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CARCERI. MASSOLINO (PAT-CIV): DECRETO SICUREZZA LESIVO DEI DIRITTI

10.05.2025
15:27
(ACON) Trieste, 10 mag - "La situazione nelle carceri sul nostro territorio è drammatica, e il decreto sicurezza non fa che peggiorarla. Oggi per la festa della mamma entriamo nella sezione femminile per porre l'attenzione su un aspetto particolarmente crudele della nuova norma: la detenzione per le madri e le donne incinte. Lunedì 12 parteciperò anche alla staffetta di digiuno promossa dal Garante di Udine".

Così, in una nota, la consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg Giulia Massolino che ha partecipato, oggi, a un incontro organizzato dalla Garante del Comune di Trieste avvocata Elisabetta Burla presso la Casa circondariale di via del Coroneo, con le detenute e l'associazione Nati per Leggere, nell'ambito della campagna Madri fuori della Società della Ragione.

"Un anno fa - ricorda Massolino - ho chiesto un'audizione in Commissione consiliare sulla situazione delle carceri. Da regolamento, l'audizione si sarebbe dovuta tenere entro dieci giorni. Nonostante tre solleciti formali, oltre a quelli verbali in sede di Ufficio di presidenza, la Commissione non è mai stata convocata. Nel frattempo ci sono stati i noti disordini della scorsa estate, e sono morte due persone. La Regione non può stare a guardare: se è vero che gran parte della competenza è ministeriale, è altrettanto vero che Fedriga ha un canale privilegiato in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, e che la competenza della salute delle persone detenute, così come il diritto all'abitare, sono responsabilità regionale, e molti altri sono gli interventi che potrebbe portare avanti. In questi anni ho presentato diversi emendamenti al bilancio proprio per dare sollievo all'intollerabile situazione delle carceri. Sono tutti stati bocciati da una Maggioranza insensibile alla disperazione delle persone private della libertà. A Gorizia non è mai stato nominato il Garante dei detenuti, e proprio lo scorso sabato un giovane è morto nel carcere isontino".

"Gli incontri con il personale e con la nuova Direttrice della Casa circondariale di Trieste, con cui ho avuto un colloquio la scorsa settimana, hanno confermato le diverse problematiche già denunciate in questi anni - sottolinea l'esponente autonomista -. Sicuramente la principale è il sovraffollamento, che si ripercuote sia sulle condizioni di vita all'interno del carcere che sulle opportunità di formazione. Banalmente, non ci sono spazi a sufficienza per intraprendere le attività trattamentali, e non vi è personale penitenziario sufficiente per il loro svolgimento, a fronte di un territorio che invece offre numerose opportunità. I 50 nuovi agenti di Polizia penitenziaria annunciati per Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono insufficienti a colmare carenze croniche e sottodimensionate rispetto ai reali numeri di ospiti, che sono quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. Ribadiamo che la mancanza di spazi non si risolve costruendo carceri più grandi, bensì avendo meno persone in carcere. E per farlo servono percorsi di uscita, a partire dalla disponibilità di domicilio presso alloggi sociali, in quanto numerose persone detenute avrebbero la possibilità di scontare pene alternative. Uno degli emendamenti che avevo presentato lo scorso dicembre, tutti bocciati dalla Giunta regionale, chiedeva proprio un finanziamento straordinario alle Ater per trovare delle soluzioni abitative".

"Questa situazione è vergognosamente peggiorata dal decreto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri il 4 aprile - incalza la consigliera delle Opposizioni -, che non fa che aumentare le persone soggette a detenzione, introducendo ben 14 nuovi reati e numerose circostanti aggravanti, imprimendo una svolta autoritaria tanto nei metodi quanto nei contenuti, già duramente criticati dall'Osce in un parere dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa e da sei Special rapporteurs delle Nazioni unite".

"Particolarmente crudele è la norma che colpisce le donne incinte e le madri con bambini piccoli: il decreto elimina l'obbligo di rinvio dell'esecuzione della pena per le detenute in gravidanza o con figli minori di un anno, aprendo così le porte del carcere anche a neonati e madri. Inoltre, introduce misure che prevedono la separazione tra madre e figlio in caso di presunta evasione o turbativa dell'ordine in un Icam, infliggendo un danno gravissimo e ingiustificabile ai diritti dell'infanzia. Condividiamo e sosteniamo con forza la campagna Madri fuori, promossa dalla Società della Ragione, perché nessun bambino dovrebbe mai crescere dietro le sbarre. La tutela della maternità, della salute psicofisica e del diritto dei minori a un'infanzia libera e serena deve essere una priorità assoluta in uno Stato che si definisce civile. La sicurezza non si costruisce calpestando i diritti umani", conclude Massolino. ACON/COM/mv



  • Da destra: Giulia Massolino (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) e la Garante del Comune di Trieste, avvocata Elisabetta Burla
    Da destra: Giulia Massolino (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) e la Garante del Comune di Trieste, avvocata Elisabetta Burla