ANTIMAFIA. ZANIN: 64 BENI CONFISCATI, FONDAMENTALE RIUTILIZZARLI
+++Presentato studio Osservatorio su rischio infiltrazioni
criminalità+++
(ACON) Trieste, 16 giu - "Abituate a sentire parlare di mafie
nelle commemorazioni di delitti e attentati, ci siamo rese conto
in prima persona che la criminalità organizzata vive ogni giorno,
calata nella realtà di persone e famiglie. La criminalità non ha
subito lockdown, non si è fatta condizionare dall'emergenza,
anzi, è stata capace di sfruttare a proprio vantaggio la
situazione".
Sono parole contenute nella pubblicazione dello studio effettuato
dalle laureande di giurisprudenza degli atenei di Udine e Trieste
Eleonora Carpené e Luisa Pizzol, stagiste presso l'Osservatorio
regionale antimafia del Friuli Venezia Giulia (Ora Fvg) e che si
sono cimentate in una ricerca sul rischio di insediamento delle
criminalità organizzate di tipo mafioso nella nostra regione,
lavoro che quest'anno affronterà invece Lodovica Gaia Stasi,
specializzatasi in criminologia e sicurezza sociale
all'università di Padova.
"La legalità è tale, cresce ed è forte solo se vede l'impegno di
tutti", ha invece detto il vicepresidente di Ora Fvg, Enrico
Sbriglia, presentando il lavoro delle due tirocinanti presso la
sala Gialla del Consiglio regionale, a Trieste, sedendo accanto
al presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, e al vicepresidente
Francesco Russo, a cui si è unito il consigliere regionale
pentastellato Andrea Ussai (del M5S la proposta fortemente voluta
già nel 2015, poi divenuta legge nel 2017, di creare l'Ora),
oltre a numerosi rappresentanti della società civile e militare
che ogni giorno si oppongono con il proprio lavoro a ogni forma
di criminalità.
"Spesso i giovani volgono lo sguardo altrove, diventando incauti
e poco lungimiranti favoreggiatori delle mafie", ha commentato
ancora Sbriglia congratulandosi con le ragazze per dimostrare,
all'opposto, di propendere per un impegno civico di servizio alla
collettività. Un progetto, il loro, che è stato realizzato grazie
all'impegno dell'Ora Fvg e delle università, ma non da meno alla
collaborazione data da Coordinamento delle Commissioni e degli
Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la
promozione della legalità, Agenzia nazionale per
l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati, Guardia di finanza e Arma dei carabinieri, Procura
distrettuale e Divisione investigativa antimafia, Confcommercio e
Confindustria, Legambiente e altre espressioni associative come
Libera.
Le due ragazze si sono impegnate da ottobre 2021 a marzo 2022
studiando la storia e le radici degli eventi mafiosi, con una
attività di analisi del tessuto socioeconomico del Fvg a cui è
seguito l'esame dei settori produttivi a rischio di infiltrazione
di criminalità organizzate, per concludere con l'avvicinamento
dei principali soggetti istituzionali della società civile
impegnati a contrastare le mafie.
Usura ed estorsione sono risultati i reati più frequenti accanto
a quelli collegati all'ambiente, con il grande capitolo dei
rifiuti, e al commercio illecito di animali, ha spiegato Luisa
Pizzol.
Ancora, nella pubblicazione, si accenna all'ultima relazione
della Direzione investigativa antimafia sul secondo semestre del
2020 per capire che "l'infiltrazione della criminalità di stampo
mafioso in Fvg è un fenomeno da tenere sotto particolare
osservazione". Così come, riflettendo su obiettivi specifici, è
emerso che "il porto di Trieste ormai potrebbe rappresentare
un'importante occasione per traffici illeciti e diventare, da
moderno snodo di mercato, preda di possibili infiltrazioni
mafiose". Un altro tema messo in evidenza, il fatto che "i futuri
investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno
fondamentali per la ripresa del Paese, ma potranno destare
l'interesse della criminalità organizzata".
E ancora, si ricorda che "a maggio 2010 Confindustria e ministero
dell'Interno hanno sottoscritto il Protocollo di legalità,
creando così un ombrello protettivo in favore delle aziende
virtuose. Numerose realtà associate a Confindustria Udine vi
hanno aderito adottando una serie di principi e di regole
comportamentali a tutela della propria attività, estendendo anche
i controlli antimafia a tutti i contratti in essere, pubblici e
privati".
Non da ultimo, da Luisa ed Eleonora la presentazione di una loro
"idea originale, la creazione di una struttura tecnica regionale
a supporto dell'attività per il riutilizzo di beni e aziende
confiscati alla criminalità organizzata", di cui hanno previsto
forma e contenuti.
"Sono 64 i beni confiscati in Fvg per azioni criminali che non
sono più quelle della vecchia mafia, ma finalizzate a uno
sviluppo economico ottenuto attraverso il riciclaggio di denaro,
con concorrenza sleale verso gli altri imprenditori e flussi di
denaro non controllati", ha poi evidenziato il presidente Zanin,
che nel suo intervento ha evidenziato come soprattutto il
consentire il riutilizzo di tali beni rappresenti un bel modello
di unione tra istituzioni e società civile.
"È un esempio - ha detto - di come si possa limitare quella
distanza, quella disaffezione che si è registrata tra istituzioni
e popolo non da ultimo con le elezioni amministrative di questi
giorni. Se un cittadino su due non va a votare per scegliere il
proprio sindaco, significa che c'è una riflessione che va fatta.
Ben vengano, allora, esempi come questo dello stage presso l'Ora
che vede giovani motivati, che hanno toccato con mano
l'importanza delle istituzioni e non si allontanino da esse
ridando loro fiducia".
Dal vicepresidente Russo, il riconoscimento dei "compiti
importanti e penetranti dell'Osservatorio, forse anche superiori
alle disponibilità amministrative che attualmente il Consiglio
sta garantendo", e una riflessione sul fatto che sebbene in Fvg
"alcuni fenomeni mafiosi siano sicuramente meno penetranti che
altrove, esiste sempre il timore di essere presi alla sprovvista
in un territorio che, Pnrr a parte, sta sviluppando diverse
opportunità economiche". Dunque restano fondamentali
"l'attenzione vigile e la sensibilizzazione della popolazione da
parte dell'Ora Fvg e di ogni soggetto preposto al contrasto della
criminalità organizzata".
I complimenti per la qualità del protocollo sottoscritto tra Ora
Fvg e le università sono giunti da Carmine Cicala, presidente del
Coordinamento degli Osservatori regionali, che ha auspicato si
possano prevedere come esempio per tutte le Regioni e università.
Luca Romano, in rappresentanza del Consiglio degli studenti
universitari, ha detto dell'iniziativa che i ragazzi desiderano
portare avanti, magari con convegni e appuntamenti fissi di
taglio giuridico ma anche economico, sul rilevare il livello di
consapevolezza delle nuove generazioni su queste tematiche.
"È veramente bello vedere ragazzi che si sono approcciati, e lo
faranno ancora, all'argomento senza pregiudizi passati, anche
perché la mafia di oggi ha fatto un salto di qualità, non è più
coppola e lupara, ma investitori con colletti bianchi e giovani
laureati", ha detto Giacomo Moroso, capo della Dia di Trieste
complimentandosi anche con il lavoro dei colleghi delle forze di
polizia. "Per fortuna, il Fvg è una delle regioni dove l'attività
preventiva ha avuto più successo".
Il generale di brigata della Guardia di finanza di Trieste,
Michele Pallini, ha sottolineato l'aspetto della restituzione dei
beni sequestrati perché "rappresenta concretamente il successo
dell'azione di contrasto dello Stato sul territorio. Perciò fa
piacere che siano dei giovani a portare avanti un progetto di
questo genere, che tratta un fenomeno così rilevante e complesso
anche dal punto di vista sociale".
Il comandante provinciale dei carabinieri di Trieste, Mauro
Carrozzo, ha parlato di come sia vero "che la criminalità
organizzata si sia andata evolvendo sempre più, alla ricerca di
nuovi mercati esattamente come una qualsiasi azienda. E i nuovi
mercati possono essere anche il territorio del Fvg". Il
colonnello ha, quindi, fatto presente che "il quadro complessivo
dell'ordinamento italiano per il contrasto alla criminalità
organizzata ha raggiunto livelli tali che oggi è studiato e preso
come esempio da altri Paesi del mondo occidentale dove alcune
nostre realtà criminali hanno messo radici, ad esempio Stati
Uniti ma anche Germania".
Altri interventi sono arrivati da Angelo Venchiarutti per
l'università di Trieste e Paolo Cuomo per quella di Udine,
Francesco Carella per Legambiente Fvg e Ottavio Casarano per il
Provveditorato amministrativo penitenziario.
ACON/RCM-fa