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OVOVIA. CAPOZZI (M5S): TAR BOCCIA PROGETTO, FEDRIGA BLOCCHI DIPIAZZA

11.09.2025
13:00
(ACON) Trieste, 11 set - "Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha parlato chiaro: la procedura con cui è stato promosso il progetto della cabinovia Trieste-Opicina è viziata da gravi irregolarità ambientali e urbanistiche".

Lo rimarcano, attraverso una nota stampa condivisa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) e la collega consigliera comunale, Alessandra Richetti, in merito al controverso progetto in essere nel capoluogo giuliano.

"Il Tar ha, infatti, annullato la Valutazione ambientale strategica (Vas) e, in parte, anche la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca), dichiarando così illegittima - aggiungono le esponenti pentastellate - la deroga concessa sulla base dei cosiddetti motivi imperativi di interesse pubblico (Iropi), a causa della mancanza di una reale valutazione delle alternative progettuali".

"Questa non è una semplice battuta d'arresto tecnica. È invece la conferma ufficiale - precisano Capozzi e Richetti - di quanto già denunciato da comitati, cittadini, ambientalisti e tecnici indipendenti: l'iter della cabinovia è stato imposto dall'alto, senza un confronto reale, affiancato da atti amministrativi viziati e da forzature gravi".

"La sentenza del Tar - ribadisce l'intervento delle rappresentanti del Movimento 5 Stelle - non rappresenta certamente un freno al cambiamento, ma costituisce altresì un esplicito richiamo al rispetto delle regole, dell'ambiente e dei diritti dei cittadini. Se vogliamo una città viva, giusta e lungimirante, perciò, non possiamo più accettare opere figlie della propaganda e della superficialità".

"Il Tar, del resto, è stato esplicito: la Giunta comunale - dettagliano ancora Capozzi e Richetti - non ha mai espresso un parere motivato sulla Vas, come invece previsto dalla normativa vigente, ma si è limitata a recepire un documento tecnico, rinunciando al proprio ruolo politico e discrezionale. Inoltre, la Regione Friuli Venezia Giulia ha autorizzato il progetto invocando i motivi imperativi (Iropi) senza aver prima valutato le alternative progettuali, come richiesto dalla normativa europea sulla tutela dei siti Natura 2000. Infine, le misure di compensazione ambientale sono state ritenute non rivalutate alla luce delle sentenze precedenti, senza un'istruttoria aggiornata".

"Una sentenza categorica, dunque: un richiamo eloquente - evidenziano ancora le rappresentanti del M5S - alla necessità che la scelta di derogare alla tutela ambientale debba essere l'ultima ratio, da adottare solo dopo aver escluso ogni possibile alternativa meno impattante. E, n questo caso, tale verifica non è mai stata fatta. Il risultato? Un progetto che non ha più i presupposti giuridici per andare avanti ma che, nel frattempo, ha sprecato tempo, energie e denaro pubblico".

"Sulla base di quanto accaduto - continuano -, dunque, chiediamo con forza che il sindaco Dipiazza si assuma pubblicamente la responsabilità politica di quanto accaduto, nonché che l'Amministrazione comunale proceda al riesame e, nel caso, al ritiro in autotutela di ogni atto amministrativo fondato sui provvedimenti annullati dal Tar (a partire dalla delibera comunale 637/2024 e dalla Dgr regionale 846/2024). Inoltre, auspichiamo l'apertura di un confronto pubblico serio per ripensare la mobilità cittadina in modo sostenibile, condiviso e rispettoso del territorio e delle norme".

"Temi sui quali anche il presidente Fedriga non può più restare a guardare: mentre i cittadini pagano, anche economicamente, per un progetto sbagliato, costruito in modo affrettato e senza basi legali, la Regione Fvg - conclude Capozzi - ha, infatti, il dovere di intervenire, fermare questa deriva e stoppare una volta per tutte la cabinovia". ACON/COM/sm



  • Rosaria Capozzi (M5S)
    Rosaria Capozzi (M5S)