SERVIZI DIGITALI. I COMM, ILLUSTRATA PDL HONSELL SU SOFTWARE LIBERO
(ACON) Trieste, 29 lug - Promuovere la cultura del software
libero, incentivarne l'utilizzo nella pubblica amministrazione e
nelle scuole introducendo sistemi di controllo per limitare l'uso
inconsapevole del software proprietario. Sono queste le tre
principali direzioni su cui si muove la proposta di legge 37,
"Norme per la promozione e diffusione di sistemi di software
libero nonché per la trasparenza, l'accessibilità e la
portabilità nella pubblica amministrazione" che vede come primo
firmatario Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ed è stata
illustrata oggi nel corso della seduta della I Commissione
consiliare presieduta da Markus Maurmair (FdI).
Una proposta che - come spiegato nel documento illustrativo di
Honsell - nasce dalla mancata ottemperanza all'obbligo, sancito a
partire dal 2005, nel Codice dell'amministrazione digitale, di
non utilizzare software proprietari.
"Siamo sempre di più sudditi del potere delle multinazionali
digitali", ha affermato il consigliere, ricordando "gli onerosi
costi di gestione e manutenzione connessi al perpetuante utilizzo
di software proprietari, la raccolta di informazioni e abitudini
digitali degli utenti da parte dei fornitori dei servizi con
conseguenze sul diritto alla riservatezza, la stipula di
contratti non sempre molto trasparenti", ed evidenziando "i
vantaggi dell'Open source, il cui utilizzo permetterebbe lo
sviluppo di un'industria digitale locale promuovendo trasparenza,
accessibilità e conoscenza libera".
L'esponente di Open ha, inoltre, ricordato che "a Udine, nel
1979, nacque il quinto polo universitario italiano
dell'informatica con l'istituzione del corso di laurea in Scienze
dell'informazione, anticipando realtà come Milano, Padova e
Bologna e formando la prima generazione di informatici del
nordest negli anni '80 e '90".
Nella pdl, composta da 8 articoli, vengono dunque definiti i
princìpi di conoscenza aperta, cittadinanza attiva e i concetti
di free software, open source software, free libre open source
software, software proprietario e open data; vengono delineate le
politiche attive della Regione nella promozione della cultura del
software libero, attraverso anche la definizione di un piano
triennale degli interventi, e viene prevista l'individuazione di
un comitato per guidare l'applicazione della legge, che coinvolga
rappresentanti di pubblica amministrazione, università, enti di
ricerca, associazioni di categoria e associazioni di utenti.
Viene, inoltre, valutata l'applicazione di disincentivi
all'utilizzo del software proprietario, introducendo il dovere di
argomentare in modo esplicito da parte di ogni pubblica
amministrazione la scelta di software fatta, pena la perdita di
eventuali contributi regionali, con la Regione che diventerebbe
attore fondamentale nella promozione del software libero
favorendo la sua sperimentazione e adozione nei progetti di
lavoro agile.
"So che si tratta di una legge impegnativa, ma è necessario
opporsi alla sudditanza del digitale", ha detto ancora Honsell,
auspicando quindi "un intervento da parte della Regione in
merito".
L'assessore regionale ai Servizi informativi, Sebastiano
Callari, ha fatto sapere che "in Regione si sta già sperimentando
l'utilizzo di software ibridi" e che "sui tavoli nazionali,
nell'ambito della Conferenza delle Regioni, in qualità di
coordinatore della commissione competente in materia, mi sono
fatto portavoce della necessità di ragionare sulla sovranità
tecnologica e di trovare nuove strade".
Callari ha, dunque, garantito "il proprio impegno sul tema"
chiedendo di ripropore la pdl in Aula più avanti, "anche alla
luce degli incontri a livello nazionale".
Per tale motivo l'assessore ha chiesto a Honsell il ritiro della
pdl che, tuttavia, passerà comunque al vaglio della VI
Commissione, guidata da Roberto Novelli (FI), con l'auspicio - ha
evidenziato in chiusura proprio l'esponente di Open - "che il
dibattito sul tema possa restare aperto il più possibile".
ACON/SM-fa