OVOVIA. CAPOZZI (M5S): TAR BOCCIA PROGETTO, FEDRIGA BLOCCHI DIPIAZZA
(ACON) Trieste, 11 set - "Il Tribunale amministrativo regionale
del Friuli Venezia Giulia ha parlato chiaro: la procedura con cui
è stato promosso il progetto della cabinovia Trieste-Opicina è
viziata da gravi irregolarità ambientali e urbanistiche".
Lo rimarcano, attraverso una nota stampa condivisa, la
consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) e la
collega consigliera comunale, Alessandra Richetti, in merito al
controverso progetto in essere nel capoluogo giuliano.
"Il Tar ha, infatti, annullato la Valutazione ambientale
strategica (Vas) e, in parte, anche la Valutazione di incidenza
ambientale (Vinca), dichiarando così illegittima - aggiungono le
esponenti pentastellate - la deroga concessa sulla base dei
cosiddetti motivi imperativi di interesse pubblico (Iropi), a
causa della mancanza di una reale valutazione delle alternative
progettuali".
"Questa non è una semplice battuta d'arresto tecnica. È invece la
conferma ufficiale - precisano Capozzi e Richetti - di quanto già
denunciato da comitati, cittadini, ambientalisti e tecnici
indipendenti: l'iter della cabinovia è stato imposto dall'alto,
senza un confronto reale, affiancato da atti amministrativi
viziati e da forzature gravi".
"La sentenza del Tar - ribadisce l'intervento delle
rappresentanti del Movimento 5 Stelle - non rappresenta
certamente un freno al cambiamento, ma costituisce altresì un
esplicito richiamo al rispetto delle regole, dell'ambiente e dei
diritti dei cittadini. Se vogliamo una città viva, giusta e
lungimirante, perciò, non possiamo più accettare opere figlie
della propaganda e della superficialità".
"Il Tar, del resto, è stato esplicito: la Giunta comunale -
dettagliano ancora Capozzi e Richetti - non ha mai espresso un
parere motivato sulla Vas, come invece previsto dalla normativa
vigente, ma si è limitata a recepire un documento tecnico,
rinunciando al proprio ruolo politico e discrezionale. Inoltre,
la Regione Friuli Venezia Giulia ha autorizzato il progetto
invocando i motivi imperativi (Iropi) senza aver prima valutato
le alternative progettuali, come richiesto dalla normativa
europea sulla tutela dei siti Natura 2000. Infine, le misure di
compensazione ambientale sono state ritenute non rivalutate alla
luce delle sentenze precedenti, senza un'istruttoria aggiornata".
"Una sentenza categorica, dunque: un richiamo eloquente -
evidenziano ancora le rappresentanti del M5S - alla necessità che
la scelta di derogare alla tutela ambientale debba essere
l'ultima ratio, da adottare solo dopo aver escluso ogni possibile
alternativa meno impattante. E, n questo caso, tale verifica non
è mai stata fatta. Il risultato? Un progetto che non ha più i
presupposti giuridici per andare avanti ma che, nel frattempo, ha
sprecato tempo, energie e denaro pubblico".
"Sulla base di quanto accaduto - continuano -, dunque, chiediamo
con forza che il sindaco Dipiazza si assuma pubblicamente la
responsabilità politica di quanto accaduto, nonché che
l'Amministrazione comunale proceda al riesame e, nel caso, al
ritiro in autotutela di ogni atto amministrativo fondato sui
provvedimenti annullati dal Tar (a partire dalla delibera
comunale 637/2024 e dalla Dgr regionale 846/2024). Inoltre,
auspichiamo l'apertura di un confronto pubblico serio per
ripensare la mobilità cittadina in modo sostenibile, condiviso e
rispettoso del territorio e delle norme".
"Temi sui quali anche il presidente Fedriga non può più restare a
guardare: mentre i cittadini pagano, anche economicamente, per un
progetto sbagliato, costruito in modo affrettato e senza basi
legali, la Regione Fvg - conclude Capozzi - ha, infatti, il
dovere di intervenire, fermare questa deriva e stoppare una volta
per tutte la cabinovia".
ACON/COM/sm