CERIMONIE. DI BERT (FP): A GONARS MEMORIA CHE UNISCE E DIFENDE LIBERTÀ
                    
                    
  (ACON) Trieste, 1 nov - "La memoria, quando è sincera, non
divide ma unisce. Essere qui oggi, assieme, a ricordare le
vittime di questo luogo, è come dire che nessuna sofferenza deve
essere dimenticata, nessuna vita può essere considerata minore,
nessuna giustificazione può rendere accettabile la privazione
della dignità umana". Del Consiglio regionale, Mauro Di Bert
(Fedriga presidente) è intervenuto portando i saluti alla
cerimonia di commemorazione delle vittime del campo di
internamento di Gonars, dove tra il 1942 e il 1943 trovarono la
morte quasi 471 persone, per lo più civili, rastrellati nei
territori occupati dall'esercito italiano nell'allora Jugoslavia.
 
"Da alcuni anni, grazie all'impegno dell'amministrazione comunale
di Gonars - ha detto Di Bert - questa cerimonia è diventata un
momento di incontro con le autorità italiane, slovene e croate
che si ritrovano e dimostrano di voler continuare a ricordare,
insieme, nel segno del rispetto reciproco e della comune umanità,
affinché tragedie del genere non debbano mai ripetersi".
Poi il consigliere si è rivolto ai giovani, "ai quali dobbiamo
trasmettere il dovere della memoria, per educare alla
consapevolezza e alla responsabilità. Solo una memoria viva,
condivisa e critica può costruire una coscienza collettiva capace
di respingere l'indifferenza e l'odio".
Auspicando di estendere la partecipazione alla cerimonia ai
giovani e alle scolaresche, Di Bert ha definito questo proposito
"un'ulteriore, tangibile, occasione per trasmettere loro quei
valori universali quali il diritto alla vita, alla salute, alla
religione, alla libertà, purtroppo sempre più messi in
discussione dai tristi eventi quotidiani".
"Mai come oggi - ha concluso - con quanto sta accadendo nel
mondo, anche a due passi da noi, la cerimonia di Gonars ci
ricorda che la pace non è scontata e non la si può ritenere
conquistata una volta per tutte. Purtroppo libertà e democrazia
sono valori più fragili di ciò che pensiamo e la loro
sopravvivenza richiede l'impegno di ciascuno di noi, anche
vigilando e contrastando i linguaggi dell'odio, le
discriminazioni, i tentativi di riscrivere o minimizzare la
storia".
ACON/COM/rcm