FINE VITA. OPPOSIZIONI: TESTO SENATO PASSO INDIETRO SENTENZA CONSULTA
(ACON) Trieste, 4 lug - "Il nuovo testo del ddl approvato dalla
Maggioranza nella giornata del 2 luglio nelle Commissioni II e X
del Senato rappresenta una regressione rispetto quanto definito
con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale".
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali Enrico Bullian
(Patto per l'Autonomia - Civica FVG), Roberto Cosolini (Partito
Democratico), Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), Serena
Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra) e Furio Honsell (Open Fvg).
"Innanzitutto viene creato un Comitato nazionale di valutazione
di esclusiva nomina governativa, di 7 specialisti nominati
tramite decreto del Presidente del Consiglio - spiegano i
rappresentati dei Gruppi di Opposizione -. Qualora i requisiti
per l'accesso al suicidio medicalmente assistito fossero
verificati e riscontrati dal Comitato nazionale di valutazione,
la proposta di legge prevede che "il personale in servizio, le
strumentazioni e i famaci, di cui dispone a qualsiasi titolo il
Sistema sanitario nazionale non possono essere impiegati al fine
della agevolazione del proposito di Fine vita considerata dalla
sentenza della Corte costituzionale del 22 novembre 2019, n.
242"".
"Ciò implica - proseguono i consiglieri - che chi richiede di
accedere al Fine vita perché costretto da sofferenze che
considera intollerabili non riceverà alcun supporto dal Servizio
sanitario nazionale in un momento particolarmente delicato e
complesso, dovendo così affrontare a proprie spese e con risorse
autonome tutte le procedure necessarie: l'esatto contrario di
quanto lasciava intendere la Corte costituzionale nella sentenza,
che stabiliva come percorso di maggior tutela, che tali
condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da
una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale".
Bullian, Cosolini, Capozzi, Pellegrino e Honsell ritengono
"assurda e sbagliata la decisione di vietare per legge che il
Servizio sanitario nazionale pubblico possa procedere
nell'accompagnamento al Fine vita. La proposta, in definitiva,
diventa dunque anche classista, lasciando la residuale libertà di
scelta solo a chi può permettersela".
La nota dei Gruppi di Opposizione conclude sottolineando che
"questo disegno di legge rappresenta un evidente passo indietro
nella tutela dei diritti delle persone malate e sofferenti. Le
restrizioni introdotte, l'esclusione dal Servizio sanitario
nazionale e le procedure non bene dettagliate rischiano di negare
un supporto essenziale a chi ne ha più bisogno. Auspichiamo che
il percorso parlamentare possa correggere questa proposta e le
tante storture presenti, andando incontro a dei bisogni che
esistono e sono molto diffusi nella società, aldilà delle
appartenenze politiche".
ACON/COM/aa