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CR: legge immigrati, il dibattito (7)

16.02.2005
18:44
(ACON) Trieste, 16 feb - RC - Nel corso del dibattito generale sul disegno di legge sugli immigrati, Antonio Pedicini (FI) ha parlato della nozione di "cittadini", partendo dal Diritto Romano e ripercorrendo la sua evoluzione, per dire che oggi certamente questo tipo di concezione giuridica non c'è più. Sugli immigrati si fa tanta, troppa demagogia: così in questa legge si prevedono un osservatorio, un comitato, un albo e non si punta al concreto. Non saremo compartecipi di queste scelte.

Argomento che si presta a strumentalizzazioni - a detta di Roberto Molinaro (UDC), che poi ha fatto presente che la nostra Regione ha maggiori poteri di manovra dell'Emilia Romagna. La legge è necessaria per la nostra comunità - ha aggiunto - ma gli Enti locali non hanno il giusto ruolo e la Regione è troppo "presente". Molte cose non sono nuove e diversi settori hanno già ricevuto contributi regionali attraverso provvedimenti dell'assessore Antonaz.

Vuoto legislativo che va colmato - così Annamaria Menosso (DS), che non ha escluso delle modifiche al testo nel corso dei lavori. Tre i concetti sottolineati: l'integrazione, la convivenza, l'accoglienza. La vera scommessa della legge, per lei, è l'integrazione, unita al garantire parità di diritti; ci vuole l'intenzione vera da parte dell'immigrato di integrarsi e da parte nostra di accoglierlo. Il fenomeno dell'immigrazione non deve essere associato a quello della criminalità.

Per Luigi Ferone (Part.Pens) la vergogna non è prevedere misure alternative della pena, ma la mancata attenzione verso chi ha sempre lavorato eppure si trova le porte sbattute in faccia e verso il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ha sgarrato. Sono contro le sanatorie indiscriminate - ha affermato - ma non contro la regolarizzazione per una migliore governabilità del fenomeno. Gli stranieri presenti da noi sono per lo più lavoratori e non criminali. Certo l'eccessivo garantismo può portare a punte di razzismo, perché il problema dell'immigrato riguarda il povero che ha bisogno di assistenza sociale, già scarsa, e che quindi si trova a contendersela con gli altri cittadini, con gli anziani con la pensione minima, con chi attende da anni una casa popolare.

Sono cosciente - ha detto Gaetano Valenti (FI) - dei disagi che vive chi lascia la propria terra, ma non dobbiamo confondere, come è stato sempre fatto in modo strumentale, l'immigrazione regolare da quella irregolare. A Gorizia, causa la Turco-Napolitano, abbiamo avuto il 98% di irregolari di quanti entravano. Li abbiamo dovuti nutrire e vestire per cosa - ha chiesto - se erano irregolari? Questa legge dà solo risposte parziali, ad esempio dà una casa agli immigrati a scapito di cittadini che la stanno attendendo da tempo.

Per Kristian Franzil (PRC), il disegno di legge si mantiene all'interno della normativa nazionale e quindi della Bossi-Fini, che pure non è condivisa nelle idee dal centro-sinistra. E' solo un tassello della riforma totale del welfare che la maggioranza ha iniziato a costruire e che presto proseguirà con altri provvedimenti.

(segue)