ENERGIA. CAPOZZI (M5S): STUPITI DA ATTACCO NOVELLI SU SITI UNESCO
(ACON) Trieste, 14 lug - "Apprendiamo con grande sorpresa che un
emendamento da noi proposto, secondo il parere del consigliere
regionale Roberto Novelli, non sarebbe stato ricevibile. Nello
specifico, avevamo depositato tale richiesta al fine di rendere
non idonee all'installazione di impianti per la produzione di
energia da fonti rinnovabili anche le aree che distano fino a 7
chilometri dai delicati beni culturali tutelati dall'Unesco".
La consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle)
manifesta, in una nosta stampa, il suo stupore dopo aver appreso,
attraverso gli organi di informazione, le affermazioni del
rappresentante di Forza Italia, presidente della VI Commissione
dell'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia.
"Il collega, al terzo mandato e già deputato della Repubblica,
non spiega tuttavia - specifica l'esponente pentastellata -
perché il nostro emendamento non fosse ricevibile. Tale omissione
espressiva non costituisce certamente una novità, mentre
rimaniamo curiosi soprattutto di ricevere da lui adeguate
spiegazioni, rivolte in particolare ai cittadini, riguardo il
fatto che esistano solo emendamenti ammissibili o inammissibili.
Inoltre, se la mia istanza è stata comunque sottoposta alla
procedura di voto significa che, secondo gli esperti dell'ufficio
legislativo del Consiglio regionale, era invece ammissibile".
"Il concetto di non ricevibile - suggerisce Capozzi - riguarda
perciò il suo giudizio politico su uno specifico emendamento. Le
dichiarazioni di Novelli fanno così immediatamente e chiaramente
comprendere che, per la Destra regionale, non sarebbe ricevibile
e di conseguenza accettabile, definire un perimetro di 7
chilometri per tutelare i nostri beni culturali più importanti e
preziosi".
"Prendiamo atto di ciò - sottolinea ancora la rappresentante del
M5S - perché la stessa Destra al governo ha emanato, il 21 giugno
2024, un decreto ministeriale nel quale si dice esplicitamente
che le Regioni possono individuare come non idonee le superfici e
le aree che sono comprese nel perimetro degli altri beni
sottoposti a tutela. Ciò anche ai sensi del decreto legislativo
42 del 22 gennaio 2004. Le Regioni hanno quindi facoltà di
stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni
sottoposti a tutela, fino a un massimo di 7 chilometri".
"Difficilmente otterremo le risposte auspicate. Tuttavia,
invitiamo comunque il collega - conclude Capozzi - a non
attribuire la qualifica di incompetenti ai dipendenti
dell'ufficio legislativo del Consiglio. Soprattutto prima di aver
letto con attenzione le norme che lo stesso Governo Meloni,
invece, approva".
ACON/COM/sm