News


SALUTE. CELOTTI (PD): OSPEDALE SAN DANIELE, FUTURO DA CHIARIRE

14.07.2025
09:37
(ACON) Trieste, 14 lug - Chi governa la salute pubblica e che a parole mette al primo posto la necessità di rafforzare i territori, chiarisca quale sarà il futuro dell'ospedale di San Daniele rispetto al suo ruolo di ospedale per acuti per il suo bacino di utenza e rispetto alla rete ospedaliera di Asufc. Perché, ad oggi, quelli che vengono annunciati come 'attenzioni' e investimenti, sono dei 'recuperi', peraltro tardivi, rispetto a quella che era e che dovrebbe ancora essere la sua attività ordinaria. Nei fatti il Sant'Antonio ha perso posti di medicina interna e chirurgia generale e la preoccupazione è che nel tempo, sulla base dei ragionamenti che assessore, direzione e aziende stanno facendo sulla specializzazione degli ospedali e sulla differenziazione delle funzioni tra le due sedi degli ospedali di base, venga trasformato in una specie di 'casa di cura' specializzata in alcune discipline, escludendo la parte delle urgenze".

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) intervenendo nel dibattito sulla sanità del Friuli collinare.

"Se il Consiglio comunale di San Daniele, peraltro su proposta di un consigliere di Maggioranza, ha ritenuto di chiedere all'Azienda sanitaria un impegno rispetto all'ospedale, evidentemente è perché esistono delle criticità, che ad oggi riguardano i singoli servizi, ma che in prospettiva riguarderanno il futuro dell'ospedale stesso, nella sua funzione per acuti".

Quello che secondo Celotti preoccupa maggiormente sta proprio in alcuni documenti regionali, presentati in Commissione, che, spiega, "assegnano a San Daniele un compito di gestione dell'elezione, ossia dell'attività programmata, senza citare le urgenze, rispetto a Tolmezzo che manterrà tutte le attuali funzioni. E non è questione di campanilismo, ma di tenuta del sistema nel suo complesso, visto che siamo già al dato limite dei 3 posti letto ogni mille abitanti".

"San Daniele - ricorda l'esponente dem - ha subito, fra il 2019 e il 2024, nel silenzio generale, un taglio del 26 per cento dei posti letto di medicina (passando da 77 a 57), e del 28 per cento dei posti ordinari di chirurgia generale (passando da 18 a 13), e un taglio da 3 a 1 posto di day hospital chirurgico. Significa che meno persone possono essere ricoverate. E poi cardiologia: si spieghi perché a Udine il numero di cardiologi cresce, passando da 24 a 40 e a San Daniele diminuisce. Forse i cittadini delle aree extraurbane non hanno necessità di trovare risposte prossime a casa e accessibili? E non si tratta della cardiochirurgia, ma della possibilità di farsi visitare nel proprio ospedale di riferimento".

"Quindi - evidenzia ancora la consigliera - riconosco che il potenziamento delle degenze legate alla chirurgia urologica, che prende atto del lavoro fatto in questi anni da professionisti capaci e che risponde a un bisogno crescente del territorio è un passaggio positivo e importante, ma questi investimenti sulle specialità devono essere un di più rispetto alle funzioni di base, non sostitutivi. Va detto infatti che i 6 posti dedicati all'urologia non sono aggiuntivi, ma sono di fatto i posti tagliati di chirurgia generale, cui vanno aggiunti i posti dedicati alla chirurgia senologica".

"La domanda - conclude Celotti - allora resta, e al di là degli interventi strutturali sul Pronto Soccorso, attesi da 25 anni, è legata al futuro del Sant'Antonio nel suo complesso, rispetto al territorio della Collinare, del codroipese e di parte del tarcentino, e rispetto alla rete ospedaliera aziendale". ACON/COM/sm



  • Manuela Celotti (Pd)
    Manuela Celotti (Pd)