MINORI STRANIERI. VI COMM A FAGAGNA: A 18 ANNI C'È LAVORO MA NON CASA
Sopralluogo nella struttura gestita da Oikos. Novelli (FI):
realtà interessante
(ACON) Fagagna (Ud), 5 nov - Primo: esercitare davvero il
controllo sulle strutture che chiedono di gestire minori
stranieri non accompagnati, per evitare situazioni di
pressapochismo quando non di sfruttamento. Secondo: individuare
strutture semi-sanitarie che possano occuparsi dei tanti ragazzi
con sindrome da stress o disturbi del comportamento.
Terzo: risolvere un vero e proprio paradosso, quello dei tanti
minori stranieri che, dopo essere diventati maggiorenni, in
Friuli Venezia Giulia trovano facilmente un lavoro ma quasi mai
una casa in cui vivere, "perché i proprietari difficilmente si
fidano di affittare a un bengalese di diciott'anni, per quanto
abbia un impiego regolare".
Sono queste le richieste avanzate dai responsabili
dell'associazione Oikos ai consiglieri regionali della VI
Commissione giunti in sopralluogo a Fagagna per visitare la
comunità di accoglienza "Il mondo in casa", quarta tappa di un
percorso iniziato al Civiform di Cividale e proseguito nelle
strutture di San Leonardo e della Casa dell'Immacolata di Udine.
Guidati dal presidente Roberto Novelli (Forza Italia), i
rappresentanti istituzionali hanno visto con i loro occhi i
locali comuni in cui si pranza, si gioca e si tengono corsi di
italiano e laboratori, ma anche le camere abitate attualmente da
20 ragazzi di varie provenienze (senza mai un'etnia dominante per
precisa scelta dei gestori), seguiti da 11 operatori regolarmente
stipendiati con paghe che vanno dai 1250 ai 1700 euro netti al
mese.
Il quadro economico - che mette in conto anche l'affitto delle
strutture, in quanto Oikos non ha beni di proprietà - sta in
piedi grazie ai contributi pagati dai Comuni, con Udine che versa
80 euro al giorno per ciascun minore assegnato e Trieste 90 euro.
Anche se il presidente dell'associazione, Giovanni Tonutti - oggi
affiancato dal coordinatore dell'area accoglienza Ruben Cadau e
dalla responsabile degli educatori Elisa Sartori - assicura che
"di fatto non ci sono avanzi: in termini di risorse finanziarie,
quel che entra esce. E 20 è il numero minimo per poter stare in
piedi. Va un po' meglio nell'altra nostra struttura, a
Cervignano, dove ospitiamo 23 minorenni".
Dunque piccoli numeri ma anche molti problemi o se preferite
tante sfide da accettare, accanto alla soddisfazione di aver
creato una vera comunità "dove tutti ci sentiamo partecipi di un
progetto più che dipendenti", ha assicurato Sartori. Il tema
principale, come si diceva, è il dopo-maggiore età "quando solo
pochi ragazzi particolarmente bravi a scuola possono beneficiare
del prosieguo amministrativo, ovvero di altri 3 anni di gestione
da parte nostra", ha spiegato ancora Tonutti. In quei casi Oikos
preferisce far vivere i neo diciottenni al di fuori della
comunità, per accelerare il loro processo di autonomia. E ha
trovato sponda nel Comune di Fagagna - presente all'incontro di
oggi con il sindaco Daniele Chiarvesio - che ha messo a
disposizione un appartamento per 7 ragazzi con regolare contratto
di lavoro.
"Si tratta - ha commentato Novelli - di un percorso di
accoglienza e di integrazione estremamente interessante e
innovativo, pur considerando che il problema dell'arrivo dei
minori stranieri è complesso e difficile da risolvere, e va letto
anche con gli occhi della gente che spesso è preoccupata per
alcune situazioni di violenza che sono state riscontrate". Il
presidente della Sesta ha chiesto e ottenuto chiarimenti in
particolare sull'aspetto dello sbocco lavorativo dei giovanissimi
ospiti, sentendosi ribadire da Tonutti e Cadau che "le aziende ci
richiedono costantemente i ragazzi, al punto da concordare con
loro anche l'insegnamento di un lessico più tecnico nei corsi di
italiano, ma mancano le soluzioni abitative e c'è il rischio di
finire a vivere in condizioni poco dignitose, quando non
addirittura in strada".
Il consigliere Francesco Martines (Pd) ha proposto di
"coinvolgere le Ater, aziende pubbliche, che potrebbero riservare
una percentuale di alloggi a questi ragazzi", mentre Serena
Pellegrino (Avs) ha ipotizzato degli "sgravi fiscali per chi
affitta loro un appartamento" e la predisposizione "di una sorta
di patentino per i ragazzi che sono stati formati qui". Il
problema "dell'abitare possibile" è centrale anche per Manuela
Celotti (Pd), che suggerisce di programmare un'audizione formale
dei gestori delle comunità di accoglienza.
Furio Honsell (Open) si è soffermato sul modello di gestione di
Oikos e sulla formazione dei formatori, mentre Laura Fasiolo (Pd)
ha invitato la Regione a vigilare di più sul percorso di
accreditamento. "Abbiamo capito - ha detto Stefano Balloch di FdI
- che le risorse investite nella nostra regione sono ben
impiegate, e ci avete fornito spunti interessanti sul problema
casa e sulla gestione delle vulnerabilità". Al sopralluogo hanno
partecipato anche Manuele Ferrari della Lega e Massimiliano Pozzo
del Pd.
ACON/FA-fc