinati alla minoranza slovena vengano effettivamente utilizzati per l'ampliamento dell'uso della lingua, la necessità di estendere l'attività della Commissione consultiva che, oltre ad occuparsi del riparto dei fondi destinati alla comunità slovena, potrebbe fornire anche pareri nell'ambito dell'amministrazione, nonché quella di garantire una maggiore rappresentanza della minoranza slovena negli organi regionali". Tra le raccomandazioni anche quella di aumentare la dotazione di risorse statali per iniziative di carattere linguistico indirizzate ai più giovani, e di assegnare una frequenza digitale a Radio Trst A".

"Valutando gli esiti delle conferenze regionali - ha detto ancora Vidau -, gli intervistati hanno convenuto che le relazioni erano utili, ma le conclusioni e le linee guida si sono rivelate spesso fini a se stesse senza un dibattito politico più ampio. Si auspica, dunque, che questa quarta conferenza rappresenti una svolta. È necessario avere un quadro completo e rendersi conto che gli investimenti economici, organizzativi e politici per la diffusione della lingua slovena sono un valore aggiunto per l'intera realtà regionale". Quanto emerso dalla relazione della ricercatrice dello Slori è stato condiviso anche da Marko Jarc, presidente del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena e moderatore del dibattito, che ha rimarcato "le difficoltà legate ai finanziamenti destinati alla tutela della minoranza linguistica slovena, che non sono più sufficienti".

"Particolarmente problematico - ha spiegato Jarc - è l'applicazione dell'articolo 8 della legge regionale in merito all'uso dello sloveno nei rapporti con la pubblica amministrazione: finchè i fondi sono disponibili allora le amministrazioni devono e possono assicurarne l'uso, ma quando non ci sono più fondi questa possibilità decade. È tempo di sistemare questo aspetto normativo dal momento che la rete della lingua slovena si espande sempre di più".

Da parte sua, Jarc ha ribadito la "situazione insoddisfacente a livello comunale per quanto riguarda traduttori e interpreti, assunti spesso a tempo determinato". Una criticità condivisa da più parti, durante il dibattito, in primis da Valentina Repini, consigliera del Comune di Trieste che ha evidenziato come "l'uso dello sloveno non sia previsto neppure nello statuto comunale o nel regolamento di amministrazione" e come "la sala consiliare triestina non abbia attrezzature adeguate per i servizi di interpretariato. A questo si aggiunge anche l'assenza di scritte bilingui in molti servizi pubblici, come ad esempio nel tram di Opicina".

Dai sindaci Marjan Drufovka di San Floriano del Collio e Peter Fergolia di Doberdò del Lago è arrivato l'appello alla Regione ad "assicurare risorse necessarie per garantire l'uso dello sloveno con risorse qualificate".

Più critico è stato l'intervento di Livio Semolich, dirigente presso l'Unione culturale economica Slovena SkgZ, che ha sottolineato come "le problematiche esposte durante la conferenza siano già conosciute perché di lunga data" e come "la Regione Fvg abbia indirizzato risorse che inizialmente erano destinate all'insegnamento della ligua slovena nelle scuole, per progetti per l'insegnamento di quella friulana".

In chiusura, l'intervento dell'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, che ha assicurato "massima apertura da parte dell'Amministrazione regionale per discutere e ridefinire le norme in materia". "Se qualcosa non è stato portato avanti - ha aggiunto Roberti - ciò è dovuto a difficoltà oggettive legate al piano generale di politica linguistica".

3 - segue ACON/SM-fa



  • Zaira Vidau, ricercatrice dell'Istituto sloveno di ricerche (Slori)
    Zaira Vidau, ricercatrice dell'Istituto sloveno di ricerche (Slori)
  • Marko Jark, presidente del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena
    Marko Jark, presidente del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena
  • Marjan Drufovka, sindaco del Comune di San Floriano del Collio
    Marjan Drufovka, sindaco del Comune di San Floriano del Collio
  • Peter Fergolia, sindaco del Comune di Doberdò del Lago
    Peter Fergolia, sindaco del Comune di Doberdò del Lago
  • Livio Semolich, dirigente presso l'Unione culturale economica slovena SkgZ
    Livio Semolich, dirigente presso l'Unione culturale economica slovena SkgZ
  • L'assessore regionale alla Autonomie locali, Pierpaolo Roberti
    L'assessore regionale alla Autonomie locali, Pierpaolo Roberti
  • Un momento dei lavori della quarta Confererenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica slovena
    Un momento dei lavori della quarta Confererenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica slovena