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UDC/Misto: Statuto, svilito il ruolo del Consiglio

03.02.2005
11:07
(ACON) Trieste, 03 feb - COM/AB - Sulla votazione della proposta di legge costituzionale per il nuovo Statuto della Regione, approvata con i soli voti del centro-sinistra, i consiglieri regionali Roberto Molinaro e Gina Fasan dell'UDC e Maurizio Salvador del Gruppo Misto, che su questo tema negli ultimi mesi hanno operato in modo essenzialmente uguale, ripropongono in una nota le motivazioni della loro contrarietà verso le conclusioni adottate dalla maggioranza stessa.

"Abbiamo partecipato assiduamente ai lavori preparatori di questa legge voto - affermano i consiglieri - poiché ritenevamo fosse dovere di tutti gli eletti in Consiglio dare un contributo propositivo a questo fondamentale passaggio istituzionale, che non doveva seguire logiche di schieramento ma, al contrario, ricercare tutti i punti di convergenza possibili. Abbiamo però costatato - continuano - che in più occasioni la maggioranza si è uniformata alle posizioni estremistiche di Rifondazione Comunista (come nel caso della moratoria delle armi di distruzione di massa) e che per mantenere unita la compagine attualmente al governo della Regione ci sono stati degli imbarazzanti cedimenti, tali da contraddire perfino le intese già a suo tempo raggiunte in V Commissione. Anche le dichiarazioni fatte giovedì scorso in Aula dal presidente Illy sulla continuità della legislatura in caso di dimissioni volontarie del governatore sono state di una gravità inaudita, perché hanno costituito una forma d'indebita pressione nei confronti del relatore Martini e dell'intera maggioranza".

"L'intesa da raggiungere obbligatoriamente con le Autonomie locali, prevista dalla bozza statutaria - proseguono Molinaro, la Fasan e Salvador - svilisce il ruolo dei consiglieri regionali e non consente la necessaria autonomia all'assemblea legislativa, dato che non sarà facile raggiungere accordi su tutti i temi ordinamentali con l'insieme degli enti locali, i quali hanno spesso interessi contrapposti tra loro".

"La mancanza di ogni accordo con i parlamentari nazionali, ai quali compete l'approvazione della legge di modifica costituzionale, rappresenta - secondo gli stessi consiglieri - un grave vulnus che potrebbe vanificare tutto il lavoro fin qui fatto e rinviare a data molto lontana la possibilità di dotare la Regione di un nuovo Statuto d'autonomia speciale".

"Infine - precisano Molinaro, la Fasan e Salvador - se da un lato è stato adottato un preambolo che riprende in modo agnostico diverse tesi proposte però su un diverso piano valoriale dall'UDC - viene evidenziato - dall'altro le priva d'ogni significato trascendente, come appunto nel caso delle 'radici cristiane emblematicamente rappresentate dal Patriarcato di Aquileia' per annacquarle con allocuzioni generiche, che rasentano una visione semplicemente materialista, non certo rappresentativa del modo di pensare delle nostre genti".

"Speravamo - concludono i rappresentanti del Gruppo Misto - che la Margherita e gli altri consiglieri svincolati dalle logiche proprie della sinistra fossero sensibili alle nostre ragionevoli proposte, alle quali vanno aggiunte quelle del sostegno alla montagna e agli emigranti, dimostrassero coerenza e libertà. Purtroppo - commentano - è stata sprecata un'occasione di avvedutezza e di buon senso e nel contempo è stato svilito il ruolo dell'Assemblea legislativa che, data l'incerta e lontana approvazione del nuovo Statuto, resterà a lungo assoggettata al governatore e agli assessori esterni, senza alcun rispetto per quanti sono stati indicati dall'elettorato quali propri rappresentanti".