CAPORALATO. CONVEGNO ORA: I TECNICI. DE NICOLO: LEGISLATORI DISATTENTI
Il procuratore "dichiaratamente polemico". Gli interventi di
sindaci, giuristi, Forze dell'Ordine e sindacati
(ACON) Trieste, 7 dic - Dalle Forze dell'Ordine agli esperti di
diritto, dalla Procura ai sindacati, dai sindaci alle consigliere
di parità. Il convegno organizzato dall'Osservatorio regionale
antimafia (Ora Fvg) a Trieste ha messo in campo una squadra di
esperti in grado di fornire osservazioni e valutazioni sul
fenomeno del caporalato da punti di vista molto diversi.
Ad accendere simbolicamente la miccia della discussione, ospitata
nell'aula del Consiglio regionale e moderata dal presidente di
Ora, Enrico Sbriglia, è stato il procuratore capo di Trieste,
Antonio De Nicolo, con un intervento da lui stesso definito
"dichiaratamente polemico". De Nicolo ha fatto notare che i reati
attinenti all'articolo 603-bis del codice penale, quelli oggetto
del convegno, non sono di competenza della Procura distrettuale
di Trieste, che pure si occupa di criminalità organizzata e
disporrebbe di maggiori mezzi per affrontarli in un'ottica di
sistema.
"Il problema - ha spiegato - è che la legge non lo prevede.
Dunque in questo caso viene meno l'idea di Giovanni Falcone di
concentrare su 26 Procure italiane le indagini nelle materie più
difficili. Ma purtroppo il legislatore è attento solo alla
cronaca spicciola, solo a quel che è successo ieri". Da qui
l'appello "a inserire il 603-bis tra i reati-spia di fenomeni
associativi", come pure l'invito alle Forze dell'Ordine "a
immaginare dentro il 603-bis un'altra fattispecie, quella
dell'ingresso clandestino di lavoratori extracomunitari" che
invece rientra nelle competenze delle Procure distrettuali.
Altrettanto schietta l'analisi di Anna Maria Cisint, sindaco di
Monfalcone, che ha contestato apertamente "l'utilizzo di
manodopera dai Paesi più poveri, in particolare dal Bangladesh,
nell'ambito dei cantieri. Spesso le carte sono a posto, ma chi
abita a Monfalcone vede persone fuori dai cancelli, in attesa di
poter entrare, e questo fa sorgere dei dubbi". Si tratta di un
sistema di reclutamento "che evidentemente conviene dal punto di
vista economico, ma non è certo questa la strada da percorrere
per valorizzare il lavoro. E mi sembra che il gioco di squadra,
invocato da tutti, faccia acqua da molte parti".
Altri tre sindaci hanno raccontato l'esperienza dei loro
territori. Amedeo Pascolo, da Venzone, è convinto che "quando la
rete si interfaccia con il lavoratore non solo su orientamento e
conoscenza-competenze, ma anche sui suoi progetti di vita, i
successi sono maggiori". Giovanni Gargano, da Castelfranco Emilia
"patria del tortellino emiliano" come ha voluto ricordare, ha
invece raccontato, anche tramite l'ausilio di un video,
l'esperienza di carcere aperto, per concludere che "dove c'è
lavoro c'è dignità, e dove c'è dignità c'è la possibilità di
recuperare le persone". Incisivo anche l'intervento, in
videocollegamento, del sindaco di Gorizia. "Bisogna dare alle
aziende garanzie nel reclutamento delle persone, anche all'estero
- ha auspicato Rodolfo Ziberna - per isolare chi non rispetta la
legge. In Italia siamo scesi sotto i 400mila nuovi nati all'anno,
con i soli italiani non saremo in grado di assicurare alle
imprese le competenze di cui hanno bisogno".
Gli aspetti più propriamente giuridici della tutela del lavoro
sono stati esaminati da uno dei massimi esperti italiani,
Domenico Garofalo, professore di diritto all'Università di Bari.
Garofalo ha ricordato la complessità della materia individuando
"il vero problema nel sottosalario" e facendo riferimento anche a
contratti collettivi nazionali che prevedono compensi da 5,50
euro all'ora, come quello dei servizi di vigilanza privati. "Un
accordo peraltro firmato da Cgil, Cisl e Uil", ha osservato
polemicamente il docente, che individua nell'imperfetto
funzionamento dei servizi pubblici per l'impiego il tema
centrale. "Intermediazione e caporalato - ha concluso Garofalo -
sono l'alternativa illegale al cattivo funzionamento dei Centri
per l'impiego".
Al docente hanno replicato due esponenti sindacali, Massimo
Marega della Fillea Cgil e Luciano Bordin della Cisl Fvg,
ricordandogli "che i contratti si firmano in due e a volte non è
facile siglare accordi felici, ma in caso contrario si rischia di
andare sulla strada del lavoro nero". Gli esponenti sindacali
hanno ricordato anche il buon accordo siglato di recente a Roma
con il commissario straordinario del Giubileo, "che vieta il
subappalto a cascata e andrebbe preso a modello".
Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone,
Davide Cardia, e il responsabile dell'ispettorato territoriale
del lavoro per Trieste e Gorizia, Pierpaolo Guaglione, hanno
parlato dei problemi "sul campo". Cardia ha raccontato
l'accelerazione del lavoro dei finanzieri, "con interventi
massivi a partire dal 2022" che hanno portato nell'anno che si
sta concludendo a far emergere in Fvg 420 lavoratori in nero, 197
lavoratori irregolari e ben 241 aziende da sanzionare. Guaglione
ha ricordato il caso eclatante di caporalato in agricoltura
emerso in febbraio a Gorizia, dove caporali moldavi e romeni
reclutavano lavoratori sottopagati, che tenevano di fatto
segregati.
Indagato anche il versante della parità di genere, grazie agli
interventi della consigliera di parità Anna Limpido e al
messaggio fatto giungere in aula da Dusy Marcolin, presidente
della Commissione regionale pari opportunità. "Solo di recente -
ha detto Limpido - il legislatore è approdato anche a una lettura
di genere del fenomeno", mentre Marcolin, ricordando il caso
della bracciante pugliese Paola Clemente morta sotto il sole
cocente per un lavoro da 2 euro all'ora, biasima "un sistema che
ancora non favorisce la parità tra uomo e donna". Il coordinatore
nazionale di "Avviso pubblico", Pierpaolo Romani, da parte sua ha
messo in evidenza il lavoro dell'associazione, che ha prodotto di
recente il volume "Sfruttamento e caporalato in Italia".
A conclusione del convegno, il presidente Sbriglia ha reso noto
che gli atti dell'assise, che conterranno anche le relazioni del
presidente di Altragricoltura Tano Malannino e di Antonio
Paoletti della Cciaa Ts-Go oggi assenti, verranno inviati a tutte
le sedi istituzionali nazionali in modo da alimentare ancora il
confronto e il dibattito sul tema del caporalato.
ACON/FA