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SLOVENO/2. QUARTA CONFERENZA: RICONOSCIMENTI NON ANCORA AUTOMATICI

16.05.2025
17:16
(ACON) Trieste, 16 mag - Il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali ottenuti in Slovenia, quanto a stato dell'arte, questioni aperte e possibili scenari, è stato il tema al centro dello studio certosino presentato alla Conferenza regionale da Maja Mezgec e Matejka Grgic dell'Istituto sloveno di ricerche/Slovenski raziskovalni inštitut (Slori).

Moderando la seduta, Jadranka Cergol, professoressa dell'Università del Litorale di Capodistria, ha per prima affermato l'importanza di agevolare lo studio della lingua slovena e ha poi sottolineato che "il problema dei riconoscimenti vale tanto per l'Italia quanto per la Slovenia, dunque a maggior ragione andrebbe trovata una soluzione insieme, reciproca".

Per l'aspetto dei titoli di studio, le due ricercatrici hanno quindi evidenziato che "l'ordinamento europeo demanda il settore della scuola e dell'università agli Stati membri, pertanto il riconoscimento reciproco delle lauree non è automatico, serve una specifica procedura".

"Il focus della nostra indagine - hanno tenuto e sottolineare - riguarda il trasferimento dalla Slovenia all'Italia dei diritti già acquisiti dai possessori di titoli di studio o qualifiche professionali. Sulla base delle indagini effettuate, per quanto riguarda la fascia transfrontaliera tra Italia e Slovenia abbiamo riscontrato due criticità ricorrenti: il riconoscimento dei titoli di studio, in particolare dei diplomi di laurea, e quello delle qualifiche professionali, in particolare nel settore dell'istruzione e della formazione".

"La possibilità di vedersi riconosciuti gli studi svolti in Slovenia presso le Università di Trieste e di Udine è limitata ai corsi di laurea similari a quelli proposti effettivamente in dette università", hanno proseguito.

"Per accedere alle professioni afferenti al campo educativo e formativo, il semplice riconoscimento della laurea non è sufficiente, in special modo per quanto concerne l'insegnamento nelle scuole secondarie. Va, infatti, dimostrato il raggiungimento dei Cfu (crediti formativi universitari) negli ambiti disciplinari prescritti per ogni classe di concorso".

"L'ateneo di Trieste non ha ancora maturato un'esperienza con il riconoscimento delle lauree che abilitano direttamente alla professione di insegnante della scuola d'infanzia e primaria (a oggi manca l'ultimo anno di corso), pertanto non è possibile riconoscere lauree che l'ateneo stesso ancora non conferisce. Simili procedure si attivano anche nell'Università di Udine, dove la Commissione competente si pronuncia sul possibile riconoscimento delle lauree conseguite all'estero. Comunque i laureati in possesso della laurea slovena che forma docenti per la scuola primaria non possono ottenere un riconoscimento diretto del titolo italiano equipollente (Scienze della formazione primaria). Possono comunque iscriversi al relativo corso di studi italiano richiedendo il riconoscimento degli obblighi già assolti in Slovenia".

Passando alle qualifiche professionali, Maja Mezgec e Matejka Grgic hanno reso noto che "chi, in Italia o in Slovenia, intende svolgere una professione non regolamentata e possiede un titolo estero, non ha bisogno di un riconoscimento formale per potersi inserire nel mercato del lavoro. Le professioni regolamentate pongono invece un ostacolo alla libera circolazione di profili professionali nell'Ue poiché i requisiti richiesti per esercitare una stessa professione possono differenziarsi da Paese a Paese. In Italia, bisogna che vi sia una professione corrispondente".

Addentrandosi nel mondo scolastico, le due ricercatrici hanno rilevato che "per l'insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado ci sono parecchi problemi, che si potrebbero ovviare prediligendo il riconoscimento professionale a quello accademico. Sulla scorta del nostro studio, oltre ad un aggiornamento delle intese già esistenti, proponiamo di creare due Commissioni miste di esperti: una per l'elaborazione di un accordo bilaterale che funga da base giuridica generale, l'altra più specifica, dedicata alla risoluzione delle questioni inerenti al riconoscimento di titoli e qualifiche per l'insegnamento".

Tra le loro evidenze, oltre ad alcuni paragoni rispetto agli accordi bilaterali Italia-Austria che vedono in particolar modo coinvolto l'Alto Adige, anche il fatto che "nelle comunità insediate nelle aree confinarie del Friuli Venezia Giulia e nei Paesi limitrofi si osservano alcuni fenomeni di regressione linguistica (erosione), che andranno affrontati seriamente nel prossimo futuro, specie tenendo conto della rapida diffusione degli strumenti di intelligenza artificiale".

2 - segue ACON/RCM-fa



  • Jadranka Cergol, moderatrice della sessione dedicata al riconoscimento dei titoli di studio
    Jadranka Cergol, moderatrice della sessione dedicata al riconoscimento dei titoli di studio
  • Matejka Grcic, ricercatrice dello Slori
    Matejka Grcic, ricercatrice dello Slori
  • Maja Mezgec, ricercatrice dello Slori
    Maja Mezgec, ricercatrice dello Slori
  • Un momento dei lavori della Conferenza
    Un momento dei lavori della Conferenza
  • I banchi della presidenza, con il consigliere regionale Marko Pisani e l'assessore regionale Pierpaolo Roberti
    I banchi della presidenza, con il consigliere regionale Marko Pisani e l'assessore regionale Pierpaolo Roberti
  • Le ricercatrici Mezgec e Grgic durante la loro relazione
    Le ricercatrici Mezgec e Grgic durante la loro relazione