ANTIMAFIA. FVG: 50 BENI CONFISCATI, 40 DESTINATI. LE SCELTE DEI COMUNI
(ACON) Trieste, 6 dic - Una cinquantina di beni in gestione, 40
già destinati: 32 ai Comuni e 8 a Polizia di Stato, Guardia di
finanza e ministeri. Dei 32 beni trasferiti al patrimonio
disponibile dei Comuni, 18 saranno utilizzati per finalità
istituzionali e 14 per finalità sociali.
Sono i numeri che fotografano la situazione del Friuli Venezia
Giulia in rapporto ai beni confiscati alla criminalità
organizzata, forniti da Simona Ronchi, dirigente della sede di
Milano dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata e che ha competenza su tutto il Nord Italia, nel
corso del convegno organizzato oggi dall'Osservatorio regionale
antimafia Fvg nell'aula del Consiglio regionale.
"In Friuli Venezia Giulia, i beni destinati sono stati per la
maggior parte correttamente utilizzati dagli enti assegnatari",
ha sottolineato Ronchi, prima di portare qualche esempio concreto
di scelte territoriali. Come quella del Comune di Aquileia che
intende destinare tre beni alle associazioni del territorio, o
quella di Lignano Sabbiadoro che ha scelto di concedere gli spazi
all'Università della terza età, o ancora al Comune di Udine che
ha comunicato alla prefettura la disponibilità a concedere gli
alloggi per l'emergenza profughi.
Nella relazione centrale del convegno, il prefetto Bruno Corda,
direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati, ha riassunto i risultati
positivi, ma anche le criticità: "A livello nazionale sono stati
destinati 20mila beni immobili, 16mila dei quali agli enti
locali. E abbiamo ancora 22mila beni in gestione, di cui 16mila
in confisca definitiva e non ancora destinati".
Corda ha chiesto aiuto anche alle Regioni, "affinché sostengano
nella progettualità i Comuni più piccoli, affiancandoli anche
nella ricerca dei finanziamenti". "Sarebbe importante - gli ha
fatto eco Simona Ronchi - che le Regioni mettessero un fondo a
disposizione dei Comuni per il ripristino dei beni confiscati,
che spesso hanno bisogno di ristrutturazione. Importante sarebbe
poi intervenire per snellire la modifica delle destinazioni
urbanistiche".
E proprio per agevolare il compito delle Regioni, il
coordinamento degli Osservatori e delle commissioni antimafia -
presieduto da Carmine Cicala, massima carica del Consiglio
regionale della Basilicata - ha elaborato uno schema-tipo di
legge regionale per aiutare i territori "a fare l'ultimo passo,
arrivare cioè a chi deve prendersi in carico i beni, l'ente
locale o l'associazione del terzo settore". "L'unico elemento
critico - ha aggiunto Cicala - è la tempistica, perché queste
leggi andrebbero approvate con maggiore rapidità".
"Ci sono Regioni un po' negazioniste - ha raccontato il prefetto
Corda - che non pensavano di avere problemi di criminalità
organizzata, convinte di possedere anticorpi forti e in qualche
modo una superiorità morale: c'è tanta ideologia in questo
atteggiamento, e per questo è tanto importante la prevenzione che
ha invocato l'assessore Pierpaolo Roberti".
Un tema su cui è tornato il rappresentante del Governo che ha
partecipato al convegno triestino. "Qui ci sono importanti
anticorpi culturali - ha detto Emanuele Prisco, sottosegretario
al ministero dell'Interno - ma anche grandi risorse economiche e
grandi progetti di investimento: bisogna dunque alzare la guardia
sui grandi appalti". Prisco ha assicurato a Corda "che lo Stato
sta spingendo per rafforzare l'Agenzia con il reclutamento di
ulteriore personale" prima di sottolineare "che questi beni
devono diventare l'emblema della vittoria dello Stato e della
sconfitta della criminalità organizzata".
"Il Governo Meloni - ha concluso il sottosegretario - come primo
atto ha confermato l'ergastolo ostativo nei confronti dei
mafiosi, e non è un caso ma una precisa linea di demarcazione. Lo
dobbiamo a chi morì per mano della criminalità, e lo dico nella
terra di Walter Eddie Cosina".
La pubblicazione sul riutilizzo sociale dei beni confiscati è
stata poi presentata nel dettaglio da Barbara Clama, componente
dell'Ora, assieme alla dirigente dell'istituto superiore Marinoni
di Udine, alla stagista Lodovica Gaia Stasi, al grafico Patrick
Ometto e ad altri studenti della scuola superiore friulana che
hanno elaborato tre diversi progetti per la trasformazione di un
immobile confiscato alle mafie a Udine. A loro, così come a Luisa
Pizzol, Eleonora Carpenè, Lidia Bini e Roman Pagnossi, sono stati
consegnati attestati di tirocinio curricolare.
Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha
infine premiato Mattia Bianchi ed Elisa Soardo, studenti
universitari che hanno affrontato i temi delle mafie e della
legalità nelle loro tesi di laurea magistrale.
ACON/FA-rcm