CR: legge immigrati, il dibattito (7)
(ACON) Trieste, 16 feb - RC - Nel corso del dibattito generale
sul disegno di legge sugli immigrati, Antonio Pedicini (FI) ha
parlato della nozione di "cittadini", partendo dal Diritto Romano
e ripercorrendo la sua evoluzione, per dire che oggi certamente
questo tipo di concezione giuridica non c'è più. Sugli immigrati
si fa tanta, troppa demagogia: così in questa legge si prevedono
un osservatorio, un comitato, un albo e non si punta al concreto.
Non saremo compartecipi di queste scelte.
Argomento che si presta a strumentalizzazioni - a detta di
Roberto Molinaro (UDC), che poi ha fatto presente che la nostra
Regione ha maggiori poteri di manovra dell'Emilia Romagna. La
legge è necessaria per la nostra comunità - ha aggiunto - ma gli
Enti locali non hanno il giusto ruolo e la Regione è troppo
"presente". Molte cose non sono nuove e diversi settori hanno già
ricevuto contributi regionali attraverso provvedimenti
dell'assessore Antonaz.
Vuoto legislativo che va colmato - così Annamaria Menosso (DS),
che non ha escluso delle modifiche al testo nel corso dei lavori.
Tre i concetti sottolineati: l'integrazione, la convivenza,
l'accoglienza. La vera scommessa della legge, per lei, è
l'integrazione, unita al garantire parità di diritti; ci vuole
l'intenzione vera da parte dell'immigrato di integrarsi e da
parte nostra di accoglierlo. Il fenomeno dell'immigrazione non
deve essere associato a quello della criminalità.
Per Luigi Ferone (Part.Pens) la vergogna non è prevedere misure
alternative della pena, ma la mancata attenzione verso chi ha
sempre lavorato eppure si trova le porte sbattute in faccia e
verso il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ha sgarrato.
Sono contro le sanatorie indiscriminate - ha affermato - ma non
contro la regolarizzazione per una migliore governabilità del
fenomeno. Gli stranieri presenti da noi sono per lo più
lavoratori e non criminali. Certo l'eccessivo garantismo può
portare a punte di razzismo, perché il problema dell'immigrato
riguarda il povero che ha bisogno di assistenza sociale, già
scarsa, e che quindi si trova a contendersela con gli altri
cittadini, con gli anziani con la pensione minima, con chi
attende da anni una casa popolare.
Sono cosciente - ha detto Gaetano Valenti (FI) - dei disagi che
vive chi lascia la propria terra, ma non dobbiamo confondere,
come è stato sempre fatto in modo strumentale, l'immigrazione
regolare da quella irregolare. A Gorizia, causa la
Turco-Napolitano, abbiamo avuto il 98% di irregolari di quanti
entravano. Li abbiamo dovuti nutrire e vestire per cosa - ha
chiesto - se erano irregolari? Questa legge dà solo risposte
parziali, ad esempio dà una casa agli immigrati a scapito di
cittadini che la stanno attendendo da tempo.
Per Kristian Franzil (PRC), il disegno di legge si mantiene
all'interno della normativa nazionale e quindi della Bossi-Fini,
che pure non è condivisa nelle idee dal centro-sinistra. E' solo
un tassello della riforma totale del welfare che la maggioranza
ha iniziato a costruire e che presto proseguirà con altri
provvedimenti.
(segue)