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UDC: Statuto, preoccupazioni Autonomie locali e corregionali

24.01.2005
11:51
(ACON) Trieste, 24 gen - COM/AB - "Le preoccupazioni dei rappresentanti delle Autonomie locali e quelle dei corregionali all'estero sul nuovo Statuto corrispondono alle posizioni che l'UDC aveva già evidenziato sia in sede di Convenzione sia in Commissione e rimaste inascoltate, forse per non compromettere la tenuta della maggioranza".

Si esprime così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto Molinaro (uno dei relatori di minoranza del provvedimento sul nuovo Statuto), definendo "un basso profilo quello che accompagna l'approdo in Aula della bozza statutaria, addirittura inferiore a quello della trattazione delle leggi ordinarie", come se ci si ritrovasse - sempre secondo la sua opinione - "non di fronte a consiglieri regionali con il mandato a fare un qualcosa d'impegnativo nell'interesse del futuro della comunità regionale, ma a delle persone con il mandato a non fare, cioè a lavorare per impedire che lo Statuto sia approvato a Trieste e a Roma in tempo utile per le future scadenze".

Il consigliere centrista sottolinea poi che "la bozza della Convenzione, redatta dopo aver consultato di tutti i settori della società civile era stata giudicata buona dalla Conferenza dei capigruppo appena un paio di mesi fa mentre è poi prevalso, a Trieste come a Roma, a parti invertite, il desiderio di rivincita degli opposti schieramenti, al fine di far prevalere le convenienze e le ragioni di ciascuno, anteponendole a quelle dell'interesse generale".

Continua Molinaro: "Nelle regole (lo Statuto è una regola suprema) non si può ricercare un'intesa tra pochi, suggellarla con una firma lunga e poi recitare il 'non possumus', anche perché le buone intuizioni non appartengono a una sola parte, ancorché in balia delle minoranze del momento". Perciò, a suo avviso, "l'esame in Aula dovrebbe costituire l'occasione per ricercare le possibili convergenze (l'UDC si è astenuta in Commissione proprio in questa prospettiva), nella speranza che emerga veramente uno spirito bypartisan e un senso istituzionale e un'onestà intellettuale che purtroppo non s'intravedono".

Venendo infine alle apprensioni manifestate alle Autonomie locali, il capogruppo UDC afferma di condividerle e ricorda che "se non si statuiranno principi di rango costituzionale, che consentano attraverso poteri regolamentari modificativi delle leggi statali e regionali di rafforzare l'autonomia dei Comuni e delle Province, per dar luogo a un principio di federalismo regionale interno coerente con il concetto di 'sistema', peraltro affermato nel primo articolo della bozza statutaria, si finirà per precostituire una gerarchia tra Regione ed Istituzioni locali non proponibile alla luce delle innovazioni già intervenute con la riforma del Titolo V della Costituzione".

Quanto al voto per i Corregionali all'estero e al riconoscimento del loro ruolo, Molinaro afferma che "va ricercata una migliore formulazione rispetto a quella attualmente prevista dall'art. 5, poiché gli emigranti non possono essere ricompresi nelle norme generiche che riguardano le questioni linguistiche. I loro diritti, conclude, vanno assolutamente riconosciuti in quanto si tratta di una componente fondamentale della comunità regionale; appunto per questo la loro partecipazione al voto per l'elezione del Consiglio regionale dovrà essere assicurata".